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Ascoli, Cacia: “Mi auguro che Società decida da subito di puntare a traguardi ambiziosi”

di Redazione Picenotime

giovedì 26 gennaio 2017

Il 33enne attaccante dell'Ascoli Picchio Daniele Cacia ha rilasciato una lunga e interessate intervista alla redazione di "B Magazine", il periodico ufficiale della Lega di Serie B. Il centravanti bianconero è il giocatore ad aver realizzato più gol nell'anno solare 2016 in Serie B, 20 come Francesco Caputo della Virtus Entella.

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"Il gol mi dà adrenalina, felicità, forza. Nei primi sei-sette secondi dopo aver segnato potrebbe passarmi davanti mia madre che non la riconoscerei. È una sensazione unica...".

Parole di Daniele Cacia, terzo marcatore di sempre della B con 126 reti (alle quali ne vanno aggiunte una segnata nei play-off con il Bologna e un’altra nei play-out con il Piacenza), pronto ad attaccare il primato di Stefan Schwoch che ne ha fatte 135.

"Al record ci penso non lo nego, sarebbe una grandissima soddisfazione personale e potrebbe servire ad attirare ulteriore attenzione sul nostro campionato. In Italia si parla moltissimo di calcio, si offre moltissimo spazio alla Serie A, la B, però, è un ottimo campionato e meriterebbe più visibilità".

Daniele, dopo aver vinto due campionati con Verona e Bologna, lo scorso anno sei ripartito da Ascoli.

"Qui la gente vive per il calcio, c’è grande interesse intorno alla società e alla squadra, è stata una bellissima sorpresa. Ascoli è una cittadina di 50.000 abitanti e allo stadio ci sono sempre 6-7.000 spettatori, in pratica una persona su sette...".

Come è il rapporto con la città e i tifosi?

"Bellissimo, esci di casa e ti fermano, ti incitano, sempre nella cordialità e senza mai esagerare. È una bella sensazione, personalmente mi fa piacere sentire tanto affetto e mi gusto ogni attimo, con la certezza che quando deciderò di chiudere la mia carriera le cose cambieranno. Di questi 10-15 anni rimarrà il ricordo".

Ci sono città più calde e altre più tiepide...

"A Piacenza, che è la città nella quale abiterò quando lascerò il calcio giocato, puoi girare tranquillamente che non ti ferma nessuno o quasi, la città non trasuda passione mentre Verona è l’esatto contrario. Giocare per l’Hellas è stato fantastico: i tifosi ti fermavano, volevano sapere, ti incitavano conquistare la serie A.".

E a Verona hai disputato un’ottima annata...

"Nel 4-3-3 di Mandorlini avrei giocato tutta la vita: l’allenatore mi chiedeva di fare una cosa sola, attaccare lo spazio davanti a me. Quello che so fare meglio!". 

Nella tua carriera hai giocato con un compagno accanto e con due esterni larghi...

"Vuoi sapere cosa preferisco? Dipende sempre dai movimenti che l’allenatore ti chiede di fare e dalle richieste nella fase di non possesso". 

Ricordi il primo gol?

"Certamente! L’ho segnato al Napoli con la maglia del Piacenza, in panchina c’era Gigi Cagni, fu un gran gol, ma rimediai una botta al polpaccio e rimasi fermo per un mese e mezzo. Era un Piacenza fortissimo, c’erano Di Francesco, Gautieri, Caccia, Statuto, Lucarelli...".

Che sfortuna...

"Andò proprio così: una ginocchiata sul polpaccio che si gonfiò moltissimo...".

Il tuo inizio di carriera non è stato fortunato. C’è pure un infortunio al perone. 

"Il perone l’ho rotto tre volte, la prima volta sei attraversato da mille pensieri. Sei giovane e pensi ai sacrifici che hai fatto per arrivare in prima squadra, poi guardi il bicchiere mezzo pieno e pensi di avere davanti a te ancora tanti anni".

