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Sisma 2016, Castelli: “Per la Giornata della Terra combattiamo lo spopolamento dell'Appennino”

di Redazione Picenotime

lunedì 22 aprile 2024

C’è un modo per celebrare la Giornata della Terra, che va controcorrente rispetto al mainstream promosso e proposto dalla Commissione europea: la difesa della Natura ha bisogno dell’attività responsabile e laboriosa dell’uomo. L’abbandono dei terreni agricoli, in nome di una “selvaggia Natura” da ripristinare - come vorrebbe una norma europea proposta dalla Commissione Ue - è la premessa per il dissesto idrogeologico e per la fine di quella biodiversità di cui l’Europa (e l’Italia in particolare) è leader, proprio grazie a una millenaria attività di “collaborazione” Uomo-Natura.

L’abbandono dei terreni a uso agricolo sarebbe una iattura per tutti, in particolare favorirebbe il progressivo spopolamento delle aree interne, che in Italia coincidono in gran parte con la dorsale appenninica. Un Appennino “ripopolato” è l’unica efficace premessa per difendere la Terra, la Natura, la biodiversità.

L’attività che stiamo svolgendo per la ricostruzione e la rigenerazione dei territori e delle comunità del Centro Italia colpiti dalle sequenze sismiche del 2016-2017 - sostiene il commissario, senatore Guido Castelli - percorrono la via maestra del contrasto all’abbandono dei luoghi: per fare questo occorre difendere gli insediamenti umani, a partire dal presidio agricolo-silvo-pastorale”.

Come ricorda anche l’UNCEM proprio nella ricorrenza della Giornata della Terra “l’emergenza dell’abbandono di suolo non è meno grave del consumo di suolo, nelle aree montane. Alpi e Appennini senza suolo utilizzato in modo sostenibile sono costrette a guardare altrove”. L’area del cratere sisma 2016/17 è costituita per il 70% da boschi in forte espansione, per la maggior parte non gestiti e abbandonati, che stanno erodendo il residuo 25% di coltivi e prati pascoli e rappresentano una minaccia incombente per quel 5% di insediamenti che si stanno ricostruendo con notevoli sforzi. L’abbandono del territorio montano è la premessa del dissesto idrogeologico e la dichiarazione di resa di fronte all’inselvatichimento che riduce biodiversità e risorse.

In questi sforzi contro lo spopolamento per il futuro della Terra e di chi la abita – afferma il commissario Castelli – siamo incoraggiati dalle prese di posizione del Governo Meloni sulle filiere legno 100% italiane e dagli impegni del Ministro Lollobrigida per il settore agro-silvo-pastorale che, per la prima volta nella storia del nostro Paese, hanno messo al centro gli interessi e le specificità uniche del territorio italiano che vanno difese da misure che, oltre a non riconoscerne le qualità, ne minacciano l’esistenza stessa. Un impegno – conclude Castelli – che stiamo portando avanti con decisione nel cratere 2016/17 per farne un laboratorio utile ad affermare la valenza e la specificità dell’uso della terra nella penisola italiana che, non a caso, ci pone ali vertici europei sia della biodiversità che dei prodotti agroalimentari di qualità”.




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