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Lavoro domestico nelle Marche, settore in calo dal 2012. Aumentano le badanti, diminuiscono le colf

di Redazione Picenotime

giovedì 28 gennaio 2021

Nel 2019 i lavoratori domestici regolari nelle Marche erano 23.760, dato in costante calo dal 2012 (-15,2%). I dati INPS rivelano una preminenza delle badanti (60,5%) sulle colf. La forbice tra queste due tipologie di lavoratrici si sta allargando: le badanti sono in costante crescita e le colf in calo. La sanatoria 2020 dei lavoratori stranieri potrebbe portare a un aumento di oltre 3mila lavoratori.

Sono alcuni dei principali dati che fotografano il settore, raccolti ed elaborati nel Rapporto annuale 2020 sul lavoro domestico, realizzato dall’Osservatorio nazionale DOMINA, con la collaborazione della Fondazione Leone Moressa di Mestre.

Il 50,2% dei domestici proviene dall’Est Europa, sono quasi tutte donne (92,5%) e hanno in media 50 anni. L’incidenza degli italiani è maggiore nelle famiglie che non richiedono la convivenza (25%).

Spesa delle famiglie e impatto economico. Complessivamente, nel 2019, le famiglie della Regione hanno speso 190 milioni di euro per la retribuzione dei lavoratori domestici: la cifra comprende stipendio, contributi e TFR. Il valore aggiunto del settore si aggira attorno ai 400 milioni di euro.

Distribuzione territoriale e incentivi. A livello provinciale, la distribuzione dei lavoratori domestici raggiunge un picco nel capoluogo regionale, dove si concentrano il 32,2% delle colf e il 32,1% delle badanti. In termini relativi, l’incidenza maggiore si registra a Pesaro Urbino: 6,5 colf ogni mille abitanti (media regionale: 6,2) e 12,1 badanti ogni cento anziani (media 11). La Regione Marche garantisce assegni di cura e il servizio di assistenza domiciliare per anziani con più di 65 anni, oltre a finanziare l’intervento “Disabilità gravissima”. Inoltre, è disponibile un registro regionale degli assistenti familiari.

Prospettive demografiche. Le prospettive demografiche rivelano che nel 2050 nelle Marche vivranno 71mila anziani in più (ultra-ottantenni) e 25mila bambini in meno (0-14 anni), valori che suggeriscono una crescita potenziale del numero di badanti. La componente anziana sarà più numerosa di quella infantile (14,6% della popolazione contro 11,7%), con evidenti ripercussioni socio-economiche.


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