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Ascoli, Petagna a Redbull.com: ''Salvarsi sarebbe qualcosa di meraviglioso''

di Redazione Picenotime

mercoledì 03 febbraio 2016

Proseguono i nostri incontri con i giovani prospetti del Campionato di Serie B. Oggi intervistiamo Andrea Petagna, attaccante classe ’95 dell’Ascoli, cresciuto nelle giovanili del Milan. Nell’Ascoli Picchio F.C. 1898 figurano alcuni “babies” che fanno al caso nostro e ci piace quindi citare, come i “giallorossi” Tomas Svedkauskas (portiere ’94) e Marco Frediani (attaccante ’94) e il gioiellino dell’Udinese Jakub Jankto, talentuoso e duttile centrocampista fresco di (ventesimo) compleanno. Il nome più importante tra questi giovani talenti è, per la ricchezza del suo pur breve percorso calcistico, quello di Andrea Petagna.
Petagna è una punta molto forte fisicamente, “strutturata”, come si dice in gergo. E’ un mancino naturale che sa usare il destro e abbina alla fisicità una buona tecnica di base. In generale, la sua capacità di lavorare per i compagni e “far salire la squadra” anche quando non segna lo fanno piacere molto agli allenatori. Nell’Ascoli, fino ad ora, si è ritagliato spazio sia con Mister Petrone che con Mister Mangia (più con il secondo, che è sempre molto attento ai giovani), segnando anche qualche goal importante. Nel Milan, a livello giovanile, ha vinto molto: un titolo con i Giovanissimi nel 2010 (con goal in finale alla Roma), un altro l’anno dopo con gli Allievi Nazionali, una “Viareggio Cup” nel 2014 con la Primavera di Mister Pippo Inzaghi.
Andrea è un punto fermo della Nazionale Under 20 guidata da un altro grande ex rossonero, Alberigo Evani. L’Atalanta, da sempre molto attenta ai giovani emergenti, ha rilevato il suo cartellino dal Milan e da Luglio Andrea parlerà bergamasco. Ma il presente ha le tinte bianconere dell’Ascoli e un obiettivo che si chiama SALVEZZA. Ne abbiamo parlato con il ragazzo, ripercorrendo come sempre il suo percorso calcistico dagli esordi.

SANGUE FRIULANO

Andrea Petagna è nato a Trieste il 30 Giugno 1995. Nonno Francesco era un calciatore professionista e viene spontaneo chiedergli se sia stato naturale per lui ripercorrerne le orme: “Sì è vero, nella mia famiglia si respirava calcio ma in realtà io ero un bambino come tanti che giocava in cortile, per divertimento. L’occasione si è presentata tramite un amico di papà, che mi ha procurato un provino presso l’Itala San Marco Gradisca, una società calcistica (goriziana, n.d.r.) della quale mi fa piacere parlare perché loro a livello dilettantistico sono davvero un’istituzione in Friuli. E’ andata bene, avevo dieci anni e per tre anni mi sono fatto un’ora di pullmino al giorno per andare ad allenarmi. A 13 anni sono passato alla Donatello Calcio di Udine e diverse squadre hanno messo gli occhi su di me, tra le quali il Chievo. Ma più di tutte mi ha voluto il Milan...”.

A.C. MILAN

L’esperienza di Andrea Petagna al Milan mette in luce un elemento che ricorre spesso nei racconti dei nostri PROSPETTI e che è bene non sottovalutare mai… quello del sacrificio per arrivare in alto: “Con il Milan ho fatto tutta la trafila nelle giovanili. A livello calcistico è andata subito benissimo ma dal punto di vista umano ho faticato molto all’inizio. Sei un ragazzo giovane, c’è la scuola da gestire, non conosci nessuno… Con il tempo ho preso le misure ed è andato tutto alla grande”.

SENSAZIONI FORTI

Delle vittorie di Petagna a livello giovanile, in maglia rossonera, si è detto sopra. Inevitabile soffermarsi sul debutto in Champions League con la Prima Squadra, il 4 Dicembre 2012, a soli 17 anni… quasi un record: “Sì, un’emozione incredibile, mi ricordo tutti i particolari. Ho fatto il mio esordio contro lo Zenit San Pietroburgo a San Siro, nella fase a gironi, a qualificazione già ottenuta. Mi scaldavo da almeno venti minuti ma ho giocato solo gli ultimi scampoli di partita al posto di Bojan Krkic. In realtà avrei dovuto giocare qualche minuto in più, il cambio era pronto da un po’, ma la palla non voleva saperne di uscire e non potevo entrare in campo! L’aneddoto divertente é quello di Nocerino, in panchina con me, che fece una pressione pazzesca su Allegri per almeno mezzora: “Dai Mister, fallo entrare, dai!” Domanda d’obbligo… ma è vera la storia della musichetta della Champions che mette i brividi e fa tremare le gambe? “Sì, è vera… pensa che io la sentivo quando facevo il raccattapalle e tenevamo il telone con il logo della Champions, a centrocampo… figurati giocarla”.

