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Olimpiadi Invernali Sochi 2014, le pagelle degli azzurri

di Redazione Picenotime

lunedì 24 febbraio 2014

Si è conclusa con un bottino di otto medaglie la spedizione italiana a Sochi per l'edizione numero 23 dei Giochi Olimpici Invernali. Sono stati tre i metalli in più rispetto a Vancouver 2010, ma è mancato l'attesissimo oro senza il quale l'Italia è scivolata alla 22esima posizione nel medagliere finale dominato dalla Russia padrona di casa. Rispetto alle nostre previsioni sono state due le medaglie in meno (avevamo pronosticato 2 ori, 4 argenti e 4 bronzi), un bilancio complessivo da 6 in pagella sul quale pesano come un macigno i ben 8 quarti posti. E' una Nazionale che negli sport invernali non è più in prima linea come ai tempi di Alberto Tomba, Deborah Compagnoni, Stefania Belmondo, Manuela Di Centa e Silvio Fauner, c'è tanto da lavorare in vista della prossima edizione a Pyeongchang (in Corea del Sud), anche se non sono mancate le emozioni sulle nevi che si affacciano sul Mar Nero. Attraverso pagelle e giudizi dei nostri atleti di punta riavvolgiamo il film di un'Olimpiade che ci ha, come sempre, fatto soffrire, trepidare ed esultare.

Armin Zoeggeler: Voto 10. Era alla ricerca di quella medaglia che lo avrebbe lanciato nel gotha dello sport mondiale. Missione compiuta alla perfezione, nonostante la pressione di essere il portabandiera della spedizione azzurra. Il suo slittino non ha avuto sbandamenti in quattro manche da autentico maestro, a 40 anni ha conquistato il sesto podio in altrettante edizioni dei Giochi olimpici (2 ori, 1 argento e 3 bronzi). Mai nessuno come lui nell'ultracentenaria storia di Olimpia, è da considerare con merito il più forte sportivo italiano di tutti i tempi.

Arianna Fontana: Voto 9. La "first lady" della spedizione azzurra, con un argento e due bronzi preziosissimi ed una maturità agonistica da autentica fuoriclasse. E' arrivata a Sochi in una splendida condizione di forma, solo la sfortuna le ha impedito di conquistare un meritatissimo oro nei 500 metri e la quarta medaglia nei 1000.

Carolina Kostner: Voto 8. Dopo le delusioni di Torino 2006 e Vancouver 2010 è giunta a Sochi libera di testa e leggiadra sul ghiaccio. Impeccabile sia nella prova a squadre che nella gara individuale, ha tenuto incollati milioni di italiani davanti alla tv con la sua grazia. Il bronzo dietro a Kim e Sotnikova è un premio ad una carriera eccezionale, l'Italia dovrà aspettare a lungo per ritrovare una pattinatrice di livello così eccelso.

Christof Innerhofer: Voto 7,5. Torna finalmente protagonista lo splendido "Winnerhofer" che conquistò tre medaglie ai Mondiali di Garmisch nel 2011. In discesa si prende l'argento con una gara quasi perfetta a soli 6 centesimi dall'oro, in supercombinata compie un autentico capolavoro conquistando il bronzo grazie ad un'incredibile manche di slalom. Esce purtroppo nel Super-G dopo 11 secondi per un errore banale, in una gara che visto lo stato di forma e il grande entusiasmo lo vedeva come favorito numero uno.

Dorothea Wierer, Karin Oberhofer, Dominik Windisch e Lukas Hofer: Voto 7. La vera sorpresa della spedizione azzurra in Russia è stata rappresentata dai ragazzi e dalle ragazze del biathlon. Sempre protagonisti e combattivi in tutte le gare, sia individuali che nelle staffette, con la ciliegina sulla torta di un bronzo nella mista che va a colmare un vuoto in questa disciplina datato Nagano 1998 (argento di Pieralberto Carrara). La concorrenza è altissima, ma considerata la giovane età media e l'entusiasmo che solo una medaglia olimpica può regalare, questo fantastico gruppo può donare molte soddisfazioni allo sport italiano nei prossimi anni.

Alessandro Pittin: Voto 6. Il bronzo di Vancouver 2010 veniva da una stagione tutt'altro che eccezionale, soprattutto a causa di problemi fisici, ma nella sua gara ha ritrovato le giuste sensazioni con un quarto posto a soli 12 decimi dal bronzo figlio di una strepitosa frazione di fondo che lo ha visto recuperare ben 21 posizioni in dieci chilometri.

Nadia Fanchini: Voto 5,5. La 27enne campionessa bresciana rappresentava la punta della squadra azzurra nello sci alpino, poche atlete al mondo possono vantare piedì cosi raffinati sulla neve. Sfiora la medaglia nel gigante con un amaro quarto posto ad 11 centesimi dal bronzo, non brilla in Super-G con un decimo posto ampiamente al di sotto delle sue potenzialità, male in discesa con una 22esima posizione. Resta comunque la nostra sciatrice più talentuosa.

Omar Visintin: Voto 5. Era forse la nostra speranza d'oro più concreta dopo i successi in serie in Coppa del Mondo, ma lo snowboard cross è una specialità che nasconde insidie dietro ogni centimetro ed ha dovuto alzare bandiera bianca in semifinale a causa di una caduta che ne pregiudicherà anche il finale di stagione. Appuntamento per Pyeongchang 2018, il ragazzo ha classe e spregiudicatezza da vendere.

Manfred Moelgg: Voto 4,5. Il 31enne di Brunico non veniva da una stagione eccezionale, ma negli ultimi anni non aveva mai deluso negli appuntamenti importanti e rappresentava la nostra più concreta speranza di medaglia nelle discipline tecniche dello sci alpino. Non ha trovato però il feeling con la neve, è parso demoralizzato ed è uscito sia in gigante che in slalom dopo due prime manches piuttosto sotto tono.

Roland Fischnaller: Voto 4. I siti specializzati e lo stesso presidente del Coni lo accreditavano di concrete possibilità di medaglia (anche del metallo più prezioso), ma il 33enne di Bressanone ha steccato ancora una volta l'appuntamento olimpico dimostrando evidenti lacune sul piano della personalità. Disastroso nel gigante parallelo (eliminato già nelle qualificazioni), un pelo meglio in slalom dove è stato fatto fuori ai quarti dallo scatenato russo Wild.

Federico Pellegrino: Voto 3. Un giudizio negativo da estendere a tutto il movimento dello sci di fondo, in profonda crisi dopo decenni stellari. Il 23enne puledrino aostano si è spento improvvisamente nella semifinale della Sprint, gara dove vantava ampie possibilità di podio. Malissimo nella Sprint di coppia in tecnica classica con Noeckler, prova in cui non si riponevano comunque troppe speranze. Ha bisogno di ritrovarsi mentalmente e deve essere assistito al meglio dai tecnici federali, ha tutti i mezzi per recitare un ruolo da protagonista in Corea tra quattro anni.

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Armin Zoeggeler

Armin Zoeggeler