Eri alla Ternana, cosa ricordi?

"Che la Fiorentina fallì e la  Ternana, allora come oggi in B, mi tesserò: una situazione ottimale, perché 15 anni fa un giovane non sempre trovava posto in B, spesso doveva scendere in C per giocare. Mi infortunai in estate, durante la preparazione in Val d’Aosta, contro la Reggina".

Il recupero?

"Il recuperò andò bene, ma io faticai per più di due anni. Mi riprese il Piacenza, la società alla quale devo moltissimo e io li ripagai con i gol".

Piacenza è diventata la tua casa...

"Proprio così! Di quel periodo devo ringraziare il presidente Garilli; Daniele Bernazzani che allenava la Primavera; Beppe Iachini, il mister che spesso incontro anche qui ad Ascoli, dove è nato, cresciuto e ha un ristorante".

Segnasti 34 reti in un paio d’anni, quindi il passaggio alla Fiorentina, il Lecce e poi la Reggina. E ancora Piacenza...

"La retrocessione della stagione 2010-11 è una ferita ancora aperta, la più grossa delusione sportiva. Il 10 marzo, prima di Atalanta-Piacenza, eravamo a un punto dai nostri avversari. Poi basta leggere i giornali, le pagine di cronaca più di quelle di sport per capire cosa è successo".

Ricordo una tua super partita con il Vicenza.

"Feci una tripletta, ma la retrocessione cancellò tutto".

Daniele a 33 anni sei il terrore delle difese. Ti sei dato delle tue regole di vita?

"All’inizio, fino a 20-21 anni, a tavola non sempre ero attento, poi mi sono dato delle regole che rispetto, con l’unica concessione del gelato...".

Cioè…

"Per il gelato vado matto: primavera, estate, inverno ne mangerei a chili… Conosco tutte le gelaterie delle città nelle quali ho giocato. Comunque ho una fortuna: il mio fisico brucia velocemen te le calorie in eccesso. E poi c’è la vita privata: convivo da quando ho 23 anni e cinque anni fa sono diventato papà per la prima volta".

Figlio maschio?

"Due figli maschi, il secondo, che ha due anni, va a dormire con la palla. Tutto bene, se non dicesse che vuole fare il portiere...".

A proposito di portieri: brutta vita, se pari hai fatto il tuo, se sbagli...

"Hai ragione! Più volte ho pensato alle differenze di umore e di sensazioni tra noi attaccanti e loro. Noi, anche se sbagliamo un rigore, abbiamo la possibilità di rimediare, l’errore impatta meno sulla partita, invece per il portiere va diversamente...".

Ora riprende il campionato: dove troveremo l’Ascoli a fine stagione?

"L’obiettivo è la salvezza, ma mi auguro che la Società decida di alzare l’asticella, mi piacerebbe che si iniziasse a pensare a traguardi più ambiziosi".

Per l’anno prossimo?

"Magari da subito, il mercato è aperto...".

Tu hai segnato 126 gol, Schwoch capocannoniere di sempre 135. Ma lui ha pure segnato un’autorete. A te è mai capitato?

"No, un’autorete mai. E, pensandoci, non ho neppure causato un rigore nella mia area...".



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Commenti

vincenzo
giovedì 26 gennaio 2017

Se lo dice il bomber.... come dargli torto....


Gstar
giovedì 26 gennaio 2017

Ma guarda un po' a volte com'è strana la vita.... In un mio post, ho "chiesto" alla Società ma soprattutto al Presidente Bellini di anticipare quel "voliamo insieme" attraverso qualche sforzo economico e di buona volontà...che tradotto significava "che si iniziasse (da subito) a pensare a traguardi più ambiziosi"...e oggi Daniele Cacia chiede gli stessi traguardi e lo stesso sforzo da parte della Società ed evidentemente del Presidente quasi con le stesse mie parole....che dire? WLF!


Enrico t
giovedì 26 gennaio 2017

Daccodissimo!!!


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