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Teatro Ventidio Basso Ascoli Piceno, annunciata la ricchissima stagione di prosa 2019/2020

di Redazione Picenotime

lunedì 20 maggio 2019

Il Teatro Ventidio Basso di Ascoli Piceno annuncia con largo anticipo e tra i primi delle Marche la nuova stagione di prosa 2019/2020 promossa da Comune di Ascoli Piceno e AMAT. Sedici serate di spettacolo per otto titoli, appuntamenti imperdibili con i protagonisti assoluti della scena animano il cartellone che prende avvio a ottobre per completarsi a marzo e che offre esperienze di evasione e riflessione tra teatro, danza e musical.

La Divina Commedia. Dall’Inferno al Paradiso, una creazione di Emiliano Pellisari per Nogravity Theatre, è attesa il 12 e 13 ottobre per l’inaugurazione della stagione. L’eccezionale spettacolo di danza acrobatica propone la trilogia di Dante con sei straordinari danzatori-acrobati che conducono lo spettatore in un viaggio dell’anima attraverso il teatro dell’incredibile. Con le coreografie originali e misteriose di Mariana Porceddu, sorprendenti figure infernali si compongono come d’improvviso, per uno spettacolo che riunisce in sé sette anni di lavoro di ricerca e tre singoli spettacoli (Inferno, Cantica, Paradiso), ora insieme in un continuum organico, al pari delle tre parti della Commedia Dantesca. Il 22 e 23 ottobre è la volta di Un tram che si chiama desiderio di Tennessee Williams. Il dramma, premio Pulitzer nel ’47, è affidato alla regia di un grande maestro di fama internazionale Pier Luigi Pizzi, fondatore con Giorgio De Lullo, Romolo Valli e Rossella Falk della “Compagnia dei giovani”. Il ruolo di Blanche Du Bois è assegnato a Mariangela D’Abbraccio, grande interprete del nostro teatro e quello di Stanley Kowalski a Giulio Corso, talentuoso attore emergente. L’anima buona di Sezuan di Bertolt Brecht con Monica Guerritore, vera e propria signora della scena nel doppio ruolo della buona prostituta Shen-Te e del suo perfido ed inventato cugino giunge ad Ascoli Piceno il 13 e 14 novembre. La regia è curata dalla stessa Monica Guerritore, ispirata alla versione che Giorgio Strehler diresse nell’81 al Piccolo. Un nuovo allestimento – pensato per la contemporaneità teatrale che ci circonda – ma con un legame strettissimo all’immenso patrimonio della tradizione milanese. “Ne L’anima buona – afferma l’attrice - c’è tutta la tenerezza e l’amore per gli esseri umani costretti dalla povertà e dalla sofferenza a divorarsi gli uni con gli altri ma sempre raccontati con lo sguardo tenero di chi comprende . Teatro civile, politico, di poesia”. Franco Branciaroli e Roberto Herlitzka, diretti da Antonio Calenda, danno vita il 7 e 8 dicembre con Falstaff e il suo servo a una nuova, inedita coppia teatrale, che, tra dramma e commedia, evoca le avventure di Falstaff e le burle di cui è vittima. Creazione originale ispirata ai drammi shakespeariani, lo spettacolo di Nicola Fano e Antonio Calenda (anche regista), racconta Falstaff non solo quale protagonista de Le allegre comari di Windsor, ma anche per il suo ruolo nelle parti I e II di Enrico IV e nell’Enrico V in uno spettacolo comico e drammatico insieme: una cavalcata nelle atmosfere shakespeariane, rielaborate per un pubblico di oggi, in grado di cogliere l’eternità del duello tra Caso e Ragione. A che servono gli uomini in scena il 25 e 26 gennaio è una commedia musicale scritta da Iaia Fiastri, commediografa di successo e storica collaboratrice della premiata ditta Garinei e Giovannini con la quale firma, tra gli altri, Aggiungi un posto a tavola, Alleluja brava gente e Taxi a due piazze. La protagonista di questo nuovo allestimento è Nancy Brilli, attrice di talento, dotata di grande simpatia e intelligenza scenica che interpreta Teodolinda, Teo per gli amici, una donna in carriera stufa del genere maschile. La regia è affidata alla brillante e creativa Lina Wertmüller, le musiche dello spettacolo sono dell’indimenticato grande Giorgio Gaber. Miseria e nobiltà al Ventidio Basso l’8 e 9 febbraio è uno spettacolo incisivo: si ride, ma soprattutto si ragiona in questa encomiabile edizione della celebre commedia di Eduardo Scarpetta che si colora di sfumature dark e atmosfere inattese diretta da Luciano Melchionna e interpretata da due empatici beniamini della scena come Lello Arena e Tonino Taiuti affiancati da un nutrito gruppo di attori. Il 18 e 19 febbraio sono le note dei Queen a risuonare al Ventidio con il musical We Will Rock You. Lo spettacolo con i più grandi successi dello storico gruppo inglese è tra quelli più rappresentati al mondo ed è riproposto in un nuovo allestimento prodotto da Claudio Trotta per Barley Arts, rinnovato sotto ogni aspetto, che mantiene tutta la carica rock apprezzata da oltre 8 milioni di spettatori in 12 anni consecutivi di rappresentazioni. La conclusione della stagione il 14 e 15 marzo è con Alle 5 da me una commedia esilarante di Pierre Chesnot che racconta dei disastrosi incontri sentimentali di un uomo e di una donna interpretati da Gaia De Laurentiis e Ugo Dighero, diretti dal regista Stefano Artissunch. La pièce è una macchina del divertimento che conquista il pubblico, grazie anche alle straordinarie musiche della Banda Osiris e le straordinarie capacità attoriali dei protagonisti.

