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''Alleva la Speranza'', la campagna di raccolta fondi promossa da Legambiente

di Redazione Picenotime

giovedì 12 dicembre 2019

Tenacia e riscossa sono le parole che meglio raccontano i sentimenti e le storie di chi è rimasto sul territorio e, a più di tre anni dalla sequenza di scosse che ha sconvolto il centro Italia, resiste alle avversità e ai tempi lunghi della ricostruzione post sisma per portare avanti il proprio progetto di vita. Valentina Capone di Amatrice (Ri), Simone Vagni di Cascia (Pg), Angela Catalucci di Acquasanta Terme (Ap) e Massimo Pierascenzi di Valle Castellana (Te) sono i quattro nuovi beneficiari di Alleva la Speranza, la campagna di crowdfunding lanciata da Legambiente in collaborazione con Enel sulla piattaforma Planbee, dedicata agli allevatori delle aree colpite dal terremoto. 

“Siamo alla terza ‘tappa’ di questa campagna lanciata nel novembre del 2018 - afferma Enrico Fontana, responsabile dell’Ufficio nazionale Economia civile di Legambiente - che ci ha già visto inaugurare le prime due stalle, ad Amatrice e Ussita, realizzate grazie alla generosità di tantissime persone e al contributo di Enel. È una campagna che si arricchisce di quattro nuovi protagonisti, che si vanno ad aggiungere agli altri 8 coinvolti finora: donne e uomini innamorati dei territori in cui vivono e dove vogliono continuare a svolgere le loro attività. Sono loro i protagonisti di quella rinascita dell’Italia centrale, così profondamente segnata dalla scosse di terremoto che si sono susseguite dal 24 agosto del 2016, fondamentale per la ricostruzione, oltre che degli spazi fisici, delle comunità”.

Nella frazione di Bagnolo ad Amatrice (Ri), Valentina Capone (34 anni) è titolare da un anno dell’azienda fondata da sua nonna, poi passata a sua madre. “O rinnovo l’azienda oppure si chiude” spiega, e il suo sogno è di incrementare la sua produzione di miele. La sua casa non è stata danneggiata dal terremoto, ma non può rientrarvi perché le abitazioni intorno non sono agibili; inagibili anche l’abitazione dei suoi genitori e il fienile. Negli ultimi anni, l’azienda ha trasformato le mucche da latte in mucche da carne a causa dell’esiguità dell’importo percepito con le quote latte: 26 centesimi al litro. Ora Valentina racconta: “L’anno del terremoto è il primo in cui ho smielato, con le scosse in corso, e in quella situazione ci è venuta l’idea, con il mio compagno, di dedicarci all’apicoltura”. Da cinque arnie sono passati a 35, ma manca il laboratorio per la smielatura, che Valentina vorrebbe quindi realizzare con il contributo di Alleva la Speranza. Se riuscirà a realizzare il suo sogno, lo metterà in condivisione con gli altri produttori di miele locali. 

L’azienda agricola di Simone Vagni (30 anni) si estende per circa 130 ettari a Cascia (Pg), nell’altopiano di Ocosce. Il terremoto - la cui “botta grossa” è arrivata la scossa di gennaio 2017 e la grande nevicata - ha causato danni alla stalla per le mucche, di 400 mq ora inagibili, ed è arrivato il foglio di sgombero. “L’allevamento è stato trasferito esternamente, ma qui d’inverno nevica e gli animali soffrono” racconta Simone, che ancora attende dalla Regione la stalla provvisoria. “Con il sostegno della campagna vorrei acquistare due mangiatoie tradizionali, un macchinario per la fienagione e due auto-catturanti per la creazione di una cosiddetta stalla libera”. Un progetto che si concentra sul benessere animale, in linea con la scelta imprescindibile di Simone per le procedure biologiche certificate della sua azienda che produce zafferano ma anche cereali, foraggi, molte specie di leguminose tra cui lenticchia, fagiolo “monachella”, roveja del presidio slow-food, farro. 

Cento pecore, una decina di mucche e la lavorazione del pecorino: questa è l’attività principale dell’azienda di Angela Catalucci (51 anni) ad Acquasanta Terme (Ap). Con il terremoto del 24 agosto è crollata la stalla delle mucche e la casa è divenuta inagibile e con la scossa del 30 ottobre il danno si è aggravato. Angela, che da due anni è rimasta sola con tre figli di cui uno piccolo, ha ottenuto il Mapre e racconta: “la Regione ci ha dato una stalla provvisoria e vorrei spostare le pecore al posto delle mucche e puntare solo sugli ovini, vendendo le mucche, ma ancora non ho trovato acquirenti.  Con i fondi di Alleva la Speranza vorrei realizzare una recinzione anti lupo, per consentire alle mie pecore di pascolare e restare fuori d’estate”. La tensostruttura della Regione è occupata dalle mucche e nell’altra stalla di fortuna, dove adesso ci sono le pecore, le pareti si arroventano e fa molto caldo. Angela vorrebbe anche acquistare dei mangimi biologici per gli animali, soprattutto per l’inverno.

Quella dell’azienda agricola di Massimo Pierascenzi (44 anni), a Valle Castellana (Te) nel Parco nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, è una storia di scosse ripetute e di resilienza umana: ha subito danni dal terremoto dell’Aquila del 2009, da quello di agosto 2016 e da quello di gennaio 2017. Faceva allevamento suino e bovino, oggi si occupa di attività di manutenzione e pulizia dei terreni coltivati, commercializzazione di legname, produzione di patate e farro.  “Con la scossa di gennaio e la neve, siamo rimasti isolati, senza elettricità, per più di una settimana. Dormivamo in roulotte o sotto la tettoia. Il fienile è venuto giù ed è crollata la parete comunicante con la stalla”. È allora che decide, per mancanza di cibo e di strutture adeguate, di vendere tutte le mucche, circa una ventina di capi. Con il contributo di Alleva la Speranza, Massimo vorrebbe ricostruire il fienile, usando materiali naturali come il legno per rispettare l’ambiente del Parco: un piccolo passo per avviare di nuovo l’allevamento.

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