Coronavirus, Protezione Civile: “Altri 627 decessi in un solo giorno. I nuovi casi sono 4670”
di Redazione Picenotime
venerdì 20 marzo 2020
Conferenza stampa pomeridiana nella sede del Dipartimento della Protezione Civile con i dati aggiornati in piena emergenza Coronavirus.
"I guariti-dimessi odierni sono 689, un dato che porta il totale a 5129. Oggi si contano purtroppo 627 decessi (venuti a mancare "con" il Coronavirus, poi ci sarà l'indagine dell'Istituto Superiore di Sanità), complessivamente sono diventati 4032 - dichiara il commissario straordinario e capo della Protezione Civile Angelo Borrelli -. Oggi contiamo 4670 nuovi casi. Attualmente i positivi sono diventati complessivamente 37860, di questi 19185 in isolamento domiciliare senza sintomi o con sintomi lievi, 2655 in terapia intensiva (circa il 7% dei casi complessivi), il numero dei ricoverati in strutture ospedaliere è invece 16020. Il pagamento delle pensioni avverrà non più in un solo giorno ma dal 26 Marzo al 31 Marzo e così avverrà anche per Aprile e i mesi a venire. Voglio smentire che il Dipartimento si starebbe preparando a disporre il biocontenimento del paese per metà Aprile. Sono fake-news che devono essere punite. Le misure prese finora hanno dato risultati: il numero di positivi è frutto della circolazione del virus precedente alla stretta data. Non sapremo mai quando sarà il picco, si parla ragionevolmente della settimana prossima o di quella successiva, ma non c'è un dato scientifico. ci sono tendenze e valutazioni che devono trovare riscontri oggettivi. Con le misure in vigore e con quelle che saranno prese, ci auguriamo di fermare la diffusione del virus. Come garantire quarantena? Su questo abbiamo dato indicazioni alle Regioni ed ai Comuni. C'e' il tema dei senza fissa dimora e di chi vive in abitazioni nelle quali non e' possibile garantire adeguato isolamento. Sono le realtà locali che devono intervenire. Hanno adeguate coperture".
Ha preso poi la parola il Prof. Roberto Bernabei, ordinario di geriatria dell'Università Cattolica di Roma e presidente dell'associazione "Italia Longeva": "L'aumento dei morti dipende dal più ridotto accesso alle terapie intensive? Non risulta. Ma poi chi viene definito morto e per che cosa? Se in Germania mi dicono morto per Coronavirus solo il 28enne deceduto per polmonite interstiziale da Coronavirus alla fine dei giochi hanno 5 casi. Ma il 90enne morto con il Coronavirus che ha la cardiopatia ischemica ed altre patologie? Quando potremo fare anche un'analisi ex post capiremo pure queste cose. L'idea che ci possano essere degli spot nei prossimi giorni è possibile, ma non mi sconvolge. La cosa fondamentale è che ci siano focolai e che poi vengano presi provvedimenti per cercare di restringerli. La cosa fondamentale è l'enorme contenimento ipotizzato e vedere cosa succede tra due settimane. Noi siamo il Paese più vecchio del mondo con il Giappone. L'età media degli infettati è di 63 anni, rispetto ai 46 anni dei cinesi. Abbiamo meno del 10 per cento di mortalità sotto i 60 anni, tutto il resto dai 60 in su. Restrizioni orari supermercati? Io credo che le misure prese fino adesso su input del comitato tecnico scientifico e della politica sono quelle che dovevano essere prese, poi se localmente ci sono degli sfori in più credo sia attinente alle capacità ed alle decisioni local. Due settimane è il minimo indispensabile per valutare l'efficacia delle misure prese".
REPORT UFFICIALE PROTEZIONE CIVILE VENERDI' 20 MARZO
Nell’ambito del monitoraggio sanitario relativo alla diffusione del Coronavirus sul territorio nazionale, al momento 37.860 persone risultano positive al virus. Ad oggi, in Italia sono stati 47.021 i casi totali.
Nel dettaglio: i casi attualmente positivi sono 15.420 in Lombardia, 5.089 in Emilia-Romagna, 3.677 in Veneto, 3.244 in Piemonte, 1.844 nelle Marche, 1.713 in Toscana, 1.001 in Liguria, 912 nel Lazio, 702 in Campania, 555 in Friuli Venezia Giulia, 600 nella Provincia autonoma di Trento, 530 nella Provincia autonoma di Bolzano, 551 in Puglia, 379 in Sicilia, 422 in Abruzzo, 384 in Umbria, 257 in Valle d’Aosta, 288 in Sardegna, 201 in Calabria, 39 in Molise e 52 in Basilicata.
Sono 5.129 le persone guarite. I deceduti sono 4.032, ma questo numero potrà essere confermato solo dopo che l’Istituto Superiore di Sanità avrà stabilito la causa effettiva del decesso.
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