SERIE “A” COME ANDREA

Quasi un anno dopo, il 24 Agosto 2013, Andrea Petagna esordisce in A contro il Verona, nella prima giornata di campionato della stagione 2013/14: “Avevo fatto tutta l’estate con la Prima Squadra, segnando anche un goal con il Manchester City in un’amichevole estiva (5-3 per gli inglesi, n.d.r.). Mister Allegri mi faceva sentire parte del gruppo. Quel giorno era a corto di attaccanti e mi ha fatto giocare la mezzora finale per cercare di raddrizzare il risultato. Sarò sempre grato ad Allegri per avermi dato l’opportunità di giocare ed allenarmi insieme a grandi campioni (frase da sottolineare e far leggere a chi considera tutti i giovani talenti italiani ragazzi montati e presuntuosi). Poi, a settembre, quasi subito dopo, la cessione in prestito alla Sampdoria: “Ho chiesto io di andar via, per giocare. L’acquisto di Matri aveva chiuso tutte le porte ad un mio utilizzo. Purtroppo quella blucerchiata è stata una chanche non sfruttata appieno, forse anche per colpa mia, ma comunque una buona esperienza in Serie A”.

Ironia della sorte, Petagna debutta con la Samp proprio contro la sua squadra, il Milan, prima di riabbracciare i colori rossoneri nel mercato di Gennaio (2014): “Quando sono tornato ho trovato un Milan diverso, c’era Mister Seedorf al posto di Allegri. Anche con lui ho avuto le mie occasioni, nel ritorno con il Verona ho procurato il rigore della vittoria in una partita bloccata sullo 0-0. Ho continuato comunque a giocare con la Primavera ed è arrivata la vittoria al Viareggio con Inzaghi”. Una domanda sul rapporto con SuperPippo, che vive il mestiere della punta come una religione, non può mancare… “Con lui mi sono trovato benissimo. Pensa che abitavamo nello stesso palazzo, ogni volta che mi incrociava non mancava di fermarmi e darmi qualche consiglio, dall’alimentazione ai movimenti in campo”.

LATINA

Dopo il trionfo al Viareggio e la fine della stagione 2013/14, comincia per Andrea una girandola di prestiti in Serie B: “Dopo il Viareggio mi sono infortunato, purtroppo. Poi c’è stata l’opportunità di andare in prestito a Latina ma, devo essere sincero, ho fatto male (11 presenze e zero goal, n.d.r.). C’era un allenatore, Mister Mario Beretta, che mi stimava e mi aveva voluto fortemente lì. Solo che lui poi è stato esonerato quasi subito e tutta la stagione ha preso una piega diversa… A livello umano e di ambiente però devo dire che mi sono trovato benissimo”.

VICENZA

A Vicenza sono arrivato a Gennaio 2015, dopo l’esperienza di Latina. Ho trovato un grande gruppo e un grande allenatore (Pasquale Marino, n.d.r.), è stata una bellissima avventura. Lì ho segnato il mio primo goal da professionista e ho avuto la fortuna di giocare con un vero bomber di categoria come Andrea Cocco, da cui ho imparato molto”.

ASCOLI PICCHIO F.C. 1898

Le emozioni del debutto in Champions League e in Serie A non hanno prezzo, ma una salvezza con l’Ascoli, per come era cominciata la stagione dentro e fuori dal campo, varrebbe quanto uno scudetto. Andrea ci ha messo un attimo a capire l’importanza della piazza: “Qui ci sono una città caldissima e una tifoseria incredibile. Non è stato facile la scorsa estate, il Milan mi aveva promesso che sarei andato ad Ascoli solo in caso la squadra avesse preso parte al campionato di B, quindi ho passato settimane con il telefonino in mano in attesa di notizie. Alla fine, per fortuna, si è sbloccato tutto. L’impatto con l’ambiente è stato ottimo, abbiamo un gruppo giovane e compatto con qualche elemento di esperienza. Siamo arrivati tutti alla fine del mercato e non c’è stato tempo per fare la preparazione insieme, questo incide molto su un campionato. Ma per come si era messa all’inizio, abbiamo fatto grandi passi avanti, soprattutto da quando è arrivato Mister Mangia (dai bassifondi della classifica alla “zona sicurezza”, n.d.r.) Prima della sosta natalizia abbiamo portato a casa due vittorie importantissime contro Spezia e Livorno, a Gennaio abbiamo battuto la Virtus Lanciano. Ovviamente il torneo di B è molto lungo e insidioso, quindi bisogna stare sempre attenti… Bastano due-tre vittorie per andare in alto ma altrettante per tornare giù, non dovremo mollare fino alla fine ma salvarsi sarebbe qualcosa di meraviglioso”.

PILLOLE DA BOMBER

Gli idoli: “Non ho mai avuto veri e propri idoli, ad essere sincero. Però ho cercato di apprendere qualcosa dai grandi campioni con i quali mi sono allenato: soprattutto Ibra e Balo al Milan, Eder alla Sampdoria, Cacia ad Ascoli”.

Il goal più bello: “Nella Viareggio Cup, in finale con l’Anderlecht. Ci siamo guadagnati i supplementari e poi li abbiamo battuti”.

Il goal più importante: “Sicuramente a Bari con il Vicenza, da titolare, è coinciso con la quinta vittoria di fila e quel giorno ho giocato al posto di Cocco, un idolo”.

Andrea Petagna (Legab.it)

Andrea Petagna (Legab.it)

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Commenti

Vincenzo
mercoledì 03 febbraio 2016

Veramente un ragazzo umile. Bravo. Con questa mentalità farà strada. Dai Andrè facci salvare!


San Marco
mercoledì 03 febbraio 2016

Bravo Andrea, certamente farai carriera e noi ti auguriamo di farne tanta e grande. Sempre ForzaAscoli.


Roma
mercoledì 03 febbraio 2016

Questo tra 3 anni va in Nazionale A via Ascoli come Quagliarella e Zaza