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Ascoli Calcio, Ninkovic alla Gazzetta: “Spero di ripagare fiducia Vivarini. Sto bene in bianconero”

di Redazione Picenotime

sabato 19 gennaio 2019

Nikola Ninkovic è tornato a parlare sulle colonne dell'edizione odierna della "Gazzetta dello Sport". Il 24enne fantasista serbo, che ha collezionato 16 presenze con la maglia dell'Ascoli nel girone d'andata del campionato di Serie B impreziosite da 2 reti e 4 assist, si è raccontato nel corso di un'interessante intervista rilasciata a Matteo Pierelli.

Ninkovic, su di lei in tanti hanno spesso belle parole. Ma le promesse, per ora, non sono state rispettate fino in fondo. 

"I problemi fisici non mi hanno dato tregua. Ma ad Ascoli ora sto bene e giocando con continuità metterò in mostra il meglio delle mie qualità".

Jovetic, quando era all'Inter, disse: "Per il futuro segnatevi il nome di un ragazzo del Partizan, la mezzapunta Ninkovic".

"Io e Jo-Jo ci conosciamo da tanti anni, anche lui è arrivato giovanissimo a Belgrado. Quello del Partizan è uno dei settori giovanili migliori del mondo".

Tra l'altro a Jovetic ha tolto anche un record di precocità...

"Sì, nel 2012, quando avevo 17 anni, sono diventato il più giovane capitano della storia del Partizan e del campionato serbo, superando di pochi giorni proprio Stevan".

I derby con la Stella Rossa sono delle autentiche battaglie.

"L'atmosfera è incredibile, difficile da descrivere. A Belgrado i tifosi delle due squadre vivono per quell'appuntamento. Io tifo Partizan fin da bambino, come mio papà. Sono arrivato in società a 7 anni e vi lascio immaginare come sentivo quella partita".

Anche l'esordio nel preliminare di Champions League (nel Luglio 2011) a 16 anni ha lasciato il segno.

"Quando mi hanno detto di entrare in campo ero teso, è normale. Poi quando ho cominciato a giocare tutto è passato. Ricordo purtroppo che il turno successivo uscimmo contro il Genk che aveva in squadra Kevin De Bruyne".

Per il Partizan l'amore è sconfinato: nel 2016 rifiutò il trasferimento al Napoli perchè in quel caso la società serba, in difficoltà economica, non avrebbe incassato nulla dalla sua cessione (sarebbe andato via a parametro zero) mentre il Genoa verso 500mila euro.

"A Napoli avrei anche guadagnato di più, ma in quella squadra non avrei mai trovato spazio: erano molto forti e io avevo bisogno di giocare".

Il Genoa poi la prestò al Chievo, sei mesi da dimenticare. Una presenza e solo sette minuti giocati.

"Arrivai l'ultimo giorno del mercato di gennaio, in una squadra che aveva dei meccanismi collaudati da anni. La difficoltà con la lingua fece il resto".

Anche il ritorno al Genoa fu contraddistinto dai problemi con l'italiano.

"Un giorno in allenamento non avevo capito come fare un esercizio che mi aveva chiesto Juric. E lui sbottò: "Non è possibile, sei qui da sei mesi e non hai ancora imparato l'italiano?". Se consideriamo che già avevo saltato il ritiro a Neustift per la pubalgia, il mio destino sembrava segnato. Invece dopo, piano piano, ha cambiato un po' il giudizio su di me".

Tanto da farla esordire da titolare in Serie A contro il Milan, nella vittoria per 3-0 dell'Ottobre 2016 a Marassi.

"Un gol di testa in tuffo: non lo dimenticherò mai. In porta c'era Donnarumma. Il destino ci mise lo zampino, io fin da bambino, oltre al Partizan, tifavo Milan".

In Serbia lei è considerato una testa calda. Merito di una lunga squalifica che gli ha rifilato la federazione serba dopo una rissa all'Europeo Under 19.

"Sono passati tanti anni, era l'estate 2012, ma quell'episodio di certo non mi ha favorito, non ho praticamente più giocato in nessuna Nazionale".

Il suo soprannome è Dzigi, cosa significa?

"Niente. Me l'hanno dato alcuni miei amici da bambino e me lo sono portato sempre dietro. In Italia mi chiamano tutti Ninko, in Serbia se uno mi chiama Ninko neanche mi giro: per tutti sono Dzigi".

Ad Ascoli ha scelto l'11 di maglia, perchè?

"E' il mio numero preferito, quello che avevo al Partizan. Se posso scegliere prendo quello. Lo scorso anno ad Empoli era occupato e giocavo con il 27".

Ha portato fortuna...

"Abbiamo dominato il campionato, io ho saltato la parte finale della stagione per la pubalgia. Ma conservo comunque un ottimo ricordo: giocavamo bene ed il gruppo era molto affiatato. In più ho conosciuto Vivarini che la scorsa estate mi ha portato ad Ascoli. Spero di ripagare la fiducia".


Foto da Gazzetta dello Sport

Foto da Gazzetta dello Sport

© Riproduzione riservata

Commenti

LORENZO CAPRO'
sabato 19 gennaio 2019

SOLO UNA PAROLA: FENOMENO


Giovanni Gennaretti
sabato 19 gennaio 2019

Grande giocatore, meriti ogni fortuna, sperando di restare il più possibile in Ascoli.


Albardialbissola
sabato 19 gennaio 2019

Un lusso per la Serie B Se migliora dal punto di vista della finalizzazione e comportamentale sfonda tranquillamente anche in A


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