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Ascoli Calcio, Trotta: “Al momento dello stop non eravamo nel periodo migliore, dobbiamo cambiar rotta”

di Redazione Picenotime

sabato 04 aprile 2020

"Con il senno di poi è stato il primo segnale importante che si è dato al calcio, ci ha fatto capire la gravità della situazione". Queste le parole sul "Corriere dello Sport" dell'attaccante dell'Ascoli Marcello Trotta in riferimento al match interno con la Cremonese rinviato lo scorso 22 Febbraio a causa dell'emergenza Coronavirus. "In questo momento sono "in" Ascoli con la mia ragazza Rossella, siamo chiusi in casa da tre settimane ed usciamo a turno per fare la spesa - ha dichiarato il 27enne attaccante giunto in prestito con diritto di riscatto dal Frosinone nella finestra invernale di calciomercato -. Sentiamo i cari più volte al giorno, vivono tutti in provincia di Caserta, le videochiamate sono il nostro modo per vederci a distanza. La mattina abbiamo la sveglia verso le 9:30 per la colazione. Qualche volta cuciniamo insieme pizza, carbonara, pasta al forno e se ho qualche difficoltà interviene lei in mio aiuto. Poi guardiamo un po' di tv, alle 17 facciamo allenamento insieme, esercizi di corpo libero e pesi con i faldoni d'acqua. Cosa mi manca? La vita di spogliatoio, le chiacchiere che facevamo, oltre ovviamente il giocare. Ci sentiamo sul gruppo whatsapp, ci inviamo foto e video, per ora nessuno dà segni di cedimento, ma non è una situazione facile soprattutto per chi è da solo lontano dalla famiglia - ha aggiunto Trotta, autore di 2 reti in sei presenze in maglia bianconera -. Ipotesi per proseguire la stagione? La più giusta per me sarebbe portare a termine i campionati, anche se dovesse significare giocare nei mesi estivi. Chiaramente ci sarà sempre chi resterà deluso o chi la penserà in maniera diversa. Anche a porte chiuse? Il calcio senza i tifosi è strano, ma se sarà necessario fare questo sacrificio vorrà dire che lo faremmo nel nome della salute di tutti. Secondo me dovrebbero riaprire gli stadi ai tifosi quando ci sarà la sicurezza sanitaria, se decideranno di giocare a porte aperte vorrà dire che siamo tornati alla normalità. Finire i campionati significherebbe che il Covid-19 è solo un ricordo. Chiudere tutto? Difficile rispondere. Nessuno poteva immaginare un evento del genere, muoiono centinaia di persone tutti i giorni, tanti sono i malati. Se si chiudesse tutto qualcuno sarebbe scontento, ma qui comanda l'emergenza sanitaria. Paura? In queste settimane tutta l'Italia ha paura, non solo i giocatori. Valori in campo in caso di ripartenza? Secondo me si resetterebbe tutto dopo un lungo stop. Sarebbe un ripartire da zero anche se la rosa del Benevento è sempre quella... L'Ascoli? Al momento dell'interruzione non eravamo nel nostro periodo migliore. Sappiamo di dover cambiare rotta e dobbiamo farci trovare pronti. Taglio stipendi? Se ne sta parlando tanto in questi giorni a livello internazionale, nel nostro caso credo che ci sarà un incontro con la società. Immagino una riduzione soprattutto nel caso in cui non si dovessero finire i campionati, da parte mia c'è la piena disponibilità a dare una mano. Immagino che ci sarà un ridimensionamento, come nell'economia globale, anche del sistema calcio. Ma il calcio per me è innanzitutto passione, poi lavoro. E' riduttivo guardare a noi calciatori rispetto a tutti i medici e gli infermieri che in queste settimane hanno fatto del proprio lavoro una vera missione, senza contare i volontari che mettono da parte se stessi per gli altri. Sono loro gli eroi".


Foto da Corriere dello Sport

Foto da Corriere dello Sport

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Commenti

Alessandro
lunedì 06 aprile 2020

adatto a giocare "in" Ascoli, ma purtroppo temo che il Frosinone non ce lo lascerà.