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Cia Ascoli-Fermo-Macerata: “Frutta invernale, buona la qualità ed invariata la raccolta”

di Redazione Picenotime

lunedì 18 gennaio 2021

Si è da poco conclusa la raccolta della frutta invernale come mele, kiwi e pere e gli agricoltori del territorio stilano un bilancio. «Buona la qualità mentre il raccolto è il linea con quello dell'anno precedente» fanno sapere dalla Cia Agricoltori di Ascoli, Fermo e Macerata. Le abitudini alimentari sono state profondamente cambiate dall'emergenza sanitaria. Una situazione che ha imposto agli agricoltori marchigiani di cambiare le proprie strategie aziendali. «Sotto il profilo della raccolta – dicono dalla Cia Agricoltori - la stagione è stata nella media e i prodotti hanno avuto una buona qualità. In particolare per quanto riguarda le pere la qualità quest'anno è stata superiore rispetto a quella delle mele. Mentre per  i kiwi abbiamo avuto un'ottima qualità e una buona pezzatura». Certo è che le gelate riscontrate la scorsa primavera hanno condizionato lo sviluppo dei prodotti e in alcuni casi ha influito sulla pezzatura. Ma nel complesso però la resa dei terreni è stata nella norma per mele, pere e kiwi. 

«Il Covid ha cambiato le abitudini di acquisto dei consumatori – proseguno dalla Cia Agricoltori provinciale - mentre nella prima fase della pandemia ovvero da marzo in poi abbiamo registrato in Italia e in Europa un considerevole aumento degli acquisti di frutta, non possiamo dire altrettanto nella seconda ondata della pandemia. In pratica abbiamo assistito ad un crollo del mercato interno». Una situazione che ha influito anche sui prezzi.  «In particolare per la frutta invernale abbiamo registrato un calo dei prezzi tra il 20 e il 30%, fatta eccezione dei kiwi la cui limitata produzione rispetto agli anni passati ha permesso di mantenere quotazioni più alte. Malgrado il taglio dei prezzi, comunque, le vendite sono state di gran lunga inferiori rispetto allo scorso anno. Inoltre le esportazioni nel vecchio continente sono state al di sotto della media degli anni passati segno evidente delle conseguenze della pandemia soprattutto nel corso della seconda ondata». 


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