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I SEGRETI DEL TRAFORO DEL GRAN SASSO, UNA GALLERIA CHE NON FINISCE MAI...

di Redazione Picenotime

sabato 10 novembre 2012


Chi dalla riviera adriatica intende dirigersi verso Roma deve forzatamente immergersi per oltre 10 chilometri nel traforo del Gran Sasso, la più lunga galleria stradale a due canne d'Europa. Il tunnel è costituito da due tubi ciascuno a due corsie e senso unico di circolazione, attraversa completamente il massiccio del Gran Sasso in Abruzzo e fa parte dell'autostrada A24 che collega la capitale al Mare Adriatico passando per l'Aquila e Teramo.

I lavori cominciarono nel 1968 e si protrassero per 25 anni con numerosi incidenti, che complessivamente causarono la morte di 11 persone, oltre un costo totale che arrivò a sfiorare i 1700 miliardi di lire a fronte degli 80 miliardi inizialmente previsti. Venne inaugurato il primo dicembre 1984 dall'allora presidente del consiglio Bettino Craxi, divenendo così la terza galleria stradale per lunghezza in Italia dopo il Frejus ed il Monte Bianco, ed il più lungo traforo stradale realizzato interamente su territorio italiano.

Dal 1993, grazie alla costruzione della seconda galleria su forte spinta dello scienziato Antonio Zichichi, il traforo è utilizzato anche come via di accesso ai laboratori sotterranei dell'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, situati a circa 1000 metri di profondità sotto il massiccio del Gran Sasso. Sono i più grandi laboratori sotteranei del mondo e proprio quest'anno hanno ricevuto una menzione speciale durante la premiazione dei Nobel per la fisica.

La struttura presenta tre sale principali le cui dimensioni tipiche sono di 100 metri di lunghezza per 20 metri di larghezza e 20 metri di altezza. La particolare collocazione sotto la montagna permette di ridurre notevolmente il flusso dei raggi cosmici e consente di semplificare il rilevamento di particelle come il neutrino o la ricerca della materia oscura.