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San Benedetto del Tronto, arrestato 32enne dopo aver minacciato ed aggredito la moglie

di Redazione Picenotime

venerdì 25 giugno 2021

Nella serata di ieri, gli agenti delle volanti di San Benedetto del Tronto, durante l’attività di controllo del territorio, in una via di Porto d’Ascoli, notavano la presenza di numerose persone in strada in stato di agitazione ed un uomo di grossa corporatura in evidente stato di alterazione.

Gli operatori intervenivano prontamente per cercare di fermarlo mentre lo stesso cercava di aggredire anche la propria madre intervenuta nel tentativo di calmarlo. L’individuo, infatti, dopo aver picchiato la moglie fino a fargli perdere i sensi e aver sfondato il portone di vetro dell’abitazione di quest’ultima, si dirigeva nell’appartamento dove erano presenti la suocera e i due figli della coppia. Gli agenti riuscivano nuovamente e con non poca fatica a fermarlo mentre questo era intento ad aprire tutte le porte in cerca dei figli nascosti che piangevano terrorizzati.

Dopo aver riportato la calma gli agenti accompagnavano l’uomo negli uffici del Commissariato dove si riusciva a ricostruire l’accaduto. In serata l’uomo aveva avuto l’ennesima discussione con la ex moglie sugli orari di affidamento dei figli e in calce all’acceso diverbio si scatenava con violenza nei confronti della donna, picchiandola fino a farla svenire e aggredendo anche la suocera intervenuta a difesa della figlia. Il medesimo poi cercava di accedere all’appartamento dove si trovavano i bambini, devastando tutto quello che trovava sul percorso, nell’intento evidente di portarli via con se.

 Solo il tempestivo e provvidenziale intervento del Personale della Poliza di Stato evitava che la situazione degenerasse in uno dei troppi, tragici fatti che poteva avere luogo e di cui la cronaca ormai ce ne rammenta la frequenza. 

La Polizia di Stato della Provincia di Ascoli Piceno ha da tempo attivato tutte le procedeure per il cosiddetto “codice rosso” ed è sempre attiva con tutti i suoi uffici sul territorio per la gestione delle problematiche relative alle violenze di genere e domestiche in generale, specie con il personale del controllo del territorio che, come in questo caso, è il primo ad intervenire.

L’autore delle violenze, un 32enne residente a San Benedetto del Tronto, veniva tratto in arresto e associato a disposizione del P.M. della competente Procura della Repubblica presso la casa Circondariale di Ascoli Piceno, in quanto ritenuto responsabili dei reati di violazione di domicilio, lesioni personali, danneggiamento e resistenza a P.U.;

Il questore della provincia di Ascoli Piceno nella circostanza ha ricordato che in  quasi due anni  di vigenza del c.d. “codice rosso”, che ha introdotto 

nuovi reati e ha perfezionato i meccanismi di tutela delle vittime di violenza domestica e di genere, la Polizia di Stato ha da tempo realizzato un format sull’andamento dei delitti.

L’obiettivo è quello di fornire un’analisi specifica dei dati disponibili provenienti da tutte le forze di polizia perché “Ogni strategia complessa, che risente peraltro di retaggi culturali completamente superati, di stereotipi e pregiudizi, deve fondarsi su di un’approfondita conoscenza delle problematiche, basata su di un solido patrimonio informativo”, come ha tenuto a precisare a tal proposito il Prefetto Vittorio Rizzi, vice capo della Polizia e direttore Centrale della polizia criminale.

Dall’analisi dei dati dei quattro delitti di nuova introduzione, quello che ha fatto registrare più violazioni con 1.741 casi, spesso sfociato in condotte violente nei confronti delle vittime, è l'inosservanza di quei provvedimenti che riguardano la vicinanza e i luoghi frequentati dalla persona offesa. Le regioni dove si sono verificate più violazioni sono la Sicilia, il Lazio ed il Piemonte.

Dal lato degli interventi con provvedimenti amministrativi in materia di violenza di genere, nel periodo 1° gennaio-31 dicembre 2020, i questori hanno emanato 1.100 ammonimenti per stalking, 976 per violenza domestica e oltre 400 provvedimenti di allontanamento d’urgenza dalla casa familiare.

Per quanto riguarda gli omicidi, nei primi nove mesi del 2020 si è registrato purtroppo un aumento delle vittime rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, con 88 donne uccise a fronte di 82 del 2019.

I moventi più ricorrenti dei femminicidi sono la lite e i motivi passionali.

