Coronavirus, Istituto Superiore Sanità: “Nessuna regione a rischio alto. Tasso terapie intensive al 30%”
di Redazione Picenotime
venerdì 30 aprile 2021
“Nel periodo compreso tra il 7 e il 20 Aprile l’Rt medio calcolato sui casi sintomatici è stato pari a 0,85 (range 0,80- 0,91), in lieve aumento rispetto alla settimana precedente (quando era a 0,82 ndr), però sotto l’uno anche nel limite superiore”. È quanto si legge nella bozza dell’ultimo monitoraggio sull’andamento dell’epidemia da Covid-19 dell’Istituto Superiore di Sanità e del Ministero della Salute. "Questa settimana si osserva ancora una diminuzione della incidenza settimanale (146,3 per 100.000 abitanti (19/04/2021-25/04/2021) vs 157,4 per 100.000 abitanti (12/04/2021-18/04/2021). Sebbene la campagna vaccinale progredisca significativamente, complessivamente, l’incidenza resta elevata e ancora ben lontana da livelli (50 per 100.000), che permetterebbero il contenimento dei nuovi casi. Si osserva un miglioramento generale del rischio, con nessuna regione a rischio alto secondo il DM del 30 Aprile 2020. Undici regioni/PPAA hanno una classificazione di rischio moderato (di cui nessuna ad alta probabilità di progressione a rischio alto nelle prossime settimane) e dieci regioni che hanno una classificazione di rischio basso (una ad alto rischio di progressione a rischio moderato). Tre regioni hanno un Rt puntuale maggiore di uno. Tra queste, due regioni (Campania e Sicilia) hanno una trasmissibilità compatibile con uno scenario di tipo 2. Le altre regioni/PPAA hanno una trasmissibilità compatibile con uno scenario di tipo uno. Scende, ma rimane alto, il numero di regioni/PPAA che hanno un tasso di occupazione in terapia intensiva e/o aree mediche sopra la soglia critica (8 regioni/PPAA vs 12 della settimana precedente). Il tasso di occupazione in terapia intensiva a livello nazionale è uguale alla soglia critica (30%), con una diminuzione nel numero di persone ricoverate in terapia intensiva, che passa da 3.151 (20/04/2021) a 2.748 (27/04/2021). Il tasso di occupazione in aree mediche a livello nazionale scende ulteriormente ed è sotto la soglia critica (32%). Il numero di persone ricoverate in queste aree passa da 23.255 (20/04/2021) a 20.312 (27/04/2021) - prosegue il report -. Si osserva una ulteriore diminuzione nel numero di nuovi casi non associati a catene di trasmissione (27.561 vs 29.892 la settimana precedente). La percentuale dei casi rilevati attraverso l’attività di tracciamento dei contatti è in aumento (38,3% vs 37,9% la scorsa settimana). È invece stabile il numero di casi rilevati attraverso la comparsa dei sintomi (38,7% vs 38,4%). Infine, il 23% è stato diagnosticato attraverso attività di screening. Per i tempi che intercorrono tra l’esposizione al patogeno e lo sviluppo di sintomi e tra questi e la diagnosi e successiva notifica, verosimilmente molti dei casi notificati in questa settimana hanno contratto l’infezione nella prima decade di Aprile”.
Consueta conferenza stampa sull’analisi dei dati del Monitoraggio Regionale Covid-19 della Cabina di Regia con il presidente dell’Istituto Superiore di Sanità Silvio Brusaferro ed il direttore generale della Prevenzione del Ministero della Salute Gianni Rezza.
BRUSAFERRO:" Siamo vicini ai 150 casi per centomila, ossia tre volte la soglia definita per il tracciamento sistematico. L'Rt è sostanzialmente stabile. Con le varianti in circolazione, soprattutto quella inglese, occorre mantenere una particolare cautela e gradualità. In molti paesi Europei c'è una curva in crescita, mentre in Italia c'è una decrescita ma sempre lenta della curva. Il quadro complessivo resta ancora di un livello impegnativo nonostante una diminuzione dei nuovi casi. Tre regioni hanno un Rt maggiore di 1 e anche se l'incidenza è in diminuzione resta ancora elevata. Quindi occorrono misure di mitigazione. I ricoveri nelle aree mediche sono scesi ulteriormente e anche le terapie intensive sono in decrescita e a livello nazionale tocchiamo la soglia del 30%, quindi la pressione sta scendendo. E aumentano in casi raggiunti col tracciamento, a quasi 30mila casi".
REZZA: "Il quadro epidemiologico è stabile, con un lieve miglioramento dell'incidenza, l'Rt sostanzialmente è quello. La notizia migliore è la decongestione dei posti letto in area medica, che va sotto la soglia critica, mentre le terapie intensive sono sulla soglia. Non abbiamo un tesoretto, ma abbiamo un certo miglioramento. Solo in un caso nella survey di Ministero e Istituto Superiore Sanità è stata rilevata la variante indiana, che ad oggi non è una variante 'di preoccupazione', ma va investigata. Si parla molto dell'India ma l'epidemia lì è sostenuta in gran parte dalla variante inglese, ma parliamo di un paese di 1,4 miliardi di abitanti, in cui non sono state prese misure precauzionali nell'ultimo periodo. Quando il virus si riproduce molto fa errori, e nascono le varianti. Per il vaccino AstraZeneca per ora non cambia nulla e non sono state prese decisioni diverse rispetto alle ultime settimane e rispetto al pronunciamento Ema. Dunque per AstraZeneca non cambia nulla perché non ci sono evidenze di eventi avversi con la seconda dose".
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