Nuovi abbonamenti dal 26 settembre presso biglietteria del Teatro 0736 298770.


12-13 OTTOBRE

DIVINA COMMEDIA -DALL'INFERNO AL PARADISO

una creazione di Emiliano Pellisari

coroegrafie Mariana Porceddu

musiche world, etnotech, classica

costumi Noemi Wolfsdorf

con sei danzatori-acrobati

produzione NoGravity Theatre


Dalla trilogia di Dante uno spettacolo mozzafiato, un classico della #NoGravity in cui i danzatori sfidano le leggi gravitazionali in straordinarie immagini che sorgono dal buio. Un'esperienza in cui tutto appare come in sogno, dalla portentosa porta degli inferi, architettura di corpi in mutazione perpetua, alle circonvoluzioni sussultorie dei dannati che si scuotono nell'aria, alle leggere e suadenti poesie visive del paradiso, simbolo di bellezza e armonia. Il teatro dell'incredibile per antonomasia vi invita ad un viaggio dell'anima.

Divina Commedia, dall’Inferno al Paradiso è uno spettacolo che riunisce in sé sette anni di lavoro di ricerca e tre singoli spettacoli - Inferno, Cantica, Paradiso - ora insieme in un continuum organico, al pari delle tre parti della Commedia Dantesca.

L’Inferno, nella sua durezza, nella sua crudeltà, nei suoi racconti di dolore ed espiazione, è indagato con un linguaggio puramente corporeo, percorso sciamanico, viaggio iniziatico alla ricerca della consapevolezza liberatoria. Lo spazio di azione dei dannati è uno spazio oscuro, vuoto, costruito architettonicamente dal corpo scultureo dei danzatori, per il quale Emiliano Pellisari, autore, regista e creatore della NoGravity, è stato definito da una delle voci più importanti del teatro italiano, Vittoria Ottolenghi, “architetto del corpo umano”. Le sorprendenti figure infernali si compongono come d'improvviso, frutto di coreografie originali e misteriose di Mariana Porceddu, coreografa della compagnia dal 2008, davanti agli occhi sorpresi degli spettatori.

Il mondo del Purgatorio si distingue da quello infernale per la forte connotazione mistica e per la naturalezza della rappresentazione. Il passare dal giorno alla notte scandisce il ritmo del viaggio ultramondano inserendo elementi della vita umana quotidiana, si evidenzia l’aspetto psicologico del carattere personale. Questa volta gli oggetti di scena e i costumi, coprotagonisti nelle coreografie aeree, ci parlano dei personaggi, delle loro individualità, del loro ruolo sociale, della loro rappresentazione allegorica o simbolica, delle loro aspirazioni ideali verso l'infinita luce del Paradiso.

