Cna Picena, richiesta per rifinanziamento Legge Sabatini e soddisfazione per fondi ad Area crisi complessa
di Redazione Picenotime
mercoledì 19 maggio 2021
La Cna di Ascoli Piceno lancia l'allarme sui fondi in esaurimento. Primi fra tutti quelli destinati alla cosiddetta legge Sabatini, che finanzia gli investimenti in nuovi macchinari e nuove tecnologie. "Questa legge – spiega il direttore della Cna Picena, Francesco Balloni – è stata molto utilizzata soprattutto nell’ambito industriale e manifatturiero. Una legge dove stanno terminando i fondi per cui chiediamo al Governo un rifinanziamento. Da operatori sul territorio registriamo che sono state tantissime le pratiche per la Sabatini tramite il nostro Confidi Unico. E ribadiamo che per la manifattura e la meccanica questa misura è fondamentale in particolare se, come ci dice il nostro Centro studi della Cna regionale delle Marche, saranno proprio loro a guidare quel tanto atteso rimbalzo del Pil nel secondo semestre di quest'anno".
A inizio maggio, rileva Cna, risultano ancora disponibili poco più di 200 milioni di Euro, sufficienti per coprire sì e no le esigenze di un paio di mesi o poco più. Per coprire l’intero 2021 servirebbero circa 500 milioni che farebbero da volano a circa 6 miliardi di nuovi investimenti da parte delle imprese, soprattutto micro e piccole.
"I numeri della Nuova Sabatini – aggiunge Luigi Passaretti, presidente della Cna di Ascoli Piceno - ne testimoniano l’importanza per sostenere gli investimenti. Dopo una partenza in sordina nel 2014 lo strumento ha registrato un crescente apprezzamento grazie anche alla semplificazione delle procedure. Dall’avvio infatti ha sostenuto oltre 25 miliardi di euro di investimenti a fronte di un contributo pubblico pari a poco più di 2 miliardi, generando un effetto volano davvero molto rilevante".
Le cifre del 2020, stando alle stime
fatte dalla Cna, sono superiori a quelle dell’anno precedente e nei
primi quattro mesi del 2021 le domande sono già il 70% del totale
dell’anno scorso, mentre i volumi di risorse si attestano al 63%.
Lo strumento è stato affinato nel tempo. La durata ha consentito di
qualificare le domande e la media di approvazione è passata dal 48%
del primo anno, a valori superiori all’80%, offrendo così certezze
e garantendo affidabilità. Elementi che avvicinano le imprese di
"minori dimensioni".
In arrivo 1,9 milioni di euro per il sostegno alla creazione di impresa nei Comuni dell’area di crisi del Piceno. Sono stati approvati oggi dalla giunta regionale i criteri per l’attivazione di due strumenti, uno per l'area del Piceno e uno per quella del Maceratese-Fermano. "Per il piceno - commenta Francesco Balloni, direttore della Cna di Ascoli - fondi così indirizzati hanno la duplice valenza di aiutare gli imprenditori che si vogliono mettere in gioco e di sostenere l'occupazione, sia intesa come titolari d'azienda che come dipendenti di questa".
“Le delibere approvate – ha annunciato l’assessore Guido Castelli con delega alle aree di crisi industriale –dimostrano il costante impegno della Regione per il rilancio del tessuto produttivo di questi territori e per il reinserimento nel mercato del lavoro dei disoccupati residenti in queste aree. Il sostegno alla creazione di impresa è una misura con una forte appetibilità, ma in quest’ultimo scorcio della programmazione 2014/2020, lo strumento era inattivo solo nei 40 Comuni dell’area di crisi del Piceno, in quanto inserito in un Accordo di programma con il Governo di cui si aspetta ancora la firma della proroga fino al 2023. Per ovviare a questa mancanza e assecondare le richieste del territorio, abbiamo deciso quindi di svincolare dall’Accordo il plafond di 1,5 milioni di Euro a valere su risorse FSE dedicate a questo intervento e farlo partire subito, mantenendone la destinazione territoriale”.
In base all’intervento, ogni progetto di impresa, presentato dal soggetto disoccupato, potrà beneficiare di un contributo forfettario, fino ad un massimo di 35.000 euro, suddiviso in due tranche: la prima, pari a 15.000 euro, al momento della costituzione dell’impresa, ed una seconda, eventuale, fino ad un massimo di 20.000, nel caso in cui l’impresa neonata, al termine dei dodici mesi del progetto, proceda con assunzioni – ulteriori rispetto al titolare – a tempo indeterminato o determinato, con contratto annuale o biennale, nei casi previsti dalla normativa.
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