Teatro Concordia, con Giammarini sul palco un amore quasi “malato”

di Redazione Picenotime

sabato 08 febbraio 2014

“La più grande storia d'amore mai raccontata”, regia e testo di Marco Maltauro. Opera ispirata dal racconto “Lettera di una sconosciuta” dello scrittore e drammaturgo Stefan Zweig.

Il 5 e il 6 Febbraio, al Teatro Concordia di San Benedetto del Tronto, Cristian Giammarini ci ha fatto vivere un amore che quasi potremmo definire “malato”. Ma in fondo quando si parla d’amore, soprattutto l’amore degli altri, bisognerebbe avere rispetto e discrezione per i loro sentimenti. Senza mai etichettare con parole molto spesso inappropriate.

Non c’è morale, non ci sono leggi da rispettare che possano “giudicare” l’amore degli altri. L’amore segue delle ragioni, parafrasando Pascal, che la ragione davvero non può capire. Sarebbe molto più semplice avere delle regole da rispettare, da seguire? Così però non si potrebbe più parlare di pathos, di trasalimento, di stordimento, di un abisso senza fondamento. Tutto quello che Cristian Giammarini prova a farci sentire, soprattutto quando quelle ali bianche che prendono lo spazio di tutta la scena ci avvolgono da lontano facendoci perdere in esse e tremare, almeno per un attimo.

Lo spettacolo inizia con l’attore che legge la lettera al centro della scena, illuminato ora da una luce che illumina il cinico narratore che non crede in questo amore (o forse non crede nell’amore?) e ora dallo struggimento della donna che sprofonda nell’abisso del suo sentire. In questo alternarsi serrato tra i due personaggi in un corpo solo, grazie a Giammarini, quasi riusciamo a vederne davvero due sulla scena. La forza di quelle due voci, così perfettamente distinte, riescono a donarci ontologicamente i due personaggi: uno con il volto calpestato dal dolore di un amore che non esiste, o meglio esiste solo nella sua mente; l’altro con lo sguardo fiero di chi l’amore forse non lo concepisce nemmeno.

“Le lettere d’amore fanno solo ridere...", canta Roberto Vecchioni in un suo testo, ed è proprio questo che fa il narratore mentre legge la lettera dell’innamorata. Ride.

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 Cristian Giammarini

Cristian Giammarini