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Made in Italy, Castelli: “Valorizziamo tradizioni e ricchezze dei Monti Sibillini e dell'Appennino Centrale”

di Redazione Picenotime

lunedì 15 aprile 2024

Le tradizioni, i sapori e la bellezza dei Monti Sibillini, protagonisti a Vinitaly in occasione della Giornata del Made in Italy, come opportunità di valorizzazione dei territori colpiti dal sisma del 2016.

Il commissario alla Riparazione e Ricostruzione Sisma 2016 Guido Castelli ricorda che “il percorso di sviluppo turistico integrato dei Sibillini, al pari di tutto l'Appennino centrale, anche attraverso il patrimonio vitivinicolo e il connesso paesaggio rurale, rappresenta una ricchezza che abbiamo il dovere di sostenere e promuovere. Ciò sta avvenendo grazie alla collaborazione di tutti i livelli istituzionali, dal Governo ai presidenti delle quattro Regioni del sisma ai comuni, e della rete composta da enti, associazioni, fondazioni che stanno contribuendo al rilancio e alla crescita sostenibile dell’Appennino centrale. In tale contesto – aggiunge il commissario sisma 2016 - le risorse messe a disposizione dal Piano nazionale complementare sismi 2009 e 2016 hanno l’ambizione di fare di questa nostra terra ricca di storia, prodotti tipici e tradizioni un luogo che, oltre ai progetti legati al turismo, diventi un modello di sviluppo per un Appennino moderno, un’occasione che, grazie al Made in Italy, si possa proiettare sui mercati per creare nuova occupazione basata sulle caratteristiche dei luoghi come stanno facendo tante comunità e tanti singoli imprenditori che ne hanno compreso il potenziale sin da subito. Offrire nuove opportunità significa anche preservare l’identità di questi luoghi, spesso soggetti a un fenomeno di spopolamento che vogliamo invertire attraverso una strategia volta proprio a incentivare la presenza dell’uomo. Il presidio del territorio, anche attraverso una produzione agricola sostenibile, è fondamentale per limitare gli effetti disastrosi degli eventi climatici estremi. La Giornata del Made in Italy, frutto dell’iniziativa del Parlamento e del Ministro Urso, rappresenta una vetrina importante anche per la vasta area compresa nel cratere 2016: un’opportunità - conclude Castelli - per proporsi e presentare un patrimonio profondamente radicato nell’italianità”.

«Anche il vino può essere un traino per il territorio, a partire dalla qualità delle produzioni fino all’enoturismo, grazie alla capacità attrattiva che i marchigiani possono migliorare, facendo leva quindi sugli alti standard di servizio, che sono un driver vincente. È la forza del nostro made in Marche e della nostra artigianalità, che celebriamo oggi nella prima Giornata nazionale del made in Italy». Lo ha detto l’assessore all’Agricoltura della Regione Marche, Andrea Maria Antonini, intervenendo al convegno «Radici profonde, visioni future: l’evoluzione del vino marchigiano».

La qualità è il grande punto di forza dei vini marchigiani. Lo conferma l’enologo Roberto Potentini con un dato: «Nei primi 10 posti dei vini più premiati d’Italia ci sono tre etichette marchigiane. Dobbiamo ora saper diversificare», afferma Potentini.

Chi ha saputo perfezionare il ricambio generazionale è l’azienda Cocci Grifoni di Ripatransone (Ascoli Piceno), con Marta Cocci Grifoni alla terza generazione. «Il futuro passa dalla formazione e dall’innovazione, soluzione che ritengo indispensabile per contrastare i cambiamenti climatici», afferma Marta Cocci Grifoni.

Gianluca Garofoli, quinta generazione della Cantina Garofoli di Castelfidardo (Ancona), è dal 2006 in azienda. «Come azienda – dice Garofoli - cerchiamo di capire quali risposte dare ai consumatori futuri: gli americani bevono meno, in Italia non c’è più il consumo quotidiano e questo porta a diversi tipi di scelte. Ritengo comunque importante l’esperienza enoturistica, lo storytelling, così da far capire cosa c’è dietro a una bottiglia di vino».

Dal 1999, anno di costituzione, a oggi, l’Istituto Marchigiano di Tutela Vini (IMT) ha avuto una crescita dimensionale che è passata dai 19 fondatori agli attuali oltre 500 soci, con una concentrazione sulle prime 10 aziende che rappresentano il 75% della produzione commercializzata. «L’importanza dell’azienda familiare è fondamentale, perché quella del vino è un’attività di business che richiede molto tempo per il rientro, non bastano pochi anni - riconosce il presidente di IMT, Michele Bernetti -. Per il futuro non abbiamo timore: siamo una regione un po’ chiusa, forse per il carattere che contraddistingue i marchigiani, molto dediti al lavoro e meno alla comunicazione. E per questo ritengo che qualche innesto esterno potrebbe essere interessante per tutti quanti».

Anche per Simone Capecci, presidente del Consorzio Vini Piceni, il futuro è nelle mani dei giovani, «che gestiscono i social e sono un nuovo modo di comunicare, più immediato. Sarà fondamentale per noi, che abbiamo seguito la vocazione al biologico e ai vitigni autoctoni come punto di forza».

E per Eleonora Marconi, wine maker con un curriculum prestigioso, «la strategia è quella di favorire la sinergia fra le aziende, il dialogo fra imprenditori e giovani. Siamo le Marche e quando facciamo le cose insieme sappiamo brillare come un diamante».

Nel pomeriggio nello stand delle Marche si è svolto anche il convegno «Sibillini Italy Experience: dall’ambiente all’enoturismo», organizzato dall’Associazione Sibillini Mountain Experience.


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