STOCCAGGIO GAS, CONTINUA LA BATTAGLIA DEL M5S SAMBENEDETTESE
di Redazione Picenotime
venerdì 01 marzo 2013
Pubblichiamo integralmente il comunicato inoltratoci dall'ufficio stampa del Movimento 5 Stelle di San Benedetto del Tronto in merito all'ordine del giorno sulla
querelle relativa allo stoccaggio di gas.
Il consiglio comunale di Mercoledì 27 febbraio 2013 ha offerto molti interessanti spunti di riflessione,
tuttavia un episodio in particolare ha calamitato la nostra attenzione poichè fotografa con esattezza la schizofrenia della politica a differenti scale ma dagli
identici comportamenti: l'affaire GasPlus. A orari indecenti per una vera discussione partecipata, "capigruppo" dalla fervida fantasia e dalla memoria
corta hanno pensato bene di presentare, senza alcuna condivisione, un rifiuto al progetto di stoccaggio di gas nel sottosuolo della città di San Benedetto del
Tronto. E allora ci si chiede cosa sia cambiato in poche settimane, tale e tanta la convinzione su una contrarietà che solo qualche mese fa alimentava rossori,
abbassava gli sguardi, seminava paure nella maggioranza, fra crisi di coscienza e rigurgiti di neoliberismo. E l'ordine del giorno viene accolto, anche se non
all'unanimità a causa dell'evidente diserzione del gruppo PDL che aveva lasciato precedentemente l'aula del Consiglio, perchè il Movimento Cinque
Stelle, con coerenza, appoggia le iniziative per il bene comune, da qualunque parte politica esse provengano.
Il primo Consiglio Comunale post-elezioni rischia
però di impartire al gruppo a 5 Stelle una lezione politica: le parole della Maggioranza non hanno più un significato e mortificano le promesse, come
quelle espresse pubblicamente durante il Consiglio Comunale del 10 Dicembre 2012 dove al Movimento veniva imputato un comportamento politicamente non corretto
per aver presentato un ordine del giorno sul tema stoccaggio, non avendo prima cercato una condivisione con tutti gli altri membri del Consiglio, o quelle fatte a
decine di persone durante l'ultimo incontro della Commissione Cittadina. Promesse fatte dai rappresentanti di un governo della città non rispettoso degli
impegni presi e non curante dell'impegno altrui.
Il Movimento Cinque Stelle rifiuta la "lezione" di questa Maggioranza ipocrita e supponente, che
agisce sull'onda della convenienza immediata, che non si informa e che non informa, che richiede approfondimenti di cui poi ignora i risultati, che getta la croce
addosso ai propri tecnici costretti fra le grida del padrone e il sussurro della propria coscienza. Il Movimento Cinque Stelle rivendica il proprio lavoro di
informazione, compiuto attraverso decine di confronti con la cittadinanza, centinaia di osservazioni inviate ad azienda e Ministero, migliaia di ore passate a studiare
documenti, confrontare pareri, verificare ipotesi, interpellare scienziati, in definitiva "a formarsi un'opinione obiettiva e indipendente" sull'utilizzo e
sulla gestione delle risorse energetiche e sullo
stoccaggio di gas in particolare.
Già, in particolare, perchè anche se non minimamente menzionato nel testo dell'ordine del giorno proposto dai capigruppo di maggioranza, rimarrebbe comunque il rischio di stoccaggio della CO2. Anche i 7561 cittadini firmatari dell'invito diffida inviato
ai vari Ministeri, come anche al Presidente della Giunta della Regione Marche, al Presidente della Provincia di Ascoli Piceno e al Sindaco del Comune di San
Benedetto del Tronto rivendicano il riconoscimento per la loro attiva partecipazione che noi invece riteniamo essere stata anch'essa fondamentale per il
raggiungimento di questo importante risultato; come è stata fondamentale la grande opera delle Associazioni cittadine, Ambiente e Salute nel Piceno in testa,
che hanno dedicato tempo ed energie a questa battaglia che però sappiamo non essere affatto conclusa.
Nulla di tutto questo viene ricordato
in quel documento e ciò lo costatiamo con estremo rammarico e con evidente disappunto. Il Movimento Cinque Stelle sostiene inoltre con forza la necessità
dell'approfondimento critico in ogni aspetto del governo della città, in particolar modo quando vengono messi in pericolo, da qualunque scellerata iniziativa,
i diritti della cittadinanza non negoziabili, quali il diritto alla salute e il diritto alla proprietà.

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