''Il Forte'', mostra personale di Gilberto Di Stazio ad Ascoli Piceno

di Redazione Picenotime

mercoledì 13 aprile 2016

Sarà inaugurata Venerdì 15 Aprile (ore 17), con la presentazione a cura del professor Stefano Papetti, la mostra personale di Gilberto Di Stazio intitolata “Il Forte”, allestita a Palazzo dei Capitani di Piazza del Popolo fino al 15 maggio 2016.

L'esposizione conterrà numerose opere dell'artista romano che, puntando già da alcuni anni su un linguaggio di perentoria matericità, prosegue la sua ricerca nel campo di una tridimensionalità esplicita.

Tre le installazioni presenti: “Il Forte”, realizzata in legno e sacchi di iuta, “Campo 6” e “La città dei Clochard”, composte da cartone. Proprio la contemporanea presenza, per la prima volta, di queste tre creazioni in un'unica esposizione rende ancora più significativo l'evento.

Le tre istallazioni, infatti, pur traendo ispirazione dall’architettura, indagano una regione dell'espressività dove abitano le costruzioni visionarie e la fantasia surreale proprie dell’arte. L’artista, che impernia la propria visione sulla ricerca della terza dimensione, vuole trasmettere emozioni più ampie, arrivando a sollecitare i territori più nascosti della mente.

Per tale motivo, le installazioni progettate non vogliono più stare entro vincoli prestabiliti, ma sono pervase da una profonda volontà 'ambientale': esse vogliono abitare lo spazio, viverlo, stabilire relazioni con il potenziale fruitore.

Dilatando i volumi fin quasi ad esplodere verso l'esterno, l’artista tende una mano verso la società, abbattendo idealmente i confini delle sale espositive di Palazzo dei Capitani allo scopo di creare un legame sempre più stretto con la Città, il territorio e tra arti visive e Società.

Ed è questo continuo alternarsi tra interno ed esterno che proietta l'opera verso mete lontane di speranza e di fede, assumendo l'artista quasi il ruolo di un predicatore dall'antica vocazione. Egli vuole essere, infatti, portatore di un messaggio interiore fino a trasformarsi in meditazione sull'essere, spingendo l'uomo alla riflessione e ad una maggiore comunicazione.

Le installazioni vogliono mettere in evidenza anche le ombre come condizione di degrado esistenziale dell'essere umano, la devastazione morale di una umanità sola con se stessa che, immersa nel buio della coscienza, registra il conflitto interno con il suo male profondo e il messaggio che si vuole trasmettere: un messaggio di speranza e di pace, la promessa di un mondo migliore, il desiderio di recuperare il rapporto con la società, la volontà di riscatto e la riaffermazione della figura umana. In particolare si percepisce che l'opera 'Il Forte', a causa del degrado naturale, si modifica continuamente nel tempo, varia di giorno in giorno, non è mai uguale a se stessa, fino alla completa distruzione dell'opera.

L'artista vuole creare un rapporto tra le installazioni e lo spettatore che riesce a introdursi emotivamente nel vivo delle opere, per capirne l'essenza, la loro ragione di esistere, scoprendo di volta in volta particolari inediti e nuovi fino a sentirsi parte integrante delle stesse.

La mostra, poi, contiene tre opere piane realizzate in carbone e sabbia intitolate “S. Pietro”, “Il Castello di sabbia 2” e “Santa Maria in Trastevere”, due sculture, “Il Castello” (in carbone) e “Mettete i fiori nei vostri cannoni”(in cartone e disegni su carta), oltre a due esemplari di “Cannone di cartone” e diverse opere di pittura.

Il progetto dell'artista, dunque, delinea un indirizzo ricco di positive contaminazioni e connessioni, 'trasmigrazioni' o 'slittamenti', attento ad una analisi critica pluridisciplinare orientata ad un rapporto interattivo con altri campi della ricerca, quali ad esempio il sociale, la filosofia, la scienza, la scenografia, il teatro e, in particolare, nell'ambito della ricerca formale con il settore del design e dell'architettura.

Si vuole proporre alla collettività un progetto dal forte contenuto emozionale e comunicativo che spinge a fermarsi per un attimo di riflessione.

L'operazione progettuale vuole, inoltre, riappropriarsi del luogo attraverso un intervento nel tessuto naturale della città carico di storia, che valorizzi le caratteristiche del  sito, dominato dall'atmosfera del luogo.

Infine il programma prevede la lettura, da parte del pubblico, di alcune poesie sulla pace.

Sono esposte anche alcune opere dove dal carboncino all’uso del carbone il segno dell’artista è divenuto sempre più materico assumendo un maggiore rilievo che si proietta nello spazio.

La mostra sarà visitabile tutti i giorni dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 19.

 

Gilberto Di Stazio

Architetto, scultore e pittore, Gilberto Di Stazio è nato a Roma, dove vive e lavora. Le sue opere sono state esposte alla Casa dell’Architettura di Roma (2010), alla Biennale Internazionale d’Arte contemporanea  de Il Cairo (1996-97, 2008-09), al Circolo Culturale Bertolt Brecht di Milano (2003), al Centro d’Arte Contemporanea di Rivara (2008-2010) e al Museo della Permanente di Milano (2008).


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