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Coronavirus e Champions League: quando ripartiranno le partite di coppa?

di Redazione Picenotime

lunedì 06 aprile 2020

Il coronavirus continua ad avere un impatto importante nella maggior parte delle nazioni in Europa, motivo per cui molte attività sportive sono state sospese a tempo indefinito. Tra queste vi è la Champions League, in cui 16 squadre si ritrovano bloccate agli ottavi di finale senza sapere se potranno mai completare la coppa entro quest’anno calcistico.

I disagi provocati non si limitano a interessare squadre e pubblico, ma si stanno facendo sentire su tutte quelle attività legate al mondo calcistico, tra cui emittenti televisive come Sky e siti di scommesse come https://www.netbet.it/blog/, per questo motivo la federazione è al lavoro per riuscire a trovare una soluzione per porre rimedio a una situazione fino a qualche settimana fa impensabile.

Quali sono le soluzioni per la Champions League?


Attualmente, la UEFA sta lavorando per stabilire quali sono le opzioni più convenienti e praticabili per poter riuscire a decretare un vincitore della coppa senza interferire con questioni come calciomercato e campionati nazionali. Inizialmente, la federazione pensava di riuscire a riprendere le gare dopo sole due settimane di stop, motivo per cui il peggioramento della situazione sanitaria ha colto tutti leggermente impreparati.

Dalle riunioni effettuate dalla UEFA sono emerse due soluzioni ottimali, alla luce anche del fatto che non verranno più giocati gli Europei 2020, posticipati di un anno intero. Ecco quali sono le soluzioni per la Champions League:

     Giocare le partite rimanenti a luglio e agosto. Questa opzione non era stata presa seriamente in considerazione fino alla decisione ufficiale di rimandare la competizione europea delle nazionali di calcio. Ora che non si giocheranno più gli Europei, si ha maggiore flessibilità e spazio per riuscire a completare le partite durante l’estate, anche a costo di annullare il periodo di vacanza dei giocatori.

     Annullare la competizione senza assegnare il titolo. Nel caso in cui la situazione continuasse a essere grave anche nei mesi di luglio e agosto, la federazione ha fatto capire che potrebbe decidere di annullare completamente la competizione, ritirando la coppa per quest’anno e non assegnandola a nessun club. Questa soluzione non è supportata da nessuno, dato che causerebbe delle perdite consistenti sia a livello economico che pubblicitario. Nonostante ciò, l’obiettivo primario della federazione è quello di tutelare la salute di giocatori e spettatori.

Quali problemi devono essere affrontati?

Le soluzioni presentano dei problemi di rilievo che devono essere gestiti al meglio dalla UEFA. Ad esempio, molti campionati nazionali, come la Serie A, hanno intenzione di utilizzare l’estate per recuperare le partite rimaste, arrivando a giocare anche tre volte a settimana. La Champions League diventerebbe una quarta partita per alcune delle squadre rimaste in gara, obbligando giocatori e società a uno sforzo inusuale.

Un altro problema è legato alla questione del calciomercato. Alcune squadre hanno già degli accordi relativi a vendita e acquisto di giocatori a partire dal 1° luglio. Nel caso in cui si giocassero delle partite in questo periodo resta da capire se verranno ammessi nella competizione i nuovi giocatori acquistati. Infine, nel caso in cui si decidesse di non assegnare il titolo, la federazione dovrà trovare un modo per ridurre il danno economico causato.

Ricapitolando, la situazione è ancora incerta e si dovrà attendere almeno fino ai primi di giugno per avere una risposta certa sul futuro della Champions League.

 

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