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Atletica, Koutiki e la Legnante d'oro agli Europei di Swansea

di Redazione Picenotime

sabato 23 agosto 2014

Le sorprese non finiscono mai ai Campionati Europei IPC di atletica leggera paralimpica di Swansea. Alla quarta e penultima giornata di competizioni, grazie ai trionfi di Assunta Legnante e Ruud Koutiki, e al secondo posto di Arjola Dedaj, l’Italia scala il medagliere e va ad occupare l'undicesima posizione in classifica con 4 ori, 5 argenti e 2 bronzi.

Non si arresta la fame di vittoria per Assunta Legnante, protagonista di una gara a luci ed ombre in una competizione a lei meno familiare, il disco F11/F12. Dopo aver dominato il peso, la lanciatrice napoletana ha agguantato l’oro al primo lancio con 1068 punti e la misura di 29,91 metri, a cui sono seguiti 4 nulli e un discreto 29,28 all’ultimo tentativo: “Di positivo c’è solo la medaglia, ho lanciato male e ho lanciato poco. In allenamento faccio 35 metri, qui solo 29. Non ho una regolarità tecnica e il disco è sempre un’incognita per me. C’è da lavorare ancora tanto, però 11 medaglie all’Italia su 13 convocati è un risultato ottimo. Il gruppo è ottimo e il futuro lo sarà altrettanto. Se continuiamo a promuovere il nostro sport con queste medaglie, più ragazzi verranno a fare atletica e nasceranno altri campioni”.

In pista invece, nei 400 metri T20 Ruud Koutiki ha condotto una gara praticamente perfetta, battendo al traguardo il rivale di sempre, lo spagnolo Dionibel Rodriguez che per 9 centesimi di secondo si è dovuto accontentare dell’argento. Con il metallo più prezioso ed il primato personale di 49,73 secondi, lo sprinter azzurro raggiunge quota 9 medaglie conquistate in eventi internazionali: “Per me è una grande soddisfazione, è la prima vittoria in una manifestazione IPC, sono molto felice. Ringrazio il mio allenatore Mauro, tutti gli amici della FIDAL di Ascoli Piceno e Carlo, il fisioterapista della Nazionale, che mi ha caricato prima della gara. Voglio dedicare questa medaglia alla mia nonna scomparsa pochi giorni fa. In gara pensavo a tenere a bada lo spagnolo e l’ucraino, poi all’ultima curva ho sentito che potevo dare ancora di più”. Già campione europeo Inas sulla stessa distanza a Bergen Op Zoom (Olanda) quest’anno, il 24enne nato a Brazzaville ma naturalizzato italiano, ha messo in campo tutto il suo formidabile talento da velocista per ipotecare obiettivi ancora più grandi: “Il mio progetto più importante è Rio se si può e ci arrivo”.

A questi Europei infine, non c’è due senza tre per Arjola Dedaj, la migliore esordiente tra le fila della Nazionale. Con l’argento vinto oggi nei 200 metri T11 e un crono di 29.11, la 32enne azzurra torna a casa con il bottino pieno di medaglie dopo aver conquistato già un argento nel salto in lungo e un bronzo nei 100 metri: “Speravo in un migliore risultato nei 200 anche se ero un po’ stanca perché era la quarta giornata di competizione con cinque gare nelle gambe. Questo è solo l’inizio di una lunga strada, mi aspetta un inverno di duro lavoro e voglio presentarmi in forma per i Mondiali del prossimo anno. Ogni fine gara è stato per me il momento più bello. Salire sul podio è sempre una grande emozione e confrontarsi con le avversarie è un interscambio non solo atletico, ma anche sociale e culturale che mi ha arricchito e che nella vita serve sempre”. Parola all’atleta guida Giulia Riva, il cui ruolo è stato fondamentale per il successo della compagna nello sprint: “Porto a casa due argenti e sono felicissima, questa è stata un’esperienza indimenticabile. In finale abbiamo fatto una partenza più veloce di ieri, eravamo sul rettilineo all’altezza della turca (la vincitrice Oznur Yilmazer, 28.69), poi abbiamo sentito una botta di vento contro e abbiamo dovuto stringere i denti fino alla fine. È andata benissimo”.


legnante in azione

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