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Premio Osvaldo Licini by Fainplast: proclamati gli artisti selezionati dell’anno 2025 della quinta edizione

di Redazione Picenotime

giovedì 17 luglio 2025

Rivelati i quattro artisti selezionati per l’anno 2025 nell’ambito della V edizione del Premio Osvaldo Licini by Fainplast. Il riconoscimento ha l’obiettivo di valorizzare le ricerche più attuali nell’ambito della pittura, premiando le pratiche che rinnovano in modo significativo il linguaggio contemporaneo.

In autunno sarà annunciato il nome dell’artista che, avendo ottenuto il maggior numero di segnalazioni, realizzerà una mostra personale curata da Alessandro Zechini presso la Galleria d’Arte Contemporanea Osvaldo Licini di Ascoli Piceno.

La rosa dei quattro artisti è stata composta grazie alla partecipazione di una rete diffusa di esperti del contemporaneo — tra curatori, critici, direttori di museo e artisti — provenienti da tutta Italia.
Ogni partecipante ha espresso in autonomia due segnalazioni, secondo criteri di merito e indipendenza. Le segnalazioni sono state raccolte in forma riservata e anonima, senza che i partecipanti conoscessero l’identità degli altri coinvolti nel processo, a garanzia di un approccio pluralista, meritocratico e trasparente. La somma dei voti ha determinato i nomi degli artisti riconosciuti quest’anno.

Tra i professionisti coinvolti in questa edizione: Fabio Agovino, Caterina Angelucci, Nicolas Ballario, Luca Bertolo, Gaia Bobò, Brina Novara, Lorenzo Bruni, Enrico Camprini, Guglielmo Castelli, Giulia Colletti, Claudio Coltorti, Guia Cortassa, Antonio D'Amico, Luca De Angelis, Costantino D'Orazio, Raffaele Falone, Roberta Faraotti, Alessandro Finocchiaro, Bernardo Follini, Aurora Fonda, Elena Forin, Sergey Kantsedal, Francesco Lauretta, Lucrezia Longobardi, Luca Maffeo, Vittoria Martini, Luciano Marucci, Renata Cristina Mazzantini, Simone Menegoi, Caterina Molteni, Pier Paolo Pancotto, Bruno Paneghini, Camilla Paolino, Gianluca Di Pasquale, Rischa Paterlini, Cristiana Perrella, Alessandro Pessoli, Samuele Piazza, Chiara Pirozzi, Elena Pontiggia, Adriana Rispoli, Serena Schioppa, Simona Squadrito, Maria Chiara Valacchi, Alice Visentin, Davide Mancini Zanchi.

Istituito nel 2021, il Premio nasce con l’obiettivo di sostenere e promuovere la ricerca pittorica contemporanea, ispirandosi alla figura visionaria di Osvaldo Licini. In cinque edizioni ha coinvolto quasi 200 professionisti del settore — tra curatori, critici, direttori di istituzioni, giornalisti e collezionisti — raccogliendo quasi 400 segnalazioni. Da questo processo sono emersi 21 artisti selezionati, eccellenze dell’arte italiana e internazionale. Il Premio si è affermato nel tempo come un punto di riferimento per l’individuazione delle pratiche più innovative e per la costruzione di una rete attiva tra artisti, curatori, istituzioni e pubblico.

I quattro artisti selezionati per l’anno 2025 nell’ambito della V edizione del Premio Osvaldo Licini by Fainplast sono Paola Angelini, la cui ricerca si distingue per una profonda esplorazione del linguaggio pittorico e del ruolo della pittura nella storia, dove la memoria personale si intreccia con riferimenti alla tradizione. Angelini lavora su una pittura stratificata, in cui concretezza e visione convivono, dando vita a immagini sospese tra realtà e immaginario. Il suo processo si nutre di osservazione e riflessione, spesso lasciando le opere in uno stato di divenire, come appunti aperti sul mestiere del pittore.

Adelaide Cioni, la cui poetica si fonda su un approccio ludico e liberatorio alla pittura, dove il colore diventa strumento di esplorazione e di gioia. Le sue opere, spesso caratterizzate da forme essenziali e cromie vivaci, nascono dal desiderio di leggerezza e dalla volontà di restituire all’arte una funzione di liberazione. Il gioco, il segno e il linguaggio sono elementi centrali di una pratica che mette in dialogo il disegno, la pittura e l’installazione, riflettendo sulla percezione e sulla relazione tra spazio e figura.

L’abruzzese Matteo Fato, invece, indaga la pittura come processo e come spazio di libertà, spesso mettendo in scena il dietro le quinte del fare pittorico. Il suo lavoro si caratterizza per una forte attenzione alla materia, alla cornice e agli strumenti del mestiere, che diventano parte integrante dell’opera. La sua ricerca si concentra sulla natura morta e sulla relazione tra oggetto e rappresentazione, con una pittura densa e gestuale che riflette sul senso stesso dell’immagine e sulla sua presenza nello spazio contemporaneo.

