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Coronavirus: Guardia di Finanza Ascoli Piceno, individuati due lavoratori clandestini

di Redazione Picenotime

martedì 28 aprile 2020

Il dispositivo attuato dal Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Ascoli Piceno, in queste fasi di emergenza sanitaria per le attività di prevenzione e tutela della salute pubblica, prosegue in forma capillare anche sul fronte dei controlli tesi a verificare la legittimazione alla continuità dell’attività delle aziende del piceno e sull’osservanza delle chiusure degli esercizi commerciali.

Nel corso dei servizi di polizia economico-finanziaria propri del Corpo, i militari del Gruppo di Ascoli Piceno constatavano la presenza di persone all’interno di un’azienda tessile, autorizzata all’operatività in virtù del codice Ateco (Attività economica) dichiarato, in palese atteggiamento lavorativo. 

Dal controllo venivano identificate due persone extracomunitarie prive di permesso di soggiorno.

Rilevata, quindi, la posizione di “clandestini” degli stessi, i successivi accertamenti hanno permesso di acclarare che i soggetti erano “illegalmente presenti sul Territorio Nazionale”; da qui è scaturita l’emissione, da parte del Prefetto di Ascoli Piceno, dei decreti di espulsione e, in attesa dell’esecuzione, il Questore ne ha ritirato il passaporto disponendo per i due l’obbligo di firma.

Il titolare dell’azienda è stato denunciato all’Autorità Giudiziaria per l’ipotesi di reato di cui art. 22, comma 12 del D.Lgs 286/98 e successive modifiche che prevede per il datore di lavoro che occupa alle proprie dipendenze lavoratori stranieri privi del permesso di soggiorno, la reclusione da sei mesi a tre anni e la multa di 5000 euro per ogni lavoratore impiegato.

Per i due irregolari sono scattate le denunce per l’art. 10 bis D. Lgs 286/98 per l’ingresso e soggiorno illegale nel territorio dello Stato (soggetti “clandestini”) che prevede la pena dell’ammenda da 5.000 a 10.000 euro.

Inoltre, sono in corso accertamenti in merito agli aspetti d’interesse fiscale connessi alla vicenda, già compiutamente delineati dallo stesso Gruppo di Ascoli Piceno che, attraverso l’esecuzione di specifiche verifiche e controlli, segnalerà all’Agenzia delle Entrate ed all’Ispettorato Territoriale del Lavoro, i proventi “in nero” con cui sono state corrisposte ai braccianti le retribuzioni per le prestazioni di lavoro non regolarizzate e non certificate e, contestualmente, ristabilire le condizioni di legalità previdenziale e contributiva.

Le attività delle Fiamme Gialle picene continueranno in tutti gli ambiti connessi all’emergenza sanitaria, a tutela della salute pubblica e al riscontro dell’osservanza alle diverse disposizioni emanate dall’Autorità di Governo per il contrasto ed il contenimento del virus Covid-19.


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