• News
  • TIFOSI DELL'ASCOLI IN TRASFERTA A VERONA, IL RACCONTO DI ALESSANDRO

TIFOSI DELL'ASCOLI IN TRASFERTA A VERONA, IL RACCONTO DI ALESSANDRO

di Redazione Picenotime

lunedì 10 dicembre 2012


Sul piano sportivo la trasferta dell'Ascoli a Verona non è stata fortunata, con una netta sconfitta per 3-1 che ha complicato la situazione in classifica della squadra di Massimo Silva. Ma al "Bentegodi" i bianconeri hanno potuto contare sul sostegno di un nutrito gruppo di impavidi tifosi che nonostante le pessime condizioni atmosferiche ha deciso di seguire la squadra con calore ed entusiasmo. Tra questi c'era il simpaticissimo Alessandro Vagnoni, 29enne metalmeccanico di Pagliare del Tronto che in esclusiva per Picenotime.it ha voluto raccontare tutti i retroscena del lungo viaggio nella città di Romeo e Giulietta.

Alessandro, quando hai deciso di seguire la squadra a Verona?

La decisione risale a qualche mese fa, quando Piero Travaglini, presidente del Club Veterani ´74, mi disse che avrebbe organizzato un pullman per questa partita. Ho voluto portare anche il giovanissimo figlio della mia compagna, per fargli provare il sapore di una vera trasferta.

Come avete organizzato una trasferta così lontana, gravata anche dal peso di gelo e neve?

Non mi sono occupato personalmente dell'organizzazione, al pullman ed a tutto il resto hanno pensato i fantastici Veterani ´74. Le condizioni atmosferiche non sono mai state un problema per me, sarei partito lo stesso anche con due metri di neve... Per l'Ascoli questo ed altro!

Che succede nel pullman durante le tante ore di viaggio?

Si scherza molto e si parla dei grandi campioni del passato e di quelli attuali, con i più 'anziani' che ricordano le gloriose partite e le mitiche trasferte nell'epoca della serie A di Rozzi. Si analizzano anche le scelte del mister per la partita che si andrà a vedere e si cerca di capire quale sarà la formazione. Ma soprattutto si mangia tantissimo e ci si diverte insieme a tanti amici.

Che emozione avete provato nell'entrare in uno stadio importante come il "Bentegodi"?

È stato davvero bello entrare in uno stadio come il Bentegodi, che sta accusando vistosamente il peso degli anni ma rimane sempre una bellissima struttura. Nonostante ci abbiano insultato a lungo, mi ha colpito l'atmosfera creata dai tifosi gialloblù. Quando cantava l'intero stadio, nessuno escluso, era impressionante, rimbombava e tremava tutto. Noi non siamo stati da meno ed anche in cinquanta abbiamo fatto quello che potevamo, facendoci sentire a squarciagola!

So che non siete stati trattati bene dai tifosi gialloblù...

Ci sono stati un po' di screzi, prima, durante e dopo la partita. Eravamo già preparati, visto che anche con altre tifoserie i veronesi si erano comportati male, se non peggio... Siamo stati scherniti e chiamati più volte 'terroni', ma devo dire che noi abbiamo risposto a tono ed alla fine siamo usciti dallo stadio cantando ed a testa alta.

Raccontaci qualche episodio curioso...

Per tutta la gara ci siamo beccati con i tifosi che si trovavano vicini al nostro settore. A fine partita uno di loro, in particolare, è rimasto completamente da solo sulle gradinate ad inveire contro di noi e nonostante gli steward lo strattonassero per portarlo via insisteva ad urlarci contro. Devo ammettere che ci siamo divertiti molto a provocarlo ed a vederlo gesticolare nervosamente...

Come vi è sembrata la squadra di Silva dal vivo?

