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Ascoli Calcio, il piemontese Bertotto pronto a diventare il nuovo allenatore bianconero

di Fabio Giantomassi

lunedì 24 agosto 2020

Ultima nottata di riflessione dopo l'esonero ufficiale di Davide Dionigi (CLICCA QUI PER DETTAGLI) e l'Ascoli potrà annunciare il nome del nuovo allenatore per la stagione sportiva 2020/2021. Il prescelto dai dirigenti bianconeri è l'ex difensore Valerio Bertotto, nato a Torino il 15 Gennaio 1973. Nella sua lunga carriera da calciatore ha vestito le maglie di Alessandria (25 presenze in Serie C), Udinese (336 presenze e 2 gol in Serie A più più 32 presenze tra Coppa Uefa e Champions League), Siena (43 presenze e 2 reti in A) e Venezia (15 presenze in Serie C), con 4 presenze con la maglia della Nazionale azzurra.

La sua carriera da allenatore inizia alla guida dell'Italia Under 20 Lega Pro dal 2012 al 2015, dopo che il  5 Luglio 2012 acquisisce a Coverciano il titolo di allenatore di Prima Categoria UEFA Pro e quindi il diritto di ricoprire il ruolo di tecnico in una squadra della massima serie. Il 12 Aprile 2016 esordisce tra i professionisti sulla panchina della Pistoiese in Lega Pro, portando i toscani alla salvezza con 3 vittorie ed una sconfitta. Il 16 Giugno 2016 viene nominato nuovo allenatore del Messina ma il 22 Agosto 2016 viene sollevato dall'incarico a seguito di alcuni contrasti con la dirigenza su scelte di calciomercato e dopo due gare di Coppa Italia (vittoria 3-0 con il Siena e sconfitta per 2-0 con la Spal). Il 1° Marzo 2017 sostituisce Luca D'Angelo alla guida del Bassano. Dopo aver chiuso il girone B di Lega Pro al 10° posto ed essere stato eliminato al primo turno dei playoff dal Pordenone, non è confermato per la stagione successiva. L'ultima esperienza in panchina risale al 21 Luglio 2017, quando viene ingaggiato dalla Viterbese Castrense in Serie C. Viene esonerato il 9 Ottobre 2017 dal patron Piero Camilli dopo la sconfitta interna contro il Monza (la sua esperienza con il club gialloblù si conclude con 5 vittorie e 3 ko in campionato oltre ad un successo per 3-0 con l'Arzachena ed un pareggio per 2-2 contro l'Olbia in Coppa Italia). Sono in totale 28 le sue panchine tra i professionisti. 

Nella giornata di domani è attesa la firma sul contratto (pronto un biennale con opzione per il terzo anno) e l'annuncio ufficiale da parte del club di Corso Vittorio Emanuele.

PRESENTAZIONE BERTOTTO

Valerio Bertotto, che nell'ultima esperienza alla Viterbese ha utilizzato principalmente il modulo 4-3-3, si presenta così in una promo intervista realizzata qualche mese fa: "Sin da bambino ho sempre avuto le idee molto chiare: volevo diventare un calciatore. Sapevo dentro di me che sarebbero serviti impegno, sacrificio e tante rinunce, oltre ad una buona dose di talento. Ma il talento ti porta fino ad un certo punto, il resto lo fa il lavoro duro. Volevo diventare calciatore perchè amo questo sport, è la mia vita. Quando ero ragazzo e vivevo il mio sogno non pensavo mai al dopo, ero concentrato a migliorarmi, ad alzare l'asticella per diventare, un giorno, un professionista sempre più capace. Indossare la fascia da capitano dell'Udinese è stata per me una cosa naturale. Essere capitano vuol dire rappresentare la tua squadra, la tua società e trasferire il tuo senso di appartenenza.  Ho fatto per 15 anni il professionista in Serie A, ho raggiunto la Champions League e la soddisfazione di indossare stabilmente la maglia della Nazionale. Oggi sono uno di quegli allenatori che vuole trasferire ai suoi calciatori il proprio know-how. Incidendo, plasmando ed esaltandone le caratteristiche. Insegno ai ragazzi che la maglia che indossano va onorata e rispettata con la più alta forma di professionalità. Nulla è lasciato al caso, vincere è la diretta conseguenza dell'impegno, del metodo e del sacrificio messo da ciascuna persona. C'è un luogo che si chiama spogliatoio, all'interno del quale nascono e si modellano le ambizioni. Il NOI è la chiave per raggiungere gli obiettivi ed io infondo ai miei ragazzi questo credo. Se tutti lavorano, quanto più duramente possibile, fino a provare un moto di soddisfazione, si ottiene una squadra che è pronta a tutto, ad affrontare qualsiasi sfida. A quel punto di solito la vittoria è inevitabile. Ci sono due modi in cui un grande maestro può influenza i suoi talenti: insegnando loro a fare cose che prima non sapevano fare e a farle meglio, insegnare loro la purezza delle azioni ed avere coerenza, esempio e sacrificio. Questo è quello che sono".


Valerio Bertotto

Valerio Bertotto

© Riproduzione riservata

Commenti

Msg
lunedì 24 agosto 2020

Ma è uno scherzo?


Rispetto
lunedì 24 agosto 2020

Ascoli merita rispetto, societa senza capo né coda


IO
lunedì 24 agosto 2020

questo viene a piedi per davvero.......


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