Le Marche al Salone del Libro, Ascoli e Pesaro candidate a ''Capitale Italiana della Cultura''
di Redazione Picenotime
sabato 16 ottobre 2021
Valorizzare le eccellenze del territorio attraverso l’arte e la cultura, facendo rete per superare le strategie competitive che hanno sempre penalizzato le Marche. “Insieme si cresce, divisi di perde. Le comunità locali hanno ottimi motori e la Regione vi ha versato il carburante giusto”. È la metafora che ha caratterizzato gli eventi proposti dalla Regione Marche al 32° Salone del libro di Torino. Presenti l’assessore alla Cultura Giorgia Latini e il critico d’arte Vittorio Sgarbi, tre momenti hanno particolarmente focalizzato la giornata: le Celebrazioni del V Centenario della nascita di Papa Sisto V, “MArCHESTORIE” e la presentazione delle candidature di Ascoli Piceno e Pesaro a Capitale italiana della cultura 2024. Eventi legati dalla comune visione di uno sviluppo territoriale a base culturale.
“La strategia della Regione Marche è chiara e ben delineata: puntare sulle eccellenze, sulla storia e sulle tradizioni – ha detto l’assessore Latini –. L’attività amministrativa della nuova Giunta regionale è iniziata con la proposta di legge sulla valorizzazione dei borghi. Siamo stati la prima regione a descrivere il territorio partendo dalle radici delle comunità. Vogliamo rendere i borghi attrattivi, connessi e accoglienti. Sono realtà che hanno sofferto prima per lo spopolamento, poi per il terremoto. Attraverso l’arte e la cultura possiamo stimolare la crescita turistica e assecondare una fase di rinascita che si comincia già a percepire”. Una strada tracciata che ha contrassegnato anche l’organizzazione delle Celebrazioni sistine: “È stata creata una rete tra i Comuni coinvolti, favorendo una promozione del territorio basata sulla collaborazione”. Tra gli eventi in programma, la mostra “Pericle Fazzini e Sisto V” (inaugurazione il 12 dicembre”), entrambi nati a Grottammare, con l’ultima opera dello scultore dedicata al Papa conterraneo.
“Sisto V è il papa intermedio tra la grande stagione del Rinascimento e quella dell’inizio del Seicento – ha evidenziato Sgarbi –. L’idea di collegare Fazzini a Sisto V è legata al monumento di Montalto, dove l’artista rappresenta l’anima del pontefice, più che la sua opera. Fazzini chiude un’epoca che ha come rappresentanti estremi Messina e Manzù, ma non si lancia verso il buio della sperimentazione informale. Brivido ed energia caratterizzano la sua produzione plastica e grafica”. Va apprezzata, ha evidenziato Sgarbi, “l’intenzione della Regione Marche di riaccendere l’attenzione verso Fazzini, artista tanto importante e precipitosamente dimenticato. Le mode sottolineano la caducità dell’arte. Quando, però, un’artista viene guardato con occhi nuovi, non è più la moda che lo sostiene, ma la sua forza. Fazzini è uno scultore dell’anima. Scolpisce e disegna anime e non figure. È l’interprete perfetto del nostro tempo e delle nostre inquietudini”.
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