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Confartigianato Macerata-Ascoli-Fermo: ''Dazi USA, la guerra commerciale porterà solo sconfitti''

di Redazione Picenotime

lunedì 14 luglio 2025

L’annuncio del presidente degli Stati Uniti Trump di dazi al 30% sulle merci europee viene accolto con grande apprensione dalle imprese. Confartigianato Imprese Macerata-Ascoli Piceno-Fermo rilancia ancora l’allarme circa un provvedimento che darebbe una mazzata all’export negli Usa, mercato completamente strategico per le Marche. Per capirne la portata basta infatti guardare al solo comparto moda, dove gli Stati Uniti sono il terzo punto di riferimento per i prodotti italiani, con 5.569 milioni di euro di esportazioni. La guerra commerciale, quindi, genererebbe solo sconfitti.

Guardando infatti ai più recenti risultati dell’export 2024 verso gli Stati Uniti, questo:

a Macerata si è attestato a 152.763.000 euro, con una variazione del +1,3% rispetto al 2023; tra i settori, cresce l’abbigliamento (+50,1) mentre calano i prodotti in metallo (-65,3);

ad Ascoli Piceno si è attestato a 365.696.000 euro, con una variazione del -9,3% rispetto al 2023. A condizionare i valori, il calo del -21,2% del farmaceutico, un comparto trainante e sviluppato durante il periodo Covid. Cresce invece l’alimentare del 66,6%;

a Fermo si è attestato a 83.352.000 euro, con una variazione del -2,6% rispetto al 2023; tra i settori, gli articoli in pelle segnano un -8,5%. 

Le Marche hanno esportato negli Stati Uniti nel 2024 merce per complessivi 1.244 milioni di euro, con una variazione rispetto al 2023 del -31,8%. C’è un grado di esposizione delle MPI al mercato statunitense che è pari nella regione all’1% del PIL. “Già in primavera Confartigianato aveva calcolato che dazi del 20% avrebbero causato in Italia una contrazione dell’export del 16,8% - le parole del Presidente territoriale Enzo Mengoni –, figuriamoci del 30. La nuova tariffa aggraverà ulteriormente una situazione già complicata e restringerà significativamente le esportazioni verso il paese statunitense, senza valutare il suo effetto indiretto, dato da una minore domanda di paesi che esportano prodotti negli Stati Uniti che utilizzano come input semilavorati e macchinari prodotti nel nostro Paese”.

Uno stato di cose che andrebbe a raffreddare l’intera produttività marchigiana, considerato che il suo traino è fatto proprio da quelle micro e piccole imprese, spesso a conduzione familiare, che sono colonna portante dell’economia territoriale. “Ci auguriamo – prosegue Mengoni – che l’Italia e l’Unione Europea mantengano aperto il dialogo con Washington. Serve una risposta coordinata per salvaguardare competitività e occupazione. Le nostre imprese hanno le carte per reggere, ma hanno bisogno di visione, strumenti e politiche adeguate”. Perché questa guerra commerciale, aggiunge Mengoni, “penalizzerà tutti, compresi i consumatori americani: non dimentichiamoci che i nostri prodotti d’eccellenza Made in Italy non sono replicabili e sono particolarmente richiesti e apprezzati dalla clientela USA”. 

Quanto alle misure da mettere in atto, Confartigianato ricorda quanto sia utile lavorare anche a livello interno, creando un paino nazionale che garantisca liquidità alle imprese in caso di shock commerciali. Quindi, è fondamentale operare nel breve periodo per rintracciare mercati di sbocco alle nostre produzioni, sondando quelli a più elevato potenziale come America Latina, Sud Est asiatico, Turchia, Emirati Arabi Uniti, Arabia Saudita, Nord Africa e Africa Subsahariana.

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