Termina la quaterna Sebastiano Impellizzeri che sviluppa una riflessione profonda sul linguaggio pittorico, in cui il colore è protagonista come portatore di luce e verità. La sua pratica si muove tra pittura e installazione, superando i confini della tela per espandere la pittura nello spazio. Temi ricorrenti sono la memoria, l’erotismo e la tensione tra visibile e occulto, con una particolare attenzione alla costruzione di una tavolozza cromatica personale e alla sperimentazione di nuove modalità espressive.

Ancora una volta il Premio Osvaldo Licini by Fainplast rivela alcuni dei nomi più prestigiosi della ricerca pittorica contemporanea, con l’obiettivo di indagare il percorso artistico di coloro che sono i protagonisti dell’oggi e del domani sul versante di uno dei più longevi medium nella storia dell’arte.

“Il Premio Licini si fonda su un principio di ascolto e condivisione, grazie a una rete di esperti che restituisce una fotografia autentica delle energie più vitali della pittura contemporanea in Italia. Gli artisti riconosciuti quest’anno testimoniano la pluralità di linguaggi e visioni che animano la scena nazionale, confermando la missione del Premio: sostenere la ricerca, favorire il dialogo e promuovere la qualità.” così, Andrea Valentini, Presidente Arte Contemporanea Picena, sintetizza la mission del premio.

Anche Roberta Faraotti, per la Fainplast, azienda sostenitrice del premio, esprime la sua soddisfazione per questa V edizione. “Di anno in anno, la schiera di professionisti che ha accettato di prendere parte ai lavori del premio ha saputo interpretare perfettamente l’orientamento della ricerca pittorica contemporanea, individuando i protagonisti migliori nel solco dell’ispirazione liciniana”.

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Paola Angelini nata a San Benedetto del Tronto, Italia (1983) si diploma in Pittura nel 2010 presso l’Accademia di Belle Arti di Firenze. Nel 2011 frequenta il workshop in Arti Visive presso lo IUAV Università di Venezia tenuto da Bjarne Melgaard, e nello stesso anno espone nel Padiglione Norvegese della 54esima Biennale di Venezia nella mostra intitolata Baton Sinister. Nel 2017 ottiene il Master in Belle Arti presso KASK Conservatorium a Gent (BE). Nel 2014 e nel 2016 partecipa al programma di residenza d’artista presso Nordic Artists’Centre Dale (NKD), Norvegia, e nello stesso anno partecipa al programma di residenze presso Bevilacqua La Masa a Venezia. Ha partecipato a diverse mostre personali e colletive in Italia e all’estero, tra cui: Forme del tempo, Museo Palazzo Pretorio, Prato, 2017; La conquista dello spazio, Spazio K, Galleria Nazionale delle Marche, Urbino, 2017; Iconoclash, Museo di Castelvecchio, Verona, 2017; Biography of a painted table, Brandstrup Galleri, Oslo, Norvegia, 2018; Splendor Solis, Museo Cà Pesaro, Venezia, 2021; Became a sun on the left side of the moon, BGE Gallery, Stavanger, Norvegia, 2023 ; Newborn from ashes and fire, Lyles&King gallery, New York, USA, 2022 ; Il tuffatore, Fondazione Coppola, Vicenza, 2022 ; Pittura Italiana Oggi, Triennale di Milano, 2023; Image outside of time, Kwai Fung Hin gallery, Hong Kong, 2024; XL gli artisti della collezione Bevilacqua La Masa, Museo Ettore Fico, Torino, 2025.

Attualmente vive e lavora a San Benedetto del Tronto.

Adelaide Cioni (Bologna, 1976) ha studiato disegno a UCLA, Los Angeles, e scultura all'Accademia di Belle Arti di Roma. Laureata in storia contemporanea e con un master in traduzione letteraria, prima di dedicarsi alla pratica artistica per dieci anni ha tradotto letteratura americana (John Cheever, David Foster Wallace, Lydia Davis, tra gli altri). Il suo lavoro si muove all'incrocio tra tessuto, pittura e performance. Gli elementi costanti al centro della sua pratica sono il disegno, l'assenza di narrazione e l’approccio femminista. Negli ultimi anni la sua pratica si è estesa allo spazio, creando un dialogo con la musica e la danza, in un approccio multidisciplinare e collaborativo. È rappresentata da P420, Bologna, e The Approach, Londra. Vive e lavora a Spoleto.

Fra i progetti recenti, True Colors, Maxxi L’Aquila, Teatro mobile, 91530 Le Marais, Parigi, Five Geometric Songs, Artefiera e Fondazione Furla, Bologna, True Form, The Approach, Londra, Touch Song, St. James Church, Piccadilly, Londra, Drawings for Myself, P420, Bologna, Il mondo, Centro Pecci, Prato, Italian Painting Today, Triennale Milano, Ab ovo / On Patterns, Mimosa House, Londra, Io dico io (I say I), Galleria Nazionale, Roma.