La fascia di età delle vittime va dai 31 ai 44 anni così come quella degli autori dei diversi reati. E’ quindi assolutamente necessario coinvolgere le Forze di Polizia e gli altri Enti a ciò preposti sin dalle prime avvisaglie in cui la violenza, di ogni tipo, emerge nel rapporto di coppia. Siamo attenti ai cosiddetti reati spia, vale a dire a tutti quei delitti che sono indicatori di violenza di genere (come i maltrattamenti in famiglia, lo stalking, la violenza sessuale), per concludersi con il più tragico dei dati rappresentato dagli omicidi di donne in cui viene evidenziato il movente ed il modus operandi.

"Siamo quindi sempre a disposizioni dei cittadini e vicini ai più deboli - ricorda il questore Alessio Cesareo -, nessuno deve avere paura o timore di coinvolgerci per sentirsi tutelati e rassiucurati".

Sul tema è intervenuta anche Antonella Baiocchi, psicoterapeuta specialista in criminologia. "Una ennesima vicenda di violenza domestica.  Da cosa origina la rabbia esplosiva  che troppo spesso si consuma all’interno dei legami affettivi?

Una cosa è certa: non possiamo più permetterci di esorcizzare eventi di questo genere,  ricorrendo ad una delle rassicuranti argomentazioni cui solitamente ci si rifugia per spiegare l’incomprensibile: malattia mentale- raptus, droghe e alcool, delinquenza e degrado sociale.

E’ necessario andare oltre. 

Quando si parla di Violenza nella Relazione si  utilizzano termini come violenza psichica, violenza fisica,  stalking, femminicidio, drammi familiari,  drammi  passionali, violenza domestica. Sono termini che sembrano riferirsi a fenomeni diversi, ma in realtà, al di là delle sfumature di significato che ovviamente ci sono, tutti riconducono ad un  medesimo problema: si riferiscono a situazioni in cui le divergenze tra gli interlocutori sono gestite con modalità “dicotomiche”, che non permettono la mediazione e il reciproco rispetto, in cui l’interlocutore  che si trova in posizione di Potere/Forza (fisica, economica, psicologica, di ruolo, legale) necessariamente prevarica l’interlocutore che si trova in posizione di Fragilità. 

Questa modalità è una delle deleterie conseguenze dell’Analfabetismo Psicologico (scarsissima conoscenza del Mondo Interiore) di cui siamo ancora affetti nel 2021. Comporta deleterie conseguenze Relazionali, tra cui l’incapacità di rispettare il Diverso e  la conseguente Gestione Dicotomica delle Divergenze: per affermarsi rispetto a chi diverge, si utilizzano modalità che feriscono l’interlocutore. Si tratta di Violenza Psicologica quando si ferisce l’interiorità (con offese, ingiurie, isolamento, accanimenti legali ed economici,  etc.); si tratta di Violenza Fisica quando si ferisce il corpo (con spinte, schiaffi, bastonate, coltellate etc.).

E’ importante capire che la tossicità della Gestione Dicotomica delle Divergenze (il cui utilizzo in determinati casi “di Vita o di Morte” potrebbe anche essere accettabile) è dovuta al fatto che la si utilizza di regola e non eccezionalmente e non solo per le divergenze, per così dire, ‘di vita o di morte’, ma per gestire ogni minimo quotidiano contrasto. 

In questo modo, giorno dopo giorno, la quotidianità  domestica e in particolare, la Relazione Affettiva, si trasformano, in un’arena conflittuale in cui  hanno spazio solo gli interlocutori in posizione di Potere a discapito di quelli in posizione di Fragilità.

Dall’Analfabetismo Psicologico si genera la  Gestione Dicotomica delle Divergenze, 

E’ proprio questo il  nucleo del problema: la Violenza  è un problema  culturale, o meglio, di ”cultura analfabeta”.

Al di là delle statistiche e della risonanza mediatica, è un fenomeno che riguarda tutti e non va assolutamente legato al sesso delle persone.

I violenti di qualsiasi sesso vanno intercettati e puniti. 

Ma per contrastare la piaga sociale della violenza è neccessario capire che il vero killer è l’Analfabetismo Psicologico/Relazionale che intrappola le persone in un circuito vizioso che  le induce ad essere Deboli con i Forti e Forti con i Deboli. 

Le persone maltrattanti e quelle maltrattate vanno vissute come “vittime” di questo Analfabetismo: è necessario attivarsi per individuare modalità di formazione veramente capaci di contrastarlo".


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