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QUEL VOLTO NON MI È NUOVO, NON SO DOVE L'HO VISTO...

di Redazione Picenotime

lunedì 05 novembre 2012


Non è facile riconoscere un opera d'arte, che sia un dipinto, un affresco o una statua, a volte stili simili tra loro portano a confonderci. Prendere un abbaglio o scambiare un personaggio per un altro è uno degli sbagli più comuni che si possono commettere. Un malinteso tipico a questo proposito è quello tra Federico da Montefeltro e Dante Alighieri. Infatti, capita che il ritratto del duca di Urbino venga scambiato per quello del sommo poeta, non senza cognizione di causa a dire il vero, visto che i due sembrano assomigliarsi, anche se divisi da più di un secolo e mezzo di differenza.

Il quadro di Federico da Montefeltro (che vedete nella foto a sinistra) è sicuramente il ritratto più famoso che lo rappresenta e fa parte di un dittico con la moglie Battista Sforza, dipinto da Piero della Francesca nel 1472, due tele che probabilmente all'epoca si chiudevano come un libro lungo una cornice centrale. Il duca è presentato di profilo, posizione che era di moda in quel periodo e che fu anche un escamotage che permise di nascondere la parte destra del viso, rovinata durante un torneo. Una rappresentazione che allo stesso tempo nobilita e idealizza il personaggio, facendo pensare ai sovrani ritratti nelle medaglie antiche. Confrontando quest'opera con altre immagini di Federico, si nota subito che l'artista ha cercato di ritrarre l'uomo in modo molto preciso, tanto da descrivere anche particolari che potevano essere considerati meno gradevoli, come il naso adunco, le rughe evidenti, le verruche ed il collo grosso e tozzo.

Il ritratto di Dante Alighieri (che vedete nella foto a destra) dipinto da Sandro Botticelli è uno dei tanti che illustra la figura del "padre" della lingua italiana. Anche Raffello Sanzio, infatti, lo raffigura nella "Disputa del sacramento" e Gustave Dorè nella serie delle illustrazioni della Divina Commedia, mentre Domenico di Michelino lo mostra in un affresco realizzato per il duomo di Firenze. Ma di Dante non vi è un ritratto d'epoca, e tutti gli artisti per dipingerne la sua figura hanno fatto riferimento a come viene descritto da Boccaccio: "Uomo di mediocre statura, con il volto lungo ed il naso aquilino, le mascelle grandi ed il labbro di sotto proteso tanto che alquanto quel di sopra avanzava; sulle spalle alquanto curvo, e gli occhi anzi grossi che piccoli, e di color bruno e i capelli e la barba crespi e neri, e sempre malinconico e penoso". E bisogna ricordare, inoltre, che nella tradizione iconografica Dante viene raffigurato nella maggior parte delle immagini con la corona di alloro, il simbolo del favore di Apollo, quindi incoronato dal "laurus" proprio per simboleggiare la sua grande ispirazione ed il suo posto all'apice del mondo poetico.

Nella foto:

Federico da Montefeltro, ritratto di Piero della Francesca, 1472.

Dante Alighieri, ritratto di Sandro Botticelli, 1495.


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