Ascoli, presentato 'èpiceno': il nuovo progetto di promozione culturale del territorio
di Davide Ciampini
martedì 27 maggio 2025
Presso il Chiostro di San Francesco di Ascoli, è stato presentato 'èpiceno', il primo brand unitario del territorio, nato fra la collaborazione del Comune di Ascoli Piceno e il BIM Tronto. Un territorio che si riscopre attraverso le sue voci, le sue immagini, la sua eco: il Piceno si presenta al mondo con una nuova veste, potente e riconoscibile. Il logo presenta una doppia chiave di lettura: “èpiceno” come affermazione di ciò che il Piceno è, è stato e sarà; “èco piceno” come èco che attraversa spazio e tempo, metafora di un'eredità che continua a generare relazioni e di un presente che trova il suo riflesso nel futuro. Alla base del progetto c’è una strategia di comunicazione digitale che non corrisponde a un semplice piano operativo, ma un vero e proprio ecosistema narrativo. Il Piceno si racconterà attraverso un linguaggio nuovo, capace di parlare ai cittadini, ai viaggiatori, alle comunità creative, agli stakeholder culturali e agli stessi Piceni che vivono altrove. Ognuno potrà ritrovarsi in questa grande narrazione collettiva e contribuirvi, diventandone parte attiva. Il progetto prevede l’attivazione di un sistema integrato di strumenti e canali. Sono già online i profili social Instagram e Facebook con il nome @epiceno, a cui seguiranno diversi strumenti tra cui una piattaforma digitale dedicata. L'iniziativa è stata presentata alla presenza del sindaco di Ascoli Piceno Marco Fioravanti, il presidente BIM Tronto Luigi Contisciani, il Prof. Stefano Papetti; l'artista Omar Galliani e la curatrice del progetto Alessia Campanelli. Moderatrice dell'evento la giornalista Claudia Conte.
"E' con grande piacere - ha esordito Claudia Conte - che vi do il benvenuto in questo chiostro meraviglioso, che ci permette di iniziare con buon spirito. Oggi lanciamo il brand "èpiceno", il cui scopo è valorizzare il territorio, con particolare attenzione al suo immenso patrimonio culturale. Saranno dunque 33, sotto la colonna portante di Ascoli, i comuni coinvolti. Essi racconteranno quanto sia determinante la coesione del territorio, unità che può portare sviluppo a livello nazionale e internazionale".
"Oggi - ha sottolineato il sindaco Marco Fioravanti - ci troviamo alla presenza dei protagonisti di questa rivoluzione culturale. Da qualche tempo a questa parte, abbiamo affermato il nostro obiettivo, ovvero trasformare i luoghi di cultura nelle fabbriche del futuro. Vogliamo infatti attirare i giovani ormai esodati e, ovviamente, scongiurare che quelli presenti facciano il medesimo percorso. Ringrazio dunque i sindaci del Piceno presenti, la cui collaborazione è stata determinante per cucire - e ricucire - i territori che vanno dalla montagna al mare. Il progetto "èpiceno", che potremmo considerare alla stregua di un megafono, va quindi in questo senso. L'obiettivo precipuo è aggregare le visioni più variegate, trasformandole in un solo intento. A tal proposito, è bene ricordare le recenti rilevazioni fatte per ciò che concerne l'affluenza nei nostri luoghi della cultura. Quest'anno abbiamo registrato 30.000 presenze, a fronte delle appena 8.000 di cinque anni fa. Il piano editoriale qui proposto propone sostanzialmente tre filoni: la sostenibilità competitiva in quanto non esiste la decrescita felice, bensì la felicità mediante la crescita culturale; l'eco, che proviene dallo splendido travertino di cui è composta la città, cui attribuire un valore spirituale. L'ultimo riguarda invece la capacità di vivere il presente: i social network sono sì importanti, tuttavia dobbiamo ribadire la necessità di coltivare relazioni umane".