Ed è in Paradiso che Pellisari raccoglie la sua poliedrica sapienza e con la solida immaginazione di Mariana Porceddu, incarna il complesso universo filosofico e teleologico di Dante nella meravigliosa concretezza visiva dell'arte contemporanea. Kandisnki, Magritte, Dalì, Mondrian sono solo alcuni degli ispiratori di questo sogno di stupefacente bellezza, dove Pellisari ci conduce con passo certo nella sofisticatezza sonora della musica contemporanea. Ispirato al Teatro delle Meraviglie della scena rinascimentale e barocca italiana e dai linguaggi dell'arte del Novecento, sostenuto dalle attuali risorse tecnologiche, Emiliano Pellisari, autore di questa performance totale, è l’inventore di un’arte coreografica unica, al crocevia tra magia, illusione e circo


22-23 OTTOBRE

UN TRAM CHE SI CHIAMA DESIDERIO

di Tennessee Williams

traduzione Masolino D’Amico

con Mariangela D’Abbraccio, Giulio Corso

regia Pier Luigi Pizzi

produzione Gitiesse Artisti Riuniti

in coproduzione con Teatro Stabile Biondo di Palermo

e in collaborazione con AMAT & Comune di Pesaro


La leggenda vuole che fosse proprio su un tram, su cui girovagava da studente, che il giovanissimo Tennessee Williams si facesse l’idea di un dramma che svelava il lato oscuro del sogno americano. Questa storia divenne il capolavoro di Williams un testo amato, odiato, comunque conosciuto in tutto il mondo, una pietra miliare del teatro e del cinema che ancora oggi si continua a leggere e a vedere rappresentato con interesse ed emozione: Una storia in tre atti che alzava il velo sulla macchina oppressiva della famiglia, dell’anima ipocrita dei pregiudizi, la feroce stupidità delle paure morali.

Il dramma, premio Pulitzer nel ’47, mette per la prima volta l’America allo specchio su cose come l’omosessualità, sesso, disagio mentale, famiglia come luogo non proprio raccomandabile, maschilismo, femminilità maltrattata, ipocrisia sociale. Col tempo è diventato veicolo di altre ragioni, sociologiche, ideologiche. Il testo è ambientato nella New Orleans degli anni ’40 e narra la storia di Blanche che dopo che la casa di famiglia è stata pignorata si trasferisce dalla sorella Stella sposata con un uomo rozzo e volgare di origine polacca Stanley.

Blanche è alcolizzata, vedova di un marito omosessuale, e cercherà, fallendo, di ricostruire un rapporto salvifico con Mitch, amico di Stanley. Ma il violento conflitto che si innesca fra lei e Stanley, la porterà alla pazzia, già latente in lei.

La regia dello spettacolo è affidata ad un grande maestro di fama internazionale: Pier Luigi Pizzi, fondatore con Giorgio De Lullo, Romolo Valli e Rossella Falk della “Compagnia dei giovani”.

Regista, scenografo costumista ha dedicato le sue immense doti di creatività e sensibilità al servizio di spettacoli teatrali sia di prosa sia di lirica, con lavori che hanno segnato il percorso e l’evoluzione della storia del teatro. Ogni suo spettacolo porta il segno dell’eccezionalità.

Il ruolo di Blanche Du Bois è affidato a Mariangela D’Abbraccio, grande interprete del nostro teatro reduce dai successi di Filumena Marturano per la regia di Liliana Cavani. Il ruolo di Stanley Kowalski è affidato a Giulio Berruti, talentuoso attore emergente.