Matteo Fato è nato a Pescara (Italia), nel 1979, dove attualmente vive e lavora. Ha partecipato a numerose mostre in gallerie private e musei pubblici in Italia e all’estero. Nel 2012 ha concluso la residenza presso la Dena Foundation for Contemporary Art (Parigi), con la mostra personale Vidéos_Dessins, e la partecipazione alla mostra La collection Giuliana et Tommaso Setari, retour  lintime (La maison rouge, Fondation Antoine de Galbert). Nel 2015 ha avuto una personale dal titolo (SECRETA) presso TRA (Treviso Ricerca Arte); a Luglio 2017 ha preso parte alla mostra OPEN20 nel Museo Mostyn in Galles. Ha ricevuto diversi riconoscimenti tra cui il premio Level 0 ArtVerona (2013), come artista selezionato da Giacinto Di Pietrantonio per il Museo Gamec, (Bergamo); il Premio Città di Treviglio (2012); il Premio Terna (2014); il Premio Cramum (2016); il Premio Be the differencewith art! Bassano del Grappa (2019); e più recentemente il PREMIO ERMANNO CASOLI XVIII, Fondazione Ermanno Casoli, Fabriano (2020). Nel 2008 è stato invitato in residenza presso la Fondazione Spinola Banna (Torino). Nel 2010 è stato selezionato dalla Dena Foundation for Contemporary Art come artista Italiano in residenza presso ArtOmi, (New York). Nel 2015 è stato in residenza per due mesi presso il Nordic Artists' Centre Dalsåsen (NKD) in Norvegia. Nel 2016 ha partecipato alla 16° Quadriennale dArte a Palazzo delle Esposizioni, Roma. Dal 2018 al 2022 ha partecipato a Straperetana (Pereto) come artista invitato e successivamente come co-curatore (insieme a Saverio Verini) di una sezione dedicata a giovani artisti del territorio Abruzzese. A Marzo 2018 ha inaugurato una personale dal titolo Eresia (del) Florilegio presso la Galleria Nazionale delle Marche (Palazzo Ducale, Urbino); ad aprile dello stesso anno ha tenuto una doppia personale insieme a Nicola Samorì presso Casa Testori, (Milano). A Maggio del 2019 ha aperto una personale dal titolo Il presentimento di atre possibilità presso il Museo Studio Francesco Messina a Milano; mentre a giugno dello stesso anno ha inaugurato una personale dal titolo Scena Notturna sul Mare presso il Centro Arti Visive Pescheria (Pesaro). Nel 2019 inaugura inoltre una scultura permanente nel Parco Nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise, Specchi Angelici, in collaborazione con Gianni Garrera, nell’ambito di ARTEPARCO, ideato da Paride Vitale (Pescasseroli). A settembre del 2020 ha partecipato all’evento Una Boccata d'Arte (Fondazione Elpis & Galleria Continua) con il progetto Fiamma dAmore Viva (il cielo e la terra non appartengono alla parola), a cura di Adele Cappelli (Fortezza di Acquaviva Picena). Nel 2024 Ha realizzato un'opera permanente, Una favola equestre senza cavalcata (Caretta Caretta), a cura di Simone Ciglia, per la Biblioteca Louis Braille e la spiaggia di Baia Flaminia, nell’ambito di Dalle sculture nella città all’arte delle comunità a cura di Marcello Smarrelli, per Pesaro 2024 Capitale italiana della cultura. Matteo Fato è stato recentemente annunciato tra gli artisti partecipanti alla 18a Quadriennale di Roma Fantastica, all’interno della sezione curata da Luca Massimo Barbero. Il suo lavoro è presente in numerose collezioni sia private che pubbliche, come la Banca d’Italia, includendo acquisizioni anche all’estero. Dal 2009 ad oggi è docente di Grafica d’Arte, presso l’Accademia di Belle Arti di Urbino.

Sebastiano Impellizzeri (Catania 1982), viene e lavora a Torino. La sua ricerca può essere definita come una riflessione globale sulle componenti linguistiche della pittura come materia prima, anche quando le opere non coinvolgono direttamente il mezzo della pittura. L’artista utilizza diversi supporti e materiali, fondendo spesso allusioni alla storia dell’arte. Studia le estensioni dell’origine dell’immagine, esplorando temi legati alla memoria e alla temporalità dell’opera, la trasmissione e l’elaborazione delle informazioni estetiche nella società contemporanea. Buio in sala, Cripta 747 a cura di Alessandra Franetovich (Torino 2025); ATELIER.IT / III episodio | VILLAE Tivoli a cura di Andrea Bruciati e Lorenza Boisi (Tivoli 2025); Pittura Italiana Oggi, Triennale di Milano (Milano, 2023); The Butterfly Affect, Fondazione Sandretto Re Rebaudengo (Torino, 2023); E se domani non torno, brucia tutto, Galleria Société Interludio (Torino, 2022); Una corrente li trascinava nella notte, Barriera (Torino, 2021); La città di scambio, (Siena, 2019); Spring 2019, ALLEY, Giorgio Galotti Gallery Project Room (Torino, 2019); Stupido come un pittore, Villa Vertua (Nova Milanese, Milano, 2017); 37/ la stanza dopo, a cura di Simona Squadrito, Lift on / Lift of, Cripta747, (Torino, 2016); Dimora Artica (Milano, 2015); Peinture de Chambre, CACT – Centro Arte Contemporanea Ticino (Bellinzona, 2014).


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