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Castel di Lama, in Municipio lo spettacolo natalizio ''Canto di un pastore''

di Redazione Picenotime

mercoledì 11 dicembre 2019

In piena atmosfera natalizia va in scena a Castel di Lama, Sala Consiliare del Municipio, Sabato 14 Dicembre, alle ore 18, appuntamento con lo spettacolo "Canto di un pastore". Testo e regia di Ottaviano Taddei, costumi Anna Vaccarini, musiche Alex Ricci, pupazzi della compagnia del rospo rosso, con Cristina Cartone e Luca Settepanella. Una produzione del Teatro Stabile d'Abruzzo, in collaborazione con TerraTeatro e con il contributo della Fondazione Tercas.

"Lo spettacolo - spiega il regista - parte dalla volontà di affrontare i racconti della tradizione abruzzese, avendo sempre l’obiettivo finale di un lavoro di messa in scena rivolto in particolare alle nuove generazioni. I pastori sono uno dei simboli più ricorrenti della tradizione abruzzese, esistono, nella loro mitica presenta millenaria. E’ questa immagine suggestiva che vogliamo riportare in luce, valorizzandola attraverso un lavoro di memoria storica, per tradurla infine sulla scena anche con il contributo della musica tradizionale dal vivo".

La messinscena parte, appunto, dal concetto di Spartenza, una serenata con la quale i pastori abruzzesi salutavano le mogli e le fidanzate prima di partire per l'annuale transumanza invernale verso il Tavoliere delle Puglie. 

Protagonisti della vicenda sono un pastore di nome Sebastiano, detto Bastiano, e sua moglie Crisaldina. Il tempo nel quale i due si muovono è quello compreso tra i mesi primaverili e quelli estivi, quando il pastore, dalla Puglia, dove ha affrontato l'ennesima transumanza, torna al suo paese, ai suoi affetti e ad una vita normale . Ma già, tra ricordi e serenate, ricomincia il da farsi per il nuovo viaggio verso i pascoli invernali. Elemento fondamentale della narrazione è la transumanza che qui è intesa non solo come spostamento di greggi ma anche come movimento di intere popolazioni da un luogo all'altro in cerca di sopravvivenza. Attraverso i canti, l'uso in scena dei pupazzi e delle marionette, i bambini vengono trasportati in un Abruzzo antico, fatto di giochi di una volta, di cibi di un tempo ormai lontano, di una vita immersa completamente nella natura e nel flusso delle stagioni.

Nel suo complesso, il lavoro si propone il recupero di storie legate ad un territorio ricco di storie, ad un mondo oramai scomparso che ha bisogno di essere  ripensato in un contesto del tutto nuovo come quello moderno. 


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