13-14 NOVEMBRE

L’ANIMA BUONA DI SEZUAN

ispirata all’edizione di Giorgio Strehler [Milano 1981]

di Bertolt Brecht

traduzione e adattamento Roberto Menin

interpretato e diretto da Monica Guerritore

con otto attori in via di definizione

scene Luciano Damiani

realizzate da Salvo Manciagli

aiuto-regia Antonello Capodici

produzione ABC Produzioni e La Contrada Teatro Stabile di Trieste


L’anima buona di Sezuan di Bertolt Brecht, con Monica Guerritore nel doppio ruolo della buona prostituta Shen-Te e del suo perfido ed inventato cugino, con la regiacurata dalla stessa Monica Guerritore, è ispirata alla versione che Giorgio Strehler diresse nel ’81 al Piccolo. Un nuovo allestimento – pensato per la contemporaneità teatrale

che ci circonda – ma con un legame strettissimo all’immenso patrimonio della tradizione milanese.

Nell’anima buona c’è tutta la tenerezza e l’amore per gli esseri umani costretti dalla povertà e dalla sofferenza a divorarsi gli uni con gli altri ma sempre raccontati con lo sguardo tenero di chi comprende . Teatro civile, politico, di poesia. Scriveva Strehler "Io non faccio “il teatro” soltanto, ma lotto contro il freddo, la solitudine degli uomini, la durezza, la morte, soprattutto la morte e, ancora più di quella del corpo, di quella della tenerezza umana: l’infanzia che gli uomini stanno perdendo, la dolcezza, la responsabilità e la fraternità e anche la ribellione contro l’ingiustizia.” Monica Guerritore

7-8 DICEMBRE

FALSTAFF E IL SUO SERVO

di Nicola Fano e Antonio Calenda

da William Shakespeare

regia Antonio Calenda

con Franco Branciaroli, Roberto Herlitzka

e cast in via di definizione

produzione Centro Teatrale Bresciano, Teatro de Gli Incamminati, Teatro Stabile d’Abruzzo


Franco Branciaroli e Roberto Herlitzka, diretti da Antonio Calenda, danno vita a una nuova, inedita coppia teatrale, che, tra dramma e commedia, evoca le avventure di Falstaff e le burle di cui è vittima.

Creazione originale ispirata ai drammi shakespeariani, lo spettacolo di Fano e Calenda (anche regista), racconta Falstaff non solo quale protagonista de Le allegre comari di Windsor, ma anche per il suo ruolo nelle parti I e II di Enrico IV e nell’Enrico V. Sono evocate tutte le avventure di quest’uomo che confonde i piaceri con la natura, la furbizia con il caso, mettendolo a confronto con un altro personaggio, un Servo che – come Iago – crede di poter addomesticare la realtà; o, come Puck, pensa di poter «mettere una cintura al mondo».

Il conflitto fra i due (che è poi in senso lato quello tra comicità e drammaticità) richiama anche tante altre coppie celebri del teatro shakespeariano (Lear e il suo Matto, Iago e Roderigo, Antonio e Shylock) e della letteratura teatrale in genere (da Don Giovanni e Sganarello a Vladimiro ed Estragone). Ne viene fuori un catalogo delle beffe (tutto il mondo è burla, dirà il Falstaff di Verdi/Boito) subite dal personaggio fino all’epilogo drammatico: la rottura con l’amico/allievo di sempre, re Enrico, e l’abbandono in solitudine, lontano dalla guerra di Agincourt dove tutti gli altri – non lui – conquisteranno gloria eterna. Insomma, è uno spettacolo comico e drammatico insieme: una cavalcata nelle atmosfere shakespeariane, rielaborate per un pubblico di oggi, in grado di cogliere l’eternità del duello tra Caso e Ragione.

25-26 GENNAIO

A CHE SERVONO GLI UOMINI

commedia di Jaja Fiastri

con Nancy Brilli

e con 4 attori in via di definizione

regia Lina Wertmüller

musiche Giorgio Gaber

produzione Primoatto Produzioni


A che servono gli uomini è una commedia musicale scritta da Iaia Fiastri, commediografa di successo e storica collaboratrice della premiata ditta Garinei e Giovannini con la quale firma, tra gli altri, Aggiungi un posto a tavola, Alleluja brava gente e Taxi a due piazze. Nel 1988, anno della prima messa in scena della commedia, la protagonista venne interpretata da Ombretta Colli, e suo marito Giorgio Gaber preparò per lo spettacolo una colonna sonora ricca di ritmi, originalità, brani belli e semplici che arrivano subito all’orecchio e rimangono nella testa degli spettatori.

