Teatro Romano, con «Le troiane» è Bellezza intermittente

di Redazione Picenotime

mercoledì 14 agosto 2013

Lo scrittore, protagonista del film «La Grande Bellezza» di Paolo Sorrentino, confessa di non aver più scritto romanzi perché non era riuscito a trovare «La Grande Bellezza». Forse è proprio costitutivo della Bellezza il non essere trovata definitivamente, una volte per tutte.

Non c’è mai quella parola che per ultima ci possa restituire il senso ultimo della Bellezza. Perché siamo soggetti al tempo, trasudiamo tempo. E quindi morte. Per questo la Bellezza può solo apparirci in forme intermittenti, mutevoli e mai finali. C’è il tempo. Se fossimo esseri divini e perfetti, quindi eterni, potremmo contemplare la Bellezza senza temere di essere accartocciati da essa.

Lo spettacolo «Le troiane» al Teatro Romano di Ascoli Piceno è stato intermittente Bellezza. Tale Bellezza non può essere narrata, meriterebbe un sacrale silenzio. Ognuno seduto al proprio posto con ancora i pensieri della propria vita e dinanzi il suggestivo teatro romano.

Ad un tratto, senza preavviso, compare Ecuba in mezzo a noi, il suo volto sfranto dal dolore che si intreccia improvvisamente ai volti che appartengono alle nostre vite. Il suo dolore di aver dovuto sopravvivere alla morte dei propri figli morti nella guerra di Troia si confonde con i nostri dolori. Un dolore che ci guarda perché ci ri-guarda. Come direbbe ‘Nannarella in “La carrozza d’oro” di Jean Renoir: “Ma chi può dirmi dove finisce il teatro e dove la vita comincia”.
 
La guerra viene raccontata dalle superstiti voci femminili delle troiane: Ecuba, Andromaca, Cassandra ed Elena additata come responsabile della guerra. Elena però si difende e urla: “Sono stata solo un ingranaggio del destino”. Quel destino così tanto appellato da Ecuba come “ingiusto”.

Le quattro attrici, Manuela Mandracchia, Alvia Reale, Sandra Toffolati e Mariangeles Torres, diplomate all’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica “Silvio d’Amico”, sono come quattro strumenti che sublimemente si accordano con il testo, le musiche e la scenografia in un’armonia superba in grado di commuovere e addolorare, con dignità. 

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LUCI AL TEATRO ROMANO DI ASCOLI

LUCI AL TEATRO ROMANO DI ASCOLI