L'Ascoli torna al ''Partenio'', uno dei cinque gioielli firmati Rozzi
di Redazione Picenotime
lunedì 26 ottobre 2015
L'Ascoli Picchio domani sera sarà di scena allo stadio "Partenio-Adriano Lombardi" di Avellino per la decima giornata del campionato di Serie B. Un impianto storico quello irpino e soprattutto costruito dall'impresa di Costantino Rozzi, che iniziò i lavori nel 1970 e li terminò nel 1971. Fu uno dei cinque stadi realizzati dal Presidentissimo al pari del "Del Duca" di Ascoli Piceno, del "Santa Colomba" (oggi "Ciro Vigorito") di Benevento, del "Nuovo Romagnoli" di Campobasso e del "Via del Mare" di Lecce, piccoli gioielli molto simili tra loro che per anni hanno rappresentato degli esempi da seguire nell'impiantistica sportiva.
Lo stadio "Partenio", dal 2011 denominato anche Adriano Lombardi in onore dell'ex capitano biancoverde morto per sclerosi laterale amiotrofica, può contenere al massimo 10.215 spettatori e si suddivide in cinque settori: Curva Sud, Curva Nord, Tribuna Montevergine, Tribuna Terminio e Settore Ospiti.
Da oltre 40 anni il "Partenio" rappresenta il tempio del tifo avellinese, uno stadio che ha vissuto stagioni importanti anche in Serie A e che Rozzi costruì con la consueta passione. L'indimenticabile presidente bianconero avrebbe voluto intraprendere lavori anche al San Paolo di Napoli, l'impianto che più gli piaceva e dove era convinto di fare grandi cose in tempi brevi, ma beghe tra i partiti napoletani di allora dovettero costringerlo ad abbandonare quest'importante iniziativa.
"Dal lato finanziario ogni stadio è stato una rimessa perchè questo tipo di lavoro viene commissionato in momenti eccezionali, solitamente una promozione, sulle ali di un entusiasmo tutto italiano al quale gli atti burocratici e amministrativi fanno sempre seguito - sosteneva Rozzi in un'intervista a Marcella Rossi Spadea del 1986 -. La spinta emotiva accelera l'andamento dei lavori che corrono molto più velocemente delle pratiche burocratiche. Al momento di pagare saltano fuori le scuse: illegittimo l'affidamento, la Giunta non ha ancora deliberato, in pratica era più la spesa che la ripresa aggiungendo il fatto che dovendo fare in pochissimi mesi un lavoro che richiedeva un anno, l'impresa si sacrifica e ne esce scompensata. Bisogna però ammettere che sul piano della pubblicizzazione c'era un grosso ritorno, ma mi sembra anche giusto ottenere qualche tipo di compenso... Quando lavoro per uno stadio mi sento Rozzi presidente e non Rozzi imprenditore, perciò ai soldi penso poco, mi bastano l'entusiasmo degli altri e il mio. Non costruirei mai un cimitero, fosse pure un affare di miliardi. Lo stadio lo concepisco come tempo dello sport, lo vedo come un luogo di gioia, per questo motivo mi diverto a farne".
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Commenti
L'ASCULA'
lunedì 26 ottobre 2015
Quest'uomo era talmente avanti che 40 anni fa faceva dei ragionamenti che la maggior parte degli addetti ai lavori di oggi ancora non hanno capito........ FORZA PICCHIO.
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