La protagonista di questo nuovo allestimento sarà Nancy Brilli, attrice di talento, dotata di grande simpatia e intelligenza scenica. Interpreterà Teodolinda, Teo per gli amici, una donna in carriera stufa del genere maschile, che si definisce soddisfatta della sua vita da single ma rimpiange di non aver mai avuto un figlio. Un giorno scoprirà che il suo vicino di casa (un giovane imbranato con le donne) lavora presso un istituto di ricerche genetiche dove si pratica l’inseminazione artificiale. Con il pretesto di una visita all’istituto, Teo ruberà la provetta numero 119, riuscendo a diventare madre senza avere i fastidi di un rapporto con l’altro sesso, che finora si è rivelato solo fonte di delusioni. Durante la gravidanza, spinta dalla curiosità, cercherà però in tutti i modi di conoscere il nome del donatore, e con uno stratagemma riuscirà a scoprirlo. Ed ecco il colpo di scena! L’uomo è Osvaldo, quarantenne che vive ancora con la madre, dai modi rozzi e con una grande considerazione di sé stesso. La scoperta innescherà una serie di situazioni comiche e offrirà numerosi spunti di riflessione sul ruolo attuale della donna, sempre più emancipata ma in costante conflitto con i dogmi della società civile.


di Eduardo Scarpetta

adattamento a cura di Lello Arena e Luciano Melchionna

con Lello Arena

e con Maria Bolignano, Tonino Taiuti, Giorgia Trasselli

e Raffaele Ausiello, Veronica D’Elia, Marika De Chiara, Andrea de Goyzueta

Alfonso Dolgetta, Sara Esposito, Carla Ferraro, Serena Pisa, Fabio Rossi, Fabrizio Vona

regia Luciano Melchionna

ideazione scenica Luciano Melchionna

scene Roberto Crea

costumi Milla

musiche Stag

assistente alla regia Ciro Pauciullo

coproduzione Teatro Eliseo e Ente Teatro Cronaca Vesuvioteatro

con Tunnel Produzioni


Miseria e nobiltà. Miseria o nobiltà? Una cosa è certa, l’una non esisterebbe senza l’altra, così come il palazzo signorile, affrescato e assolato, non starebbe in piedi senza le sue fondamenta buie, umide e scrostate. Un perfetto ecosistema: senza un solo elemento, crolla l’intera ‘architettura’. In uno scantinato/discarica, mai finito e mai decorato, dove si nascondono istinti e rifiuti, tra le ceneri della miseria proliferano e lottano per la sopravvivenza ‘ratti’ che presto, travestiti da ‘cani o gatti’, sgomiteranno per salire alla luce del sole. Sono personaggi che trascinano i propri corpi come fantasmi affamati di cibo e di vita. ‘Ombre si dice siano, queste maschere, ombre potenti’ in bilico tra la miseria del presente e la nobiltà della tradizione, intesa come monito di qualità e giusto equilibrio. In un pianeta dove i ricchi sono sempre più ricchi, grazie ai poveri che sono sempre più poveri, non ci resta che… ridere. E qui Lello Arena giunge perfetto erede di quella maschera tra le maschere che appartenne a Eduardo e ai suoi epigoni. Ancora oggi, tra commedia dell’arte e tragicomica attualità, i personaggi di Scarpetta, privi di approfondimento psicologico, vivono e scatenano il buonumore e le mille possibili riflessioni che l’affresco satirico di un’intera umanità può suggerire. Un’opera comica, dunque, per anime compatibili con la risata, in attesa del miracolo. ‘E cos’è il teatro se non il luogo dove il miracolo può manifestarsi?’ Tutto vive di nuovo e chissà che il sogno presto diventi realtà. Intanto, signore e signori, godiamoci le gesta goffe ed esilaranti di chi inciampa tra ‘miseria e… miseria’. Luciano Melchionna

Encomiabile edizione dark diretta da Luciano Melchionna, con due empatici beniamini della scena come Lello Arena e Tonino Taiuti… Perfetto. Rodolfo di Giammarco, “la Repubblica”

Spettacolo incisivo per estetica e pensiero. Si ride, ma soprattutto si ragiona. Katia Ippaso, “Il Messaggero” 


18-19 FEBBRAIO

WE WILL ROCK YOU - THE MUSICAL

musiche Queen

coreografie Gail Richardson

scenografia Colin Mayes

regia Tim Luscombe

direzione artistica Valentina Ferrari

direzione musicale Riccardo Di Paola 

produzione Barley Arts


We will rock you, lo spettacolo con i più grandi successi dei Queen e tra i musical più rappresentati al mondo. 

