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Costantino Rozzi, un portale nel ventennale della scomparsa del “Re”

di Redazione Picenotime

domenica 12 ottobre 2014

Il 18 Dicembre 2014 saranno passati vent'anni da quando Costantino Rozzi ci ha lasciato a causa di un male incurabile, aprendo un vuoto incolmabile in tutto il Piceno.
 
Ancora oggi si fa fatica a comprendere come un personaggio di tale levatura morale e professionale non sia più tra noi, dopo aver rappresentato per tantissimi anni la bandiera del nostro territorio in molteplici vesti: Cavaliere del Lavoro e costruttore di fama mondiale, imprenditore edile e vitivinicolo, leader della crociata per portare una sede universitaria nella cittá delle Cento Torri e, soprattutto, storico ed indimenticabile presidente di quell'Ascoli Calcio che per oltre 20 anni ha fatto bella mostra di sè nei campionati di A e B.

Anna Maria Costanza Rozzi, figlia del Presidentissimo, ha deciso di voler ringraziare tutti coloro che con le loro iniziative hanno voluto ricordare suo padre attraverso un sito internet a lui dedicato che sarà online proprio il 18 Dicembre 2014. Un'iniziativa sobria, volta a rendere sempre viva l'immagine di Costantino Rozzi, della terra che ha profondamente amato, della sua gente per la quale si è speso. In quest ultimi 20 anni tanti sono stati gli amici, le associazioni, gli enti, le istituzioni e i media che hanno ricordato il Presidentissimo, ognuno a modo proprio, dimostrando un affetto gratuito e disinteressato che ha particolarmente commosso la signora Anna Maria Costanza.

Tutti coloro che vorranno dare un piccolo contributo inviando una testimonianza, uno scritto, un ricordo, un video, un aneddoto curioso da divulgare e far conoscere lo possono fare scrivendo a annamariacostanzarozzi@hotmail.it. La redazione di Picenotime.it ha già garantito massima collaborazione ad Anna Maria Costanza, a partire dal materiale raccolto nella tesi di laurea in Teoria e Tecnica della comunicazione di massa "Costantino Rozzi e il Piceno. Analisi di un fenomeno", del nostro direttore responsabile Marco Amabili, poi divenuta un libro che ha venduto oltre 5mila copie.
 
Saranno tante le iniziative che si susseguiranno nelle prossime settimane per ricordare "Re" Costantino, con i rappresentanti della tifoseria bianconera che hanno prontamente offerto sostegno e appoggio. Giovedì 18 Dicembre, poi, il tutto si concluderà con una celebrazione religiosa nel centro storico di Ascoli Piceno. Come tutti gli anni il Mons. Baldassarre Riccitelli (Don Baldassarre) aspetta tutti per la messa che sarà celebrata alle ore 18 in Cattedrale dal Vescovo diocesano Sua Ecc. Mons. Giovanni D’Ercole e dall’Arcivescovo Metropolita di Pesaro Sua Ecc. Mons. Piero Coccia.



Ecco uno stralcio dell'intervista esclusiva realizzata da Marco Amabili ad Anna Maria Costanza Rozzi esattamente 10 anni fa e pubblicata sul libro "Costantino Rozzi e il Piceno. Analisi di un fenomeno".

Che rapporto aveva suo padre con il mondo del calcio a 360 gradi? Stimava giornalisti, giocatori, allenatori e tifosi?

Per mio padre la parola calcio era associabile solamente con il suo Ascoli, che amava alla follia e scatenava dentro di lui emozioni irrefrenabili, nel bene e nel male. Sapeva che nel mondo del pallone c'erano tante cose sbagliate da risolvere e coglieva ogni occasione pubblica per denunciare queste problematiche. Adorava parlare in pubblico ed esprimere le proprie opinioni, aveva un rapporto schietto con tutti i rappresentanti dei media, con loro usava una dialettica diretta e accesa. Era felice di apparire in TV, si sentiva onorato ed inorgoglito, erano molti i giornalisti che chiamavano insistentemente a casa per ottenere una sua partecipazione alle varie tasmissioni. E' stato il primo innovatore nel mondo del calcio, la sua simpatia e le sue uscite decise anche contro i potenti di allora lo facevano amare e rispettare in tutta Italia. Andava su tutte le furie, invece, quando leggeva sui giornali notizie false e tendenziose riguardanti l'interno della sua squadra; ma anche in quelle occasioni non perdeva eccessivamente il controllo e magari invitava i vari giornalisti a Villa Pigna a pranzo per cercare di ricucire gli strappi. Pensava che i giocatori guadagnassero troppi soldi, ma per mantenere la squadra competitiva era costretto ad adeguarsi alle esigenze di mercato. Era solito studiare anche psicologicamente ogni singolo elemento della squadra, adorava trattenersi in lunghe chiacchierate con alcuni dei giocatori, scoprendone difetti ma, a volte, anche doti umane fuori dal comune. Con i vari allenatori che ha avuto cercava di instaurare un rapporto intimo e confidenziale, riponeva molta fiducia nelle persone che sceglieva, anche se a volte amava intromettersi nelle scelte tecniche e tattiche. Quando inevatibilmente le cose andavano male e c'era bisogno di esonerare un tecnico per dare una scossa alla squadra, non lo faceva mai direttamente, delegava sempre qualche dirigente che potesse annunciarlo a posto suo, gli si stringeva il cuore a comunicare ad un uomo che stava per perdere il suo posto di lavoro. I tifosi bianconeri lo eccitavano e sapevano conquistarlo con il loro caldissimo tifo e il loro sostegno senza uguali, anche se in determinate occasioni è rimasto deluso dal loro comportamento per alcune intemperanze o per certi incidenti.

In famiglia parlava mai di calcio? Aveva suscitato anche in voi una forte passione per l'Ascoli?

In casa non parlava eccessivamente di calcio, ma è ovvio che ogni Domenica era dedicata esclusivamente al suo Ascoli. La sua grinta e la sua passione ci avevano coinvolto, amava portarci allo stadio e gioire con tutta la sua famiglia. Almeno un paio di campionati di Serie A li ho seguiti personalmente presenziando con mio padre a tutti i match sia in casa che in trasferta, conoscendo molte persone e circondati dalla stima di tutti. Mi emozionavo soprattutto quando andavamo a vedere l'Ascoli nelle grandi città italiane e mio padre era riconosciuto e fermato dappertutto, ormai era diventato la vera icona del Piceno. Dopo la sua morte non sono andata più allo stadio, mi sembrava vuoto senza la sua inconfondibile presenza, ma seguo ancora con passione le vicende dell'Ascoli Calcio, sperando che possa tornare presto ai fasti di un tempo.

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