Ricostruzione sisma: le strutture di emergenza possono rilanciare il territorio. Coldiretti in audizione al Senato
di Redazione Picenotime
mercoledì 25 gennaio 2023
Dal post sisma il rilancio delle aree interne grazie a una gestione intelligente della ricostruzione. Anche attraverso la possibilità di mantenere le strutture provvisorie per il ricovero degli animali, degli alimenti zootecnici senza tralasciare la ricettività turistica. Sono le istanze di un territorio difficile e a rischio spopolamento quelle che Coldiretti nazionale porterà nel primo pomeriggio di oggi in audizione alla Commissione Ambiente del Senato. “A distanza di quasi 7 anni dalle scosse si percepisce tanta incertezza tra le aziende agricole – spiegano da Coldiretti Marche – soprattutto tra gli allevamenti che contano circa 640 stalle e magazzini provvisori. Strutture che potrebbero essere riutilizzate dando la possibilità alle singole realtà di aumentare la produzione senza per questo creare danni all’ambiente. L’obiettivo è quello di prediligere il ripristino alla demolizione anche per preservare un patrimonio edilizio rurale di indubbio valore storico e allo stesso tempo mantenere il potenziale produttivo”. Prettamente rurale, l’area del cratere è caratterizzata da diverse da parchi e aree naturali (Monti Sibillini, Abbadia di Fiastra e Monti San Vicino e Canfaito) nonché migliaia di ettari di zone SIC e ZPS. Nel corso dell’audizione i responsabili nazionali di Coldiretti cercheranno di illustrare la situazione e perorare diverse richieste. A partire proprio dalla trasformazione delle delocalizzazioni temporanee in definitive inserendo gli edifici produttivi tra i costi ammissibili a contributo, cosa al momento possibile per le attività produttive ma non per le aziende agricole. “Le strutture provvisorie sono necessarie e determinanti per il prosieguo dell’attività – proseguono da Coldiretti Marche – e sarebbe un peccato perdere questo investimento emergenziale che ha consentito alle aziende di continuare a presidiare il territorio”. Fanno parte di questo "patrimonio" 126 alloggi per allevatori (Mapre), 304 moduli stalla, 90 stalle realizzate direttamente dagli allevatori, 253 fienili. “Strutture che hanno nettamente migliorato le condizioni di allevamento sotto il profilo funzionale, igienico sanitario e di benessere degli animali rispetto alle condizioni pre sisma – evidenziano gli agricoltori - A oggi sarebbe difficile per molte imprese tornare alla situazione ante sisma”. A questo Coldiretti aggiunge anche richieste circa misure che migliorino la liquidità delle aziende (anticipazione iva da riconoscere anche alle imprese con regime forfettario) e la possibilità di delocalizzare in altri comuni anche se non confinanti.
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