Oltre 8 milioni di spettatori, 2700 performance e 12 anni consecutivi di rappresentazioni a Londra: sono questi i numeri di We Will Rock You, il musical che mette in scena 24 tra i maggiori successi dei Queen e riflette le performance live della storica band. Uno spettacolo unico nel suo genere che, con grande lungimiranza, ha ipotizzato, in un futuro distopico in cui il rock viene bandito e i suoi seguaci costretti a nascondersi, una società vittima della globalizzazione più totale e alla mercé di una multinazionale che controlla non solo la musica ma la vita dei singoli individui.

We Willl Rock You - the Musical è ambientato nel futuro fra 300 anni, in un luogo una volta chiamato “Terra” e ora diventato “Pianeta Mall”, vittima della globalizzazione più totale. Un pianeta dove il rock e la musica dal vivo sono bandite e i loro seguaci vivono nascosti. La Global Soft, capeggiata dalla spietata Killer Queen e dal suo collaboratore Khashoggi, cerca di stanare la "resistenza" di un gruppo di Bohemians che si nascondono nel sottosuolo e che, con l'aiuto dello stravagante bibliotecario Pop, tramandano ricordi sbiaditi del tempo glorioso nel quale il rock regnava sovrano sulla terra. Attendono l'arrivo degli eletti che restituiranno la musica al Pianeta, l'ingenuo Galileo e la volitiva Scaramouche, predestinati a ritrovare lo strumento che l'antico dio della chitarra, ha nascosto in un luogo segreto.

We Will Rock You è uno show nel quale la tensione emotiva non scende mai, mentre realtà e fantasia si mescolano lungo una linea sottile, fra battute che strappano inevitabilmente la risata, anche se a volte sono più serie di quanto sembri, e personaggi dall'aspetto crudele e buffo allo stesso tempo, come Killer Queen e il Comandante Khashoggi, oppure creativo e contemporaneo come i Bohemians o gli stessi Galileo e Scaramouche, ragazzi di domani che lottano per salvare il (loro) mondo inseguendo un sogno, in questo caso la rinascita della musica rock. Le canzoni, naturalmente, sono quelle dei Queen e, come dice Brian May, evocato nel musical come Dio della Chitarra, "se c'è la nostra musica, ci siamo anche noi”.

La prima edizione di We Will Rock You ha debuttato in Italia il 4 dicembre 2009 all'Allianz Teatro di Milano, alla presenza di Brian May e Roger Taylor. Dopo 75 repliche e con oltre 100.000 spettatori a Milano, Bologna, Trieste e Roma, la stagione si è conclusa al Teatro Brancaccio il 14 Marzo 2010. Lo spettacolo è tornato in Italia alla fine del 2018 in una veste tutta nuova, con la regia di Tim Luscombe e la direzione artistica a cura di Valentina Ferrari.


14- 15 MARZO

ALLE 5 DA ME

di Pierre Chesnot

con Gaia De Laurentiis, Ugo Dighero

regia Stefano Artissunch

musiche Banda Osiris

scene Matteo Soltanto

costumi Marco Nateri

luci Giorgio Morgese

produzione Synergie Arte Teatro

Festival Teatrale di Borgio Verezzi, ArtistiAssociati


Alle 5 da me è una commedia esilarante che racconta dei disastrosi incontri sentimentali di un uomo e di una donna: lui in cerca di stabilità affettiva, lei ossessionata dal desiderio di maternità.

