Crisi energetica, Confcommercio lancia allarme per imprese della panificazione. Oltre 5.300 posti di lavoro a rischio
di Redazione Picenotime
lunedì 12 settembre 2022
L’aumento esponenziale delle utenze del gas e dell’energia
elettrica pongono a serio rischio la tenuta delle imprese della
panificazione.
“Abbiamo non più di sessanta giorni davanti” –
afferma il presidente nazionale Assipan Confcommercio Antonio
Tassone – “il rischio, dobbiamo dircelo, è che tra un paio di
mesi il pane artigianale possa sparire dalle tavole degli
italiani. Le piccole e medie imprese di questo passo scompariranno
lasciando spazio ai grandi operatori industriali”.
Assipan
Confcommercio lancia il grido di allarme e chiede al Governo un
adeguato e tempestivo credito d’imposta che compensi
l’incremento del costo energetico, nonché un tetto massimo a
questi costi, già applicato con successo in altri paesi europei come
la Spagna e il Portogallo.
La situazione attuale disegna uno
scenario che configura un balzo eclatante delle voci di costo per le
materie prime energetiche (bollette della luce, bollette del gas,
ecc.) mediamente quadruplicate per gli operatori del settore della
panificazione, rispetto al periodo precovid.
Le prime stime
prudenziali degli effetti della crisi sul settore della
panificazione, evidenziano che da qui alla metà del 2023, in
assenza di aiuti concreti alle imprese e/o di interventi lineari e
strutturali finalizzati a limitare l’impatto negativo della crisi
energetica, si rischia di perdere fino a 1.350 imprese dell’intero
settore della panificazione che potrebbero chiudere senza essere
sostituite da nuove imprese, con una perdita di circa 5.300 posti di
lavoro.
Di seguito le richieste dell'Associazione nazionale,
condivise anche a livello provinciale dalla Confcommercio
Picena:
- immediato inserimento delle imprese della panificazione
fra quelle energivore;
- revisione della fissazione dei prezzi del
gas sul mercato TTF, ossia l’indice di borsa del gas sul mercato
dei Paesi Bassi, dal quale sarebbe opportuno sganciarsi;
-
praticare prezzi del gas legati ai contratti di fornitura, cioè
sulla base dei prezzi all’importazione che sono notevolmente più
bassi di quelli del mercato TTF;
- moratoria sui finanziamenti in
essere per un periodo di almeno 12 mesi, cosi come avvenuto in
piena emergenza pandemica.
Senza questi interventi immediati, il
pane artigianale, bene primario per eccellenza, potrebbe presto
mancare sulle tavole degli italiani.
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