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Coronavirus, Coldiretti: “Schizzano prezzi della frutta, per kiwi aumento di oltre il 30%”

di Redazione Picenotime

sabato 02 maggio 2020

Volano i prezzi al consumo per la frutta con aumenti che al dettaglio variano dal 31% dei kiwi al 24% delle arance fino al 12% per le mele spinti dalla svolta salutistica negli acquisti degli italiani ma anche dallo sconvolgimento in atto sul mercato per le limitazioni e le chiusure imposte dall'emergenza coronavirus. 

E' quanto emerge da una analisi della Coldiretti sulla base dei dati Ismea/Nielsen sugli acquisti al dettaglio sui prodotti confezionati relativi all'ultimo mese della pandemia. Con l'emergenza Coronavirus gli italiani - sottolinea la Coldiretti - vanno a caccia di vitamine per aiutare a rafforzare il sistema immunitario contro il virus con balzi della spesa che variano dal +14% della frutta al +24% per gli ortaggi nei supermercati nazionali nel periodo compreso tra il 16 marzo e il 12 aprile 2020 secondo Ismea/Nielsen. 

Una crescita trainata dalla voglia di avere in casa una riserva naturale di vitamine consigliata anche dall'Istituto Superiore Sanità che sul sito, nei consigli sull'alimentazione durante l'emergenza Covid-19, invita proprio ad "aumentare la quota di alimenti vegetali nella nostra dieta" con "più frutta e verdura e più legumi in ogni pasto della giornata". Mentre l'inflazione ad aprile su base tendenziale si è azzerata, in controtendenza si sono invece registrate - continua la Coldiretti - tensioni sui prezzi dei beni alimentari che hanno fatto segnare un aumento medio del 2,8% ma con punte più elevate per i prodotti freschi. A pesare - continua la Coldiretti - è il persistere della chiusura di ristoranti, bar, agriturismi e, in molte regioni, anche dei mercati rionali e degli agricoltori che moltiplicando gli sbocchi di mercato e ampliando la concorrenza aumentano le possibilita' di scelta dei consumatori e svolgono una funzione calmieratrice. Soprattutto tra i giovani la maggiore attenzione al benessere a tavola si esprime con smoothies, frullati e centrifugati con frutta e verdura consumati spesso fuori casa che - sottolinea la Coldiretti - è venuta a mancare con chiusura obbligatoria di bar, pub e locali Una situazione aggravata dai problemi nei trasporti per le difficoltà dei camion a viaggiare a pieno carico all'andata e al ritorno in conseguenza del blocco di molte attività produttive, con la conseguenza che quasi quattro aziende ortofrutticole su dieci (38%) sono in difficoltà secondo l'analisi Coldiretti/Ixè che evidenzia anche la frenata nelle esportazioni Made in Italy. 

La chiusura forzata del canale della ristorazione ha infatti un effetto a valanga sull'agroalimentare nazionale con il valore dei mancati acquisti in cibi e bevande per la preparazione dei menu che sale a 5 miliardi per effetto del lockdown prolungato al primo giugno, secondo una stima della Coldiretti. Il lungo periodo di chiusura - sottolinea la Coldiretti - sta pesando su molte imprese dell'agroalimentare Made in Italy, dal vino alla birra, dalla carne al pesce, dalla frutta alla verdura ma anche su salumi e formaggi di alta qualità che trovano nel consumo fuori casa un importante mercato di sbocco e sui quali gravano anche le difficolta' all'esportazione con molti Paesi stranieri che hanno adottato le stesse misure di blocco alla ristorazione. La spesa degli italiani per pranzi, cene, aperitivi e colazioni fuori casa prima dell'emergenza Coronavirus - conclude la Coldiretti - era pari al 35% del totale dei consumi alimentari degli italiani per un valore di 85 miliardi di euro all'anno.


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