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Ascoli Calcio, Cavion: “La scorsa estate contatti per tornare a Cremona. Gara rinviata? Clima surreale...”

di Redazione Picenotime

lunedì 20 aprile 2020

Il 25enne centrocampista dell'Ascoli Michele Cavion ha parlato nel pomeriggio odierno in diretta Instagram con il portale Cuoregrigiorosso.com soffermandosi sia su come sta vivendo lo stop dell'attività agonistica a causa dell'emergenza Coronavirus che sulla sua esperienza nelle file della Cremonese, squadra con cui ha messo a referto 69 presenze, 7 reti e 7 assist dal 2016 al 2018.

"Non è un momento felicissimo, ci sono molte persone che stanno lottando contro il virus, il pensiero va innanzitutto a loro. Anche Roby (il magazziniere della Cremonese deceduto per Coronavirus, ndr) è venuto a mancare, mi è dispiaciuto molto. Ci accoglieva sempre con un sorriso al Centro Arvedi, anche se aveva avuto una giornata storta. Era una persona speciale - ha detto Cavion -. Cosa faccio in isolamento? Mi sveglio, faccio una bella colazione e poi studio. Sto approfittando del momento per finire l’Università, sono al terzo anno e mi mancano tre esami. Fortunatamente riesco anche ad allenarmi, sotto casa mia c’è una sorta di garage sotterraneo privato e posso fare qualche esercizio. Ripresa campionati? Da un lato ci sono gli interessi economici, dall’altro il rispetto per chi non c’è più e per tutti quelli che stanno lottando in questa battaglia. È sicuramente una decisione difficile. Bisogna stare attenti perché finché ci saranno contagiati potrebbe riesplodere tutto, potremmo buttare via tutto il lavoro fatto. Giocare a porte chiuse potrebbe essere una misura inevitabile ma è una cosa strana, senza tifosi si perde tantissimo".

Il centrocampista bianconero, che in questa stagione ha collezionato 27 presenze tra campionato e Coppa Italia con 2 reti e 3 assist, è tornato anche sul match Ascoli-Cremonese rinviato lo scorso 22 Febbraio proprio a causa del Coronavirus: "C’era un clima surreale perché già verso ora di pranzo erano arrivate alcune notizie su un possibile rinvio. Siamo comunque andati al campo dove ci siamo accorti che c’era qualcosa di diverso perché non c’erano i soliti addetti ai lavori. Forse sarebbe stato opportuno prendere una scelta diversa, i giocatori della Cremonese sono comunque scesi negli spogliatoi e i tifosi erano già partiti, sarebbe stato opportuno rinviarla prima. Anche se sono consapevole che fare certe scelte è difficile mentre è facile parlare con il senno di poi". 

Cavion è poi tornato sulla sua esperienza alla Cremonese: "Dopo tre campionati in Lega Pro in cui avevo sempre giocato in squadre di media-bassa classifica è arrivata la chiamata della Cremo ed è stato impossibile rifiutare. Nel trasferimento è stato fondamentale Rampulla che mi conosceva dalla Primavera della Juventus. Nella mia carriera ho avuto la fortuna di aver sempre giocato perché lavoro al massimo e gli allenatori apprezzano. All’inizio sono partito fuori ma ho sfruttato le chance quando mi sono state concesse e ho trovato continuità. Tesser? Lo ringrazierò sempre, lui apprezzava molto il fatto che mi allenassi sempre al massimo. È stato il primo a darmi l’opportunità di giocare di fianco a grandi giocatori, molto più esperti di me. Ci sentiamo ancora adesso. Nello spogliatoio i più giovani sono sempre un po’ bersagliati, senza cattiveria, giusto per farsi due risate. Io mi prestavo molto volentieri agli scherzi dei più anziani come Pesce e Perrulli, li saluto volentieri - ha aggiunto Cavion -. Quando sono uscito dalla Primavera della Juve non avevo molto mercato in B e ho preferito fare la gavetta in Lega Pro. Mi sono serviti molto quei quattro anni, credo di essere arrivato al momento giusto, forse prima non ero pronto. Cos’è più formante tra Primavera e Lega Pro? Sono entrambe esperienze formative importanti. Nella Juve ho avuto la possibilità di allenarmi con grandi campioni, in Lega Pro di “farmi le ossa”: quasi in ogni partita ero il più giovane in campo. Chiamate dalla Serie A dopo l'ottimo girone d'andata a Cremona nel torneo cadetto 2017/2018? Sì, ci sono stati molti contatti con la Serie A in quel mercato invernale. La Cremo però stava andando bene e voleva tenermi, anche io volevo finire il campionato e lottare per qualcosa di importante. Peccato che il ritorno sia andato male, anche le mie prestazioni non sono state all’altezza. Sono sicuro che l’occasione ricapiterà, il mio obiettivo è arrivare in Serie A. Perchè l'addio alla Cremonese? Purtroppo Mandorlini non mi vedeva, non ero funzionale per il suo modulo. Io volevo continuare a giocare, quando è arrivata la proposta dell’Ascoli ho accettato. Mi è dispiaciuto allora perché la Cremo stava facendo una bella squadra e sarei rimasto volentieri. Sono molto legato a Cremona dove ho ancora molti amici. Ascoli comunque si è rivelata una buona scelta, in questi due anni mi hanno permesso di esprimermi su buoni livelli. L’estate scorsa ci sono stati dei contatti per un possibile ritorno ma non si è concluso niente, vedremo in futuro. La Cremonese di quest'anno? Dopo il mercato estivo sembrava che dovesse fare un campionato di vertice. Purtroppo a volte i grandi giocatori non bastano per vincere i campionati, l’unione del gruppo conta di più. Mi spiace per Baroni, che mi ha allenato alla Juventus: ero arrivato a gennaio ma mi aveva dato subito fiducia, facendomi giocare".

Il centrocampista di Schio ha sempre avuto un feeling particolare con il gol: "L’anno alla Reggiana per esigenze a volte facevo addirittura il trequartista, ora ormai quasi sempre la mezzala. Il primo gol in B è stato bello e importante e lo ricorderò sempre, contro la Pro Vercelli. Quello più significativo ovviamente quello contro il Cittadella, un’emozione indescrivibile. Ho chiuso gli occhi e ho corso, quando li ho aperti mi sono ritrovato sommerso dai compagni. Con l’Ascoli ricordo con piacere il gol contro lo Spezia, a giro da fuori. Contro Verona e Parma ho fatto gol simili. Le reti nel finale di gara sono sempre speciali, sai che manca poco e se cambi il risultato è veramente speciale. Contro il Parma non ero così sicuro di segnare, mi sono accorto di avere spazio e ho stoppato il pallone prima di calciare in porta".


Michele Cavion

Michele Cavion

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