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La base imponibile per le imposte sui beni immobili: l’importanza della visura catastale

di Redazione Picenotime

giovedì 03 agosto 2017

C’è chi afferma che le leggi italiane sono sin troppo obsolete e che non vengono modificate abbastanza di frequente. Possiamo assicurarvi però che, quantomeno in alcuni settori, non è affatto così. Prendiamo ad esempio il settore immobiliare. Nel corso degli anni sono davvero numerose le leggi che sono state modificate per riuscire ad andare incontro alle esigenze odierne e per riuscire a superare alcuni problemi che apparivano ormai insormontabili. Questo è il caso della legge che stabilisce come calcolare la base imponibile per le imposte sui beni immobili.

La base imponibile delle imposte veniva calcolata fino al 2005 prendendo in considerazione il corrispettivo pattuito dalle parti nel contratto di compravendita. Questa situazione ha generato nel corso del tempo non pochi problemi: in molti infatti, per poter pagare una quantità minore di tasse, hanno dichiarato un prezzo di poco superiore al valore catastale del bene immobile. Ciò ha comportato il pagamento del restante valore “al nero” come si è soliti dire. La legge, proprio a causa di questa situazione ormai diventata del tutto insostenibile, è stata modificata. A partire dal 2005 infatti la base imponibile per le tasse catastali, ipotecarie e di registro viene calcolata sul valore attuale del bene immobile senza alcun tipo di riferimento al corrispettivo che le parti hanno pattuito nell’atto di compravendita. In questo modo la determinazione della base imponibile è diventata molto più semplice e allo stesso tempo anche molto più oggettiva.

Detto questo, cerchiamo di addentrarci nel calcolo del valore catastale di un bene immobile. Per poter effettuare questo calcolo avrete come prima cosa bisogno di conoscere la rendita catastale dell’immobile. Nel caso in cui non la conosciate, la rendita catastale è indicata sulla visura catastale, insieme a tutti gli altri dati relativi al bene immobile.

A differenza di qualche anno addietro, reperire la visura catastale oggi è solo questione di qualche click. Molti infatti sono i portali online specializzati nella fornitura di questo genere di servizio, tra cui, per facilità di utilizzo e rapidità di reperimento del documento, vi segnaliamo www.visureinrete.it maggiori informazioni.

Una volta che avrete la visura catastale tra le vostre mani e che sarete a conoscenza della rendita catastale, non vi resta che aumentarla del 5%. Il valore così stabilito dovrà poi essere moltiplicato per un apposito coefficiente, in base alla tipologia del vostro bene immobile. Questo coefficiente è di facile reperibilità tramite il sito dell’Agenzia delle Entrate, nelle tabelle con tutti i codici dei vari beni immobili, chiari e davvero molto semplici da consultare.

Il risultato di questa operazione è la base imponibile, necessaria, come abbiamo prima detto, per determinare le imposte di registro, catastali e ipotecarie, ma anche per determinare le imposte di successione e di donazione di un bene immobile. Non solo, ci sentiamo in dovere di ricordare che è proprio sulla base del valore catastale di un bene immobile che è possibile calcolare il valore minimo del canone di locazione di un bene, nel caso in cui abbiate quindi deciso di metterlo in affitto anziché di venderlo. La legge italiana infatti afferma che il canone non può mai essere inferiore al 10% del valore catastale. 


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