"Il ruolo del nostro ente - ha dichiarato il Presidente di BIM Tronto Luigi Contisciani -, sconosciuto fino a quindici anni fa, ha avuto un ruolo assai importante nel territorio Piceno. Abbiamo sostenuto il progresso economico e sociale delle popolazioni del territorio, specie in alcuni settori, sposando una visione di insieme. Nelle nostre idee abbiamo incluso tutti e 33 i comuni della provincia, dando la precedenza alla questione culturale. I 78 musei del territorio, spesso chiusi in quanto allocati in piccoli borghi, sono stati riuniti e resi disponibili al pubblico. Sono stati allestiti calendari delle aperture, così da dare la possibilità, specie d'estate, di usufruirne. Di particolare rilievo è stato inoltre il nostro intervento nel settore dell'enogastronomia, a cui abbiamo dedicato una piattaforma di vendita allorquando avvenne la crisi da COVID 19. In definitiva, il nostro obiettivo è diventare la prima provincia delle Marche, quantomeno dal punto di vista turistico".
"Molti anni fa - ha ricordato il direttore della Pinacoteca Civica il prof. Stefano Papetti - mi trovavo ad un convegno in compagnia di Philippe Daverio. Si parlava di quanto la Regione fosse irraggiungibile dal punto di vista logistico: cosa vera, ma che tuttavia rappresenta un elemento di attrazione. Infatti, il lento percorrimento per raggiungerla fa sì che il visitatore possa ammirarla in tutte le sue peculiarità. Sui 30.000 visitatori annui sono, rispetto ad altre realtà, numeri assai irrisori. Possiamo tuttavia gioire in quanto il punto di partenza era assai esiguo - 8000 presenze -. Abbiamo bisogno di un turismo lento, un turismo di persone che vengano nella città non solo per ammirarne il territorio, ma anche per conoscerne le tradizioni. In molti ritengono erroneamente che esista soltanto la Pinacoteca quando, in realtà, disponiamo di sei poli museali. Molteplici gli eventi non convenzionali organizzati: non per dissacrare i luoghi della cultura ma perché consapevoli che, così facendo, abbiamo la facoltà di attrarre un pubblico che altrimenti non saremmo riusciti ad avvicinare. La storia culturale di Ascoli è stata straordinaria, pur tuttavia carente per ciò che concerne l'arte moderna. Da qui le recenti iniziative, tra cui la mostra di Antonio Marras al Forte Malatesta ("Vedere per credere. L'ombra du Cecco" ndr.). Una mostra buia, concepita per essere ospitata in un ex carcere quale il forte summenzionato".
"Quello fatto qualche anno fa - ha evidenziato Omar Galliani - è stato un viaggio all'interno della tragedia; abbiamo visitato i luoghi del dolore, caratterizzati dal sisma avvenuto nel 2016. In accordo con Nazzareno Verdesi, scelsi di visitarli. Ero dubbioso, in quanto titubante sul da farsi. Furono le macerie, la tragedia, la desolazione a ispirarmi nelle mie opere. Collocammo pertanto una di questi volti in una finestra, una della ultime rimaste. Quegli attimi hanno segnato la vita di molte persone. L'opera d'arte è imperitura: essa resta, noi ce ne andiamo".
"Come avete compreso - ha chiosato la curatrice del progetto 'èpiceno' Alessia Campanelli - non si tratta soltanto di un brand, bensì di un vero e proprio piano di comunicazione. Progetto figlio del nostro tempo, ha come scopo valorizzare il Piceno. Vogliamo aprirci al mondo esterno, senza per questo dimenticare l'identità dei Piceni: attuali e passati. Infatti, consideriamo la storia come il capitale più importante. Partendo da questo assunto, vogliamo intessere il nostro futuro nel migliore dei modi. Sono partita dall'idea di eco, cui ho affidato l'arduo compito di comunicare la cultura. L'eco è un’idea che può essere declinata in molti modi, dunque faremo una campagna pubblicitaria a largo spettro".
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