Protagonisti Gaia De Laurentiis che interpreta cinque donne che corteggiano un uomo ed Ugo Dighero che invece dà voce e volto a cinque uomini che corteggiano una donna. Come spesso capita nella vita, la ricerca spasmodica porta ad essere poco selettivi, e così i due finiscono per accogliere in casa personaggi davvero singolari, a tratti persino paradossali. Un vero e proprio percorso ad ostacoli, che porterà i due protagonisti a cimentarsi con grande maestria nelle più svariate interpretazioni, dimostrando ognuno le proprie straordinarie capacità attoriali.

Alle 5 da me è una macchina del divertimento, che conquista il pubblico con un finale a sorpresa inaspettato!

È stata Dorothee Chesnot a consigliarmi di leggere e mettere in scena il testo del padre Pierre Alle cinque da me, dopo aver visto ed apprezzato a Roma la mia messinscena di L'Inquilina del Piano di Sopra (altro esilarante testo di Chesnot), con Gaia De Laurentiis e Ugo Dighero. Essendo stati molto amati in quella commedia lo stesso Chesnot, riprendendo in mano il testo di Alle cinque da me, ha pensato a Gaia ed Ugo come interpreti ed ha voluto “omaggiarli” scrivendo una scena appositamente per loro. Questa volta, cercando un’atmosfera in cui immergere i personaggi, mi sono lasciato suggestionare dai film franco-spagnoli, in cui il comico lambisce il grottesco. Tuttavia non ho voluto allontanarmi dall'obiettivo di mantenere il più possibile la “verità scenica”: senza rinunciare al sano divertimento e se pur attraverso il gioco del travestimento, ho mantenuto i caratteri umani e credibili, così che possano creare empatia con lo spettatore. La scenografia di Matteo Soltanto, una sorta di installazione, restituisce i colori ed i sapori degli ambienti in cui si muovono i personaggi, mentre le musiche della Banda Osiris, originali ed accattivanti, sono la vivace colonna sonora delle loro vite. È una sfida stimolante portare in scena “Alle cinque da me”: testo ricchissimo di battute e situazioni, è un vero e proprio cimento da condividere con attori e collaboratori. Una variegata galleria di personaggi acutamente studiata per generare una comicità intelligente, mai grottesca né banale. Stefano Artissunch

ABBONAMENTI

da lunedì 16 a sabato 21 settembre

prelazione con conferma turno e posto

lunedì 23 e martedì 24 settembre

prelazione con possibilità di cambio turno e/o posto

da giovedì 26 settembre 

nuovi abbonamenti

biglietteria del Teatro 0736 298770

in campagna abbonamenti dal lun al sab dalle ore 9.30 alle ore 12.30 e dalle ore 16.30 alle ore 19.30


PROSA [8 spettacoli]

- platea e palco centrale di I e II ordine -200 euro

- palco laterale I e II ordine, palco centrale III ordine - 165 euro

- palco laterale III ordine, palco IV ordine - 136 euro

- speciale studenti* -100 euro


BIGLIETTI

da sabato 5 ottobre vendita biglietti per lo spettacolo Divina Commedia

da martedì 15 ottobre vendita biglietti per tutti gli spettacoli 


Biglietteria del Teatro 0736 298770

per la vendita biglietti dal mart al sab dalle ore 9.30 alle ore 12.30 e dalle ore 16.30 alle ore 19.30

nei giorni di spettacolo botteghino del teatro nei 45 minuti precedenti l’inizio della rappresentazione


PROSA

- platea e palco centrale I e II ordine 28 euro ridotto 23 euro

- palco laterale I e II ordine, palco centrale III ordine 23 euro ridotto 19 euro

- palco laterale III ordine, palco IV ordine 19 euro ridotto 16 euro

- loggione 14 euro ridotto 11 euro

- speciale studenti* 14 euro

* riservato agli studenti delle scuole medie superiori e universitari, nei posti di palco laterale III e IV ordine

riduzione fino a 25 anni e oltre 65 anni. Per lo spettacolo Divina commedia anche per iscritti scuole danza

INIZIO SPETTACOLI

feriali h 20.30 

domenica e festivi h 17.30

INFORMAZIONI

Biglietteria del Teatro 0736 298770 www.ilteatroventidiobasso.it

AMAT 071 2072439 www.amatmarche.net

CALL CENTER 071 2133600.


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