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Guardia di Finanza Ascoli, bloccata frode fiscale di imprese chimiche nazionali e comunitarie

di Redazione Picenotime

martedì 05 febbraio 2019

Dall’inizio di quest’anno è in vigore la riforma dei Reparti territoriali della Guardia di Finanza. Concepita per garantire una più diffusa presenza delle Fiamme Gialle sul territorio nello svolgimento della mission di polizia economico-finanziaria a tutela del bilancio pubblico, delle Regioni, degli Enti locali e dell’Unione Europea.

La revisione fa seguito a quella che, a partire dal 2018, ha interessato i Reparti Speciali del Corpo, rendendoli più snelli e operativi anche al fine di fornire maggiore collaborazione alle Authority di riferimento (Autorità Nazionale Anticorruzione, Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, Autorità Garante per la Privacy, Autorità di Regolazione per Energia, Reti e Ambiente e Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni).

Sono tante le novità introdotte con la nuova riforma, tra le quali l’istituzione di nuovi Gruppi territoriali - uno almeno per ogni provincia - farà sì che venga assicurata più efficacemente la funzione di indirizzo e coordinamento dell’attività svolta nell’ambito del territorio assegnato.

Con l’aumento dei corsi di addestramento presso l’Accademia di Bergamo e la Scuola Ispettori e Sovrintendenti dell’Aquila saranno prossimamente assegnati a tutti i Reparti giovani Ufficiali ed Ispettori laureati che saranno successivamente chiamati a frequentare, presso le varie scuole di post-formazione ed alta specializzazione (Scuola P.E.F. del Lido di Ostia, Scuola Alpina di Predazzo, Scuola Nautica di Gaeta e di Addestramento Specialistico di Orvieto) specifici corsi per elevare, ancor di più, il livello di preparazione tecnico-professionale.

L’intento è evidente: non solo l’innalzamento della qualità della presenza dei Reparti sull’intero territorio, ma anche e soprattutto la crescita dei livelli di responsabilità, compiuto con l’affidamento di tutte le unità operative a militari di qualificata competenza.

La riforma, insomma, attuata proprio nella ricorrenza, per il Corpo, dei 245 anni dalla sua fondazione, giunge dopo l’istituzione della polizia economico-finanziaria avvenuta con il Decreto Legislativo 19 marzo 2001 n. 68 e risponde all’esigenza di adeguare la struttura ordinativa della Guardia di Finanza alle sempre maggiori richieste d’intervento istituzionale dettate dall’attuale contesto socio-economico.

In questo periodo nodale del processo di riorganizzazione degli assetti territoriali del Corpo, il primo importante successo operativo del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Ascoli Piceno ha consentito di bloccare un’articolata frode fiscale, coinvolgente numerose imprese nazionali e comunitarie operanti nel settore della chimica e dei solventi, caratterizzata da una rilevante massa impositiva sottratta all’Erario ed un’ingente evasione dell’I.V.A., perpetrata attraverso un ingegnoso sistema di transazioni commerciali con soggetti comunitari ed esteri (Romania, Slovenia, Serbia).

Come rilevato nel corso delle attività d’indagine esperite dal Gruppo di Ascoli Piceno nei confronti di due imprese locali, lo schema fraudolento utilizzato è stato quello della “frode carosello” e ha visto coinvolti 35 soggetti giuridici diversi che, attraverso l’emissione di fatture riferite ad operazioni inesistenti da parte di società cc.dd. “cartiere” e l’interposizione di altre società “filtro” create ad hoc, hanno conseguito l’illecito risparmio di imposta negli Stati membri – tra cui l’Italia – e i Paesi comunitari ove sono ubicate le imprese coinvolte nella frode.

L’attività del “nuovo” Reparto di Ascoli Piceno ha consentito di ricostruire i rapporti economici e commerciali intervenuti tra le citate società, rilevando false fatturazioni per oltre 12 milioni di euro, per le quali sono state individuate, altresì, connesse violazioni all’imposta sul valore aggiunto per circa 4,2 milioni di euro; 3 sono le persone denunciate all’Autorità Giudiziaria per le fattispecie di reato relative all’emissione e all’utilizzo di fatture per operazioni inesistenti, oggi interessate anche alle proposte di sequestro preventivo di beni e valori per oltre 2,6 milioni di euro.


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