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Sisma, 6 anni dopo. Viaggio ad Arquata del Tronto tra le paure e le speranze dei cittadini

di Valentina Trenta

martedì 23 agosto 2022

Alle 3.36 del 24 agosto 2016 una violenta scossa di terremoto ha colpito il comune di Arquata del Tronto, causando 51 vittime. L'epicentro è tra Accumoli e Arquata, l'impatto è devastante. Morte e distruzione dei paesi, immagini indelebili nella memoria di chi l'ha vissute. Tutta la popolazione di Arquata del Tronto, residenti e non, si sta preparando a celebrare una commemorazione che profuma di sopravvivenza, paure, ricordi, dolori abissali, visi, terrore, speranza, rassegnazione, abnegazione a un territorio che vuole rinascere, che spera, crede, lavora per resistere e domanda aiuto per riemergere dall'inferno che il terremoto ha causato. La commemorazione a Pescara del Tronto che si terrà questa notte alle 2.30 ripeterà uno ad uno i nomi delle vittime, di tutte quelle anime innocenti che il sisma ha strappato ai propri familiari, lacerando cuori e pensieri. Come la mamma della piccola Giulia, che combatte ogni singolo giorno per non lasciarsi sopraffare dal dolore, una vera mamma coraggio che anche per l'altra bambina Giorgia, sopravvissuta al terremoto, porta avanti iniziative lodevoli in favore dei bambini più bisognosi con l'Associazione 'Immensamente Giulia', proprio nella memoria del suo piccolo angelo. Questa notte e la giornata di domani sono dedicate dunque al silenzio, al lutto cittadino, alla memoria emotiva, alle lacrime, alla commozione, una celebrazione simbolica di un evento che ha stravolto tutto, portandosi via vite e lasciando diperazione. 

Il 24 agosto per noi è una giornata di memoria, di ricordo, di tristezza - dice il sindaco Michele Franchima anche di speranza per il futuro. Quello che stiamo facendo, che dobbiamo fare, che dobbiamo migliorare, cambiare, lo facciamo anche per chi non c'è più, portato via dal sisma e anche per quelli scomparsi durante questi sei anni. E' una giornata piena di momenti tristi, perdere tanti amici scomparsi in una frazione di secondo, a Pescara del Tronto come ad Arquata capoluogo, come a Capodacqua. Questo ci sprona ad essere più attenti, più diretti nelle azioni da svolgere. Dobbiamo fare bene, in sicurezza, ascoltando tutti, mettendoci quella spinta maggiore, come amministrazione comunale e nei confronti dei tecnici e di tutti quelli “sopra di noi”. La giornata della memoria deve trasformarsi nella speranza per il futuro. I piani di recupero sono in attesa di far indire la conferenza all'USR, Ufficio Speciale Ricostruzione Sisma, e una volta indetta la conferenza permanente ci auguriamo di approvarli. Dobbiamo fare bene, soprattutto nella memoria di chi non c'è più.

Il 24 agosto è senz'altro la data che ha cambiato per sempre la vita dei terremotati del Centro Italia – ricorda Aurora Lauri, che vive da sei anni in una Sae con la sua famiglia nel villaggio di Borgo 1- uno di quei giorni che rimangono impressi nella nostra memoria. Un grosso abbraccio vorrei darlo alle famiglie delle vittime, a tutti i bambini che oggi avrebbero avuto sei anni in più, alcuni sarebbero ragazzi e a avrebbero avuto tutto il diritto di avere la vita davanti, contro il destino e la fatalità nulla è stato possibile fare.  Le case ricostruite sono pochissime, la ricostruzione va a rilento, il tessuto sociale è disgregato, non ci sono attività per i ragazzi, il lavoro è prettamente orientato al lavoro cantieristico. Noi non ci siamo arresi e non ci arrenderemo, ma sappiamo che c'è tanto da fare. Una delle prime cose ripartite ad Arquata è stata la scuola, grazie alla Fondazione Specchio dei Tempi, ma ogni anno riemerge il problema delle pluriclassi, salvata quest'anno in extremis dalle donazioni del sisma. Ci saranno degli insegnanti che avranno ore aggiuntive, che saranno liquidate proprio grazie alle tante donazioni arrivate al comune di Arquata.

