Acli Ascoli: immigrazione nel Piceno, verso cittadinanza e integrazione

di Redazione Picenotime

mercoledì 02 marzo 2016

In una Sala dei Savi gremita si è svolto, lunedì 29 febbraio, l’incontro sul tema "Immigrazione, accoglienza e cittadinanza. L'Italia e l'Europa nell'urgenza delle riforme". All’incontro, organizzato dalle Acli provinciali di Ascoli Piceno e dalla Caritas diocesana di Ascoli Piceno, sono intervenuti l'On. Khalid Chaouki, Coordinatore dell’intergurppo parlamentare “Immigrazione e Cittadinanza” e Presidente della Commissione Cultura dell’Assemblea Parlamentare Unione per il Mediterraneo, Antonio Russo, Responsabile immigrazione, legalità e coesione territoriale ACLI e Oliviero Forti, Responsabile dell’Ufficio Immigrazione Caritas Italiana.

L’incontro è stato presentato e moderato da Claudio Bachetti, Presidente delle ACLI Provinciali di Ascoli Piceno e componente dell'equipe della Caritas diocesana di Ascoli Piceno, che nella sua introduzione ha evidenziato l’enorme lavoro che da diversi anni le Acli e la Caritas stanno realizzando congiuntamente per promuovere l’integrazione sociale, scolastica e lavorativa degli immigrati.

Antonio Russo, nel suo intervento, ha presentato i principali aspetti della riforma della legge sulla cittadinanza, attualmente all’esame del Senato, evidenziando la necessità della sua rapida approvazione per una questione di giustizia sociale, ma anche di “opportunità socio-economica”. Oliviero Forti si è invece soffermato sulle attuali politiche di accoglienza dei profughi, evidenziando come l’Italia stia facendo pienamente la sua parte nell’ambito europeo e come le maggiori difficoltà che si riscontrano nell’accoglienza stessa derivino soprattutto dalla scarsa collaborazione da parte delle amministrazioni comunali.

L’on. Khalid Chouki ha tenuto a sottolineare, da musulmano, come le radici cristiane e la storia multiculturale dell’Italia stiano alla base del diffuso lavoro di accoglienza e solidarietà che la stessa Europa ci riconosce. Infine, ha evidenziato l’importanza di promuovere politiche di integrazione, in particolare verso le cosiddette seconde generazioni, se vi vuole davvero garantire la coesione sociale, la pace e prevenire concretamente il terrorismo.

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