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Ascoli Piceno, si presenta ''La vittoria di Lepanto''del sacerdote Mattei

di Redazione Picenotime

mercoledì 18 ottobre 2017

Venerdì 20 ottobre alle ore 17,30 presso la Biblioteca Comunale di Ascoli Piceno si terrà l’incontro culturale per la presentazione della ristampa del cantico "La vittoria di Lepanto", scritto dal sacerdote Tommaso Mattei. L’opera consiste nella ristampa anastatica con l'inserto di alcune note biografiche sull'autore ed è stata curata da Matteo Mattei, pronipote di Tommaso, ed edita dal Gruppo Fas.

L’incontro dedicato alla "Battaglia di Lepanto", ai fatti e alle gesta dei protagonisti partiti anche dalle terre picene, è stato organizzato dall’autore e dal Gruppo Fas, con il patrocinio del Comune di Ascoli Piceno, assessorato alla Cultura. All’evento parteciperanno l’assessore alla Cultura Giorgia Latini, l’autore Matteo Mattei, Dario Nanni  con un intervento su “La partecipazione spelongana alla Battaglia di Lepanto”, accompagnato dalla proiezione dei una video intervista al Professor Alessandro Barbero, docente di storia medievale, Luigi Girolami sui “Retroscena dei contributi ascolani alla vittoria di Lepanto” e Gianni Brandozzi che curerà l’esposizione finale dell'antica cartografia originale di Lepanto (esposizione mappa Francesco Valegio 1572). Modererà l’editore Marco Corradi.

Il ricavato della vendita del volume sarà poi devoluto in beneficenza, a favore della ricostruzione della chiesa di Favalanciata, distrutta dal sisma.

“Dopo i tragici fatti dei terremoti del 24 agosto e del 30 ottobre 2016 – spiega l’autore Matteo Mattei - ho scoperto per caso una pubblicazione di un mio antenato. Questo libretto, unico esemplare noto, è custodito nella biblioteca comunale di Ascoli Piceno, e si tratta di un canto sulla battaglia di Lepanto. L’autore è un mio avo, Tommaso Mattei, Rettore del Ritiro Ecclesiastico e canonico della cattedrale di Ascoli Piceno, nonché Maestro di Rettorica, che, scrisse questo poemetto probabilmente in occasione dei 300 anni da Lepanto. Questa opera mira a mantenere viva la memoria storica legata all’alta valle del Tronto e alla frazione di Favalanciata e a raccogliere fondi a favore di questo paese, luogo di origine della mia famiglia”. 

Chi era Tomaso Mattei

Tommaso Mattei nasce da Francesco e Apollonia nel borgo di Favalanciata l’11 giugno 1842, indirizzato dal premuroso padre agli studi latini sotto la guida del Parroco Putini a Colle di Arquata il quale vedeva nascere in lui di giorno in giorno una certa passione alla cultura, alla natura e all’arte del Signore. In quello stesso periodo all’età di 12 anni fu iscritto alla scuola dei Padri Gesuiti di Ascoli Piceno dove scoprì la vocazione al sacerdozio che lo portò a diventare alunno del Seminario Diocesano. Tommaso era un ragazzo intelligente e in poco tempo si fece notare dai suoi superiori, tra questi il docente di letteratura Cinaglia. Inizianò a realizzare composizioni letterarie degne di nota, come scriverà Riccardo Gabrielli: “Dotato di eletto ingegno, di fantasia vivace e gagliarda, si era talmente approfondito nello studio dei classici divenuti per lui famigliari”1. Ottenne ben presto la cattedra di rettorica nelle aule del seminario e la stima comune di ottimo maestro. Nel 1885, a 43 anni, S.E. Mons. Bartolomeo Ortolani lo volle Rettore del Ritiro Ecclesiastico, Divenne canonico della cattedrale di Ascoli all’età di 50 anni. Durante il suo mandato ebbe un occhio di riguardo alle bellezze artistiche e culturali cittadine restaurando a sue spese le cappelle barocche della chiesa di S. Maria della Carità, detta “la Scopa”; come testimoniato dal cartiglio posto nella parte alta della navata destra. Molte altre opere meritorie furono realizzate per suo volere, da ricordare anche l’importante restauro della chiesa del suo paese natio, quella di San Sebastiano a Favalanciata, i lavori terminarono il 23 ottobre 1886. Venne sepolto nella chiesa di Favalanciata. L’8 gennaio 2009, nella chiesa di Favalanciata, in occasione dei cento anni dalla sua morte, si è celebrata la messa a suffragio presieduta dal vescovo Mons. Silvano Montevecchi con la partecipazione del clero diocesano.


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