Una delle Associazioni che cammina al fianco di Arquata, che l'ha presa per mano, l'ha curata con una devozione ammirevole, è Arquata Potest, composta da giovani di origine arquatana che tornano nel territorio e si prodigano per mantenere i fari accesi. 

A sei anni dal sisma, noi non gettiamo la spugna. Ci auguriamo che la parte più dura sia ormai alle spalle. La ricostruzione nelle frazioni non perimetrate è avviata e questo è di buon aupicio per tutti. A maggior ragione non dobbiamo fermarci, ma anzi ciò richiede maggior impegno per le frazioni perimetrate come Arquata capoluogo, dove sembra che finalmente si stia per procedere con l'ultima fase della messa in sicurezza degli edifici rimasti in piedi e della rimozione delle macerie.  Vogliamo che le Istituzioni facciano la loro parte, perchè noi cittadini l'abbiamo fatta. Abbiamo organizzato la celebrazione del 21 agosto, del Ss. Salvatore, una data chiave che è proprio a ridosso del 24, abbiamo portato ad Arquata, grazie all'Accademia di Uplologia  Militari di Ancona, un progetto Internazionale“Anita Fidelis”, dedicata alla figura di Anita Garibaldi e a tutte le donne. Arquata ha potuto aderire, proprio perchè Garibaldi nel 1848 transitò nel capoluogo. Ci è sembrato il modo migliore per elogiare e ringraziare tutte le donne che in questi sei anni hanno combattuto in silenzio ma con grande dignità nella speranza di vedere i paesi ricostruiti. Con la “rosa di Anita”, in maniera molto composta, vogliamo attirare l'attenzione nei confronti di tutte quelle donne che hanno sofferto la mancata ricostruzione, ma che combattono, sia chi vive ad Arquata tutto l'anno sia chi aveva una seconda casa ma torna, dimostrando grande attaccamento al proprio paese.”

Con il progetto Anita Fidelis, sono arrivate ad Arquata persone che non la conoscevano neanche, appassionati di Garibaldi, direttori di musei, provenienti anche dal Brasile, al fine di far conoscere lo stato delle cose e  mantenere viva la memoria storica e culturale arquatana.

“Non molliamo, recupero dei sentieri, un progetto internazionale, continueremo a portare gente ad Arquata”, conclude Arquata Potest.

Sembra quasi di vederli, i giovani valorosi di Spelonga che issano l’albero al grido di ‘Oh Forza’, le giovani fanciulle che diventano le fate di Pretare che danzano raccontando una leggenda così simbolica, la gente combattiva di Capodacqua sempre pronta a lottare per ‘riaccendere la luce’ e illuminare la bellezza del Tempietto ottagonale, sembra quasi di vedere la Regina che scende da Arquata, raggiunge Borgo e si unisce al canto del suo popolo, sembra di scorgere tutti i giovani e non, arquatani, che combattono per i loro paesi, le tradizioni e  la memoria. Si ricomincia dopodomani, perchè domani 24 agosto è il giorno del silenzio per Arquata.


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Commenti

Francesco
martedì 23 agosto 2022

Sono un arquatano, ho sempre creduto ad una Arquata del Tronto fondata sulla cultura, tradizioni storiche e culinarie. I miei genitori in primis la scuola le mie esperienze vissute altrove, hanno temperato un'idea di una Arquata turistica e prima del terremoto era a livelli embrionali. Mi auguro che i giovani, la popolazione che rientrerà nelle proprie abitazioni, le autorità locali e nazionali diano l'apporto necessario a questa mia idea-sogno che io vedo realizzata nella mia mente. Ringrazio l'autrice di questo articolo che ha evidenziato la drammaticità attuale ed evidenziato la prospettiva futura di questi amati borghi. F.F.


m.
martedì 23 agosto 2022

Anche io sono un Arquatano l’articolo mi piace ,credo che sia giusto ricordare tutti i bimbi, ma non vada dimentica un altra piccola vittima Marisol che stava ad Arquata paese .non è polemica da parte mia ,anzi è solo un appunto per far ricordare tutte le nostre vittime soprattutto le più piccole .


marco t
martedì 23 agosto 2022

Bellissimo articolo, davvero, speriamo non accadano più tragedie di questo tipo e soprattutto che queste popolazioni siano aiutate veramente