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Ceccarini presenta Ascoli-Livorno: “Rammarico per trasferta negata a sostenitori amaranto”

di Redazione Picenotime

giovedì 07 marzo 2019

Abbiamo affidato alla penna di Marco Ceccarini, giornalista del portale toscano Amaranta.it, la presentazione dalla sponda amaranto del match che metterà di fronte Ascoli e Livorno allo stadio "Del Duca" nel pomeriggio di Domenica 10 Marzo per la 28esima giornata del campionato di Serie B. 

Quella tra Livorno ed Ascoli, che si giochi ad Ascoli od a Livorno, è per me una sfida particolare. So bene che le tifoserie non si amano e sono tra loro fortemente contrapposte, tanto che il viaggio nelle Marche è stato proibito ai supporter amaranto. Ma a volte ci sono situazioni e gare che a livello individuale sfuggono a tutto, anche alla logica, compresa la logica del tifo. E’ chiaro che personalmente sostengo il Livorno, ma l’Ascoli è una squadra che mi è sempre stata simpatica, fin dai tempi in cui, da bambino, sotto la guida di Carletto Mazzone, futuro allenatore del Livorno, grazie ai gol di Renato Campanini e alle giocate di Massimo Silva, approdò per la prima volta in Serie A. Erano gli anni Settanta. Ero alle medie. Ricordo ancora che alla domenica, quando la sera guardavo la tivù, speravo in un risultato positivo della squadra bianconera. Mio babbo mi aveva detto che una delle colonne di quella squadra, Mario Colautti, era stato al centro della difesa amaranto negli anni Sessanta. E questo mi bastava.

Era l’Ascoli di Costantino Rozzi, il Presidentissimo, uno dei patron più incredibili del calcio italiano, colui che ricostruì lo stadio Del Duca in soli tre mesi, quello che portava le birre ghiacciate ed i gelati ai suoi operai che erano impegnati a rifare l’impianto ascolano in vista del primo campionato di A. Proprio Rozzi, nei primi anni Ottanta, ingaggiò uno dei giocatori che a Livorno, qualche anno prima, mi avevano incantato, Alessandro Scanziani, e sempre Rozzi da lì a poco ingaggiò due calciatori che colpirono, e molto, la mia fantasia di giovane innamorato del pallone: il primo fu l’ivoriano François Zahoui, oggi tecnico della nazionale del Niger dopo aver guidato anche la Costa d’Avorio, per il quale il patron non esitò a mandare alla Stella Club Abidjan, oltre ai soldi, anche delle tute da ginnastica; il secondo fu il brasiliano Jeorge Juary, quello che ad ogni gol andava alla bandierina a danzare, eroe di un calcio che non c’è più, che già aveva giocato nell’Avellino e nell’Inter.

Ma ad avvicinarmi all’Ascoli, cosa che per un livornese – detta così – può sembrare un’eresia, è stato anche e soprattutto un fatto personale. Quando diciassette anni fa venni aggredito da alcuni sedicenti tifosi nella tribuna stampa dello stadio di Pisa senza ricevere nemmeno una parola di solidarietà dagli organismi di categoria dei giornalisti, ma anzi trovandomi accusato da alcuni “colleghi” pisani di aver istigato quei fatti perché in tal modo, forse, volevano giustificare l’ingiustificabile, quando mi trovai in quella non piacevole situazione, tra le poche voci che si alzarono in mia difesa, e chiesero per me giustizia, ci fu quella di un giornalista che seguiva l’Ascoli, Leonardo D’Ippolito, che alcuni anni dopo, con Roberto Benigni presidente, è stato anche addetto stampa e dirigente del club bianconero. Leonardo scrisse tra l’altro una bellissima prefazione in un mio libro che in seguito pubblicai proprio su quegli episodi. E non si è mai risparmiato nel sostenere che le accuse che mi erano state mosse erano semplicemente infondate.

Con Leonardo siamo stati assieme, diverse volte, a seguire la partita tra Livorno ed Ascoli, sia in Serie A che in B e perfino in C, ognuno sostenendo i propri colori, ma sempre nel rispetto reciproco, sempre con un pranzo o una cena a far da contorno all’evento sportivo. Ricordo anche una volta, a Firenze, suo ospite mentre la squadra bianconera ultimava la preparazione in vista della partita con la Fiorentina. Un’esperienza significativa.

Lo sport, è bene non dimenticarlo, dovrebbe unire, non dividere. La rivalità sportiva non deve mai tracimare in violenza. E quindi, nel rammaricarmi per il fatto che la trasferta di Ascoli è stata negata ai sostenitori del Livorno, concludo auspicando che in campo le due squadre onorino il gioco del football e la lealtà sportiva. E’ inaccettabile che, per impedire a delle estreme frange di scontrarsi tra loro, ci rimettano, come al solito, delle intere tifoserie fatte di famiglie e di sportivi amanti del calcio.


Marco Ceccarini

Marco Ceccarini

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Commenti

San Marco
giovedì 07 marzo 2019

Bellissima intervista. I complimenti sono dovuti alla Redazione di Picenotime come sempre grandi professionisti. Complimenti ed onore a Marco Ceccarini augurandogli anche le piu' grandi soddisfazioni. Sempre ForzaAscoli.


Platano
giovedì 07 marzo 2019

Ma quale rammarico per la trasferta vietata, sono sempre venuti in numero ridicolo.


walter rossi ps
giovedì 07 marzo 2019

Applausi a questo giornalista, sentire queste parole sulla nostra storia da un livornese è emozionante, davvero, chapeau!


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