Prendere quel gol a freddo non ha fatto bene a noi, figuriamoci alla squadra... Personalmente credevo che con questo handicap a partita appena iniziata magari i ragazzi avrebbero potuto affrontare tutta la gara con più cattiveria in corpo e magari riuscire a ribaltarla, ma così purtroppo non è stato. I bianconeri hanno giocato comunque con il cuore, costruendo molto con un Di Donato in grande spolvero. La loro diga in difesa però era piazzata benissimo e non siamo riusciti a pungere. Alla resa dei conti nessun rimpianto e nessuna critica, sapevamo benissimo che prendere punti a Verona sarebbe stato difficilissimo, la squadra era ben messa in campo e sul 3-1 abbiamo sfiorato il gol in diverse circostanze. A dire vero ci è stato negato anche un rigore netto da un arbitro della sessione della vicinissima Mantova, come se mandassimo a dirigere un fischietto di Venarotta ad Ascoli...

Come è sbocciato l'amore per l'Ascoli Calcio?

È un amore che nutro fin da bambino, quando mio zio, che lavorava per Costantino Rozzi, andava al campo a ritirare le maglie per portarle a lavare e spesso mi portava con lui. Lì ho imparato a conoscere l'Ascoli, la sua storia, mi ricordo benissimo il grande Pedro Troglio che ogni volta che mi vedeva mi prendeva in braccio e giocava con me. Il sentimento da quel momento è cresciuto e sono certo che non finirà mai. La mia prima partita dal vivo è stata un Ascoli-Cremonese stagione 1989/1990, da quel giorno non ho più lasciato il Del Duca.

Hai una passione smisurata per un giocatore bianconero in particolare, vuoi svelarci chi?

Chi mi conosce sa che ho una grande passione per il nostro portoghese, Vasco Faisca. Per me è il migliore e quest'anno ho litigato con molte persone che al primo errore lo criticavano, non considerando che spesso Vasco è stato e continua ad essere fondamentale per la squadra. Ho un ottimo rapporto con Vasco, ci sentiamo spesso su Facebook, dove ho aperto una fan page in suo onore in cui racchiudo tutte le immagini e notizie che lo riguardano, dagli inizi della carriera calcistica ad oggi. Ogni volta che ci vediamo di persona è davvero un piacere scambiare due chiacchiere, è un calciatore ma soprattutto un ragazzo fantastico, colgo l'occasione per ringraziarlo pubblicamente per la sua disponibilità, è una persona molto umile e gentile che a differenza di tanti suoi colleghi non si è mai montato la testa. Dico sempre a tutti che il giorno in cui Vasco, per qualsiasi motivo e spero il più tardi possibile, dovesse lasciare Ascoli, io piangerò davvero, ma mi auguro che ciò non possa mai succedere e che magari a fine carriera resti qui con la sua famiglia, la città ormai lo ha adottato e può considerarsi un ascolano a tutti gli effetti.

Riuscirà anche quest'anno l'Ascoli a salvarsi? Se sì, hai in mente qualche fioretto particolare?

Ultimamente il tifoso ascolano è abituato a soffrire molto, io personalmente anche quest'anno credo alla salvezza. Penso che ogni vero ascolano che vada allo stadio ci debba credere, perchè non crederci significa arrendersi e noi non ci arrendiamo mai, abbiamo una storia da difendere e siamo i più blasonati delle Marche. Il vero segreto ad Ascoli, poi, è che ogni anno riusciamo a trasmettere ai nostri giocatori l'amore per la maglia e far capire loro che quei colori per noi sono importanti e vanno onorati. Anche in questa stagione abbiamo un bel gruppo, ragazzi in gamba che sanno quello che vogliono, poi con il bomber Zaza e Soncin che sta avendo una seconda giovinezza ci salviamo al 100%, senza nulla togliere a Feczesin e Dramè. Il fioretto? L'ho fatto all'inizio del campionato ma resta una cosa mia personale. Però se il Picchio dovesse salvarsi, e così sarà, prometto di andare sul molo di San Benedetto del Tronto con la maglia dell'Ascoli cantando a squarciagola "Che pozza piove fine a dematina...", il resto lo sapete...

© riproduzione riservata