Raggi UVA, UVB e UVC: differenze, rischi per la pelle e strategie per proteggersi
di Redazione Picenotime
mercoledì 16 luglio 2025
Che cosa sono i raggi ultravioletti e come agiscono sulla pelle
Non tutto quello che arriva dal sole è visibile, e nemmeno innocuo. Tra le radiazioni che il nostro corpo riceve ogni giorno, ce n'è una percentuale piccola ma potentissima: i raggi ultravioletti, o UV. Rappresentano solo il 3% della luce solare che raggiunge la Terra, ma hanno un impatto profondo sulla pelle. Invisibili all'occhio umano, si comportano come aghi di luce in grado di penetrare i tessuti, alterare il DNA e accelerare l'invecchiamento cutaneo.
Queste radiazioni si dividono in tre tipologie, in base alla lunghezza d'onda: UVA (320–400 nm), UVB (280–320 nm) e UVC (100–280 nm). I raggi UVC, i più energetici, vengono per fortuna fermati dalla fascia di ozono. Gli UVB colpiscono gli strati più superficiali della pelle e sono i principali responsabili di scottature e arrossamenti. Gli UVA, più lunghi e silenziosi, penetrano più a fondo fino al derma, danneggiando strutture essenziali come collagene ed elastina. E lo fanno tutto l’anno, anche quando il cielo è nuvoloso.
Raggi UVA, UVB e UVC: differenze e rischi a breve e lungo termine
Non tutti i raggi UV colpiscono allo stesso modo. Gli UVA rappresentano la fetta maggiore della radiazione ultravioletta che ci raggiunge: circa il 95-98%. Invisibili, costanti e pervasivi, riescono a superare vetri, nuvole e anche tende leggere. Il loro effetto è insidioso: agiscono lentamente ma a fondo, frammentando le fibre che mantengono la pelle elastica e compatta. Il risultato? Rughe, perdita di tono, discromie. E, in prospettiva, un rischio aumentato di melanoma.
Gli UVB sono più energici ma meno numerosi. Costituiscono appena il 2-5% dei raggi UV che raggiungono il suolo, ma sono i principali responsabili della "tintarella" e delle scottature. Agiscono sull’epidermide e, quando l’esposizione è eccessiva, possono danneggiare direttamente il DNA, innescando mutazioni potenzialmente pericolose.
Infine, ci sono gli UVC. I più aggressivi in termini teorici, ma fortunatamente assorbiti quasi del tutto dall’atmosfera. Fanno eccezione alcuni contesti artificiali o altitudini elevate, dove la protezione naturale si riduce. In quei casi, la loro pericolosità diventa concreta.
Scottature, eritemi, fotosensibilità. Ma anche invecchiamento precoce, danni al DNA, tumori cutanei. I rischi legati ai raggi UV sono reali e dipendono tanto dal tipo di radiazione quanto dalla durata e dalla qualità dell’esposizione.
I benefici della luce solare e il ruolo dei raggi UV nella salute
Eppure, sarebbe un errore demonizzare del tutto il sole. In dosi giuste, i suoi raggi sono una risorsa per il corpo e per la mente. Gli UVB, ad esempio, stimolano la produzione della vitamina D, indispensabile per il metabolismo del calcio, la salute delle ossa e il buon funzionamento del sistema immunitario. Bastano 15-20 minuti al giorno di esposizione controllata su viso e braccia per garantire al corpo la dose necessaria.
La luce solare regola anche il ritmo sonno-veglia, stimola la produzione di serotonina, migliora l'umore e aiuta a sincronizzare i cicli biologici. E c'è di più: anche l’abbronzatura, oggi cercata per fini estetici, ha una funzione protettiva. La melanina, infatti, agisce da scudo naturale, assorbendo parte della radiazione per difendere le cellule dai danni.
Insomma, il sole fa bene. Ma solo se lo si affronta con consapevolezza e misura.
Come proteggersi efficacemente dai raggi UV senza rinunciare al sole
Proteggersi non significa barricarsi in casa. Al contrario, significa esporsi con intelligenza. Il primo passo è evitare l'esposizione nelle ore in cui i raggi UV sono più aggressivi, in genere tra le 10:00 e le 16:00. Meglio cercare l’ombra, indossare occhiali da sole con filtri certificati, cappelli a tesa larga e vestiti leggeri ma coprenti.
Poi c'è la protezione solare, il vero alleato quotidiano: qui una selezione di prodotti di altissima qualità. Una crema ad ampio spettro, con SPF 50+, è l'ideale per schermare i raggi UVB. Ma è importante che indichi chiaramente anche la protezione contro gli UVA: per essere efficace, secondo le direttive europee, la protezione UVA deve essere almeno un terzo di quella UVB. Cercate la dicitura "broad spectrum" o l'apposito simbolo UVA cerchiato.
E la modalità d'uso conta quanto il prodotto. Applicare la crema 20 minuti prima dell'esposizione, riapplicarla ogni due ore e dopo ogni bagno. Non trascurare le zone più esposte ma spesso dimenticate: orecchie, collo, mani, cuoio capelluto. Esistono formule specifiche per ogni esigenza: pelle sensibile, acneica, secca, mista, oppure solari in stick da viaggio o opacizzanti per il viso.
In definitiva, il sole non va evitato, va conosciuto. E una pelle protetta è una pelle che può godersi la luce senza temerne le conseguenze.

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