Resveratrolo: i benefici per la cognitività, memoria inclusa
di Andrea Tognelli, Farmacista - Firenze
martedì 26 marzo 2024
Il 19 Marzo 2024, la rivista scientifica Nutrition & Metabolism (1) ha pubblicato un articolo sui risultati ottenuti da studi sperimentali e clinici sull’integrazione alimentare di resveratrolo in pazienti con disturbi cognitivi lievi e nella malattia d’Alzheimer.
Emergono aspetti molto interessanti, che aprono nuove opportunità per la prevenzione ed il supporto alle terapie convenzionali utilizzate in queste malattie neurodegenerative.
Un ulteriore sviluppo deriva anche dalle innovative tecnologie per migliorare il passaggio del resveratrolo dalla via orale alla circolazione sanguigna, ed alla conseguente distribuzione nell’organismo.
Cognitività
Il cervello riceve ed elabora le informazioni ricevute dall’esterno, ed identifica quelle ritenute utili in quel momento, con il coinvolgimento delle capacità di linguaggio, di calcolo, di memoria, di giudizio e di esecuzione, processi strettamente correlati e sinergici.
Il deterioramento cognitivo è un processo patologico, dove il cervello manifesta meccanismi di elaborazione intellettuale anormali riguardanti l’apprendimento, la memoria, il pensiero ed il giudizio.
A queste alterazioni si possono associare l’incapacità di esprimersi o comprendere parole dette o scritte; incapacità di compiere movimenti volontari finalizzati ad uno scopo; incapacità a comprendere l’uso di oggetti abituale utilizzati pur essendo integre l’intelligenza e la motilità; l'incapacità di riconoscere gli oggetti più familiari mediante gli organi di senso; disturbi delle funzioni esecutive della vita quotidiana (insieme di processi cognitivi che ci permettono di pianificare, organizzare, controllare e regolare il nostro comportamento in modo adattivo e finalizzato ad un obiettivo).
Le cause dei disturbi cognitivi
L’età è uno dei più importanti fattori che determinano una progressiva riduzione della funzione cognitiva. Altri fattori sono legati ai problemi vascolari, ai traumi, ai fenomeni neurodegenerativi, ed alle malattie metaboliche (1).
Negli ultimi anni le ricerche hanno individuato alcuni meccanismi biologici che possono innescare queste malattie:
la disfunzione mitocondriale, lo stress ossidativo, l’infiammazione cronica e l’accumulo di alcune sostanze nelle strutture cerebrali.
Sono alterazioni strettamente interconnesse e si influenzano reciprocamente durante la progressione delle varie malattie (1, 2).
Gli obiettivi dei trattamenti
La disfunzione mitocondriale, lo stress ossidativo e l’infiammazione sono divenuti anche un importante obiettivo per intervenire sui disturbi della cognitività. In particolare il prevenire o riattivare le funzioni dei mitocondri, attraverso la riduzione dello stress ossidativo e dell’infiammazione, risulterebbe un importante contributo in attesa di terapie specifiche, attualmente mancanti.
Il resveratrolo nelle malattie neurodegenerative
Il resveratrolo è una molecola di origine vegetale, dotata di spiccate capacità antiossidanti ed antinfiammatorie, che può attraversare la barriera ematoencefalica, la struttura protettiva che separa il flusso sanguigno dal cervello. Questo permette al resveratrolo di raggiungere le cellule nervose (neuroni) e contribuire al miglioramento delle funzioni cognitive e del metabolismo cerebrale, attraverso la riattivazione delle funzioni dei mitocondri, la riduzione dello stress ossidativo e dell’infiammazione.
In pratica il resveratrolo svolge un’azione neuroprotettiva a largo raggio d’azione, come dimostrano i positivi risultati clinici ottenuti nei pazienti con lieve o moderato declino cognitivo. I risultati del trattamento sono rigorosamente controllati con l’uso di specifici test clinici che rilevano il miglioramento di vari parametri come l’orientamento, la memoria, l’attenzione, la capacità di calcolo, il linguaggio, ed altri possibili disturbi associati. (1)
Oltre all’effetto neuroprotettivo, il resveratrolo ha un proficuo impatto sul profilo lipidico, la resistenza all’insulina e la pressione arteriosa, problematiche che possono compromettere le funzioni cerebrali (1, 3).
Molto importante anche l’interazione del resveratrolo con i recettori degli estrogeni, che risulta vantaggiosa nel peri- e post-menopausa, migliorando la performance cognitiva del 33%, oltre alle funzioni vascolari ed il metabolismo osseo (4).
Integrazione alimentare mirata
Il resveratrolo è uno dei principali componenti dell’integratore alimentare Mitofast, nato dalla ricerca scientifica Mitochon srl https://www.mitochon.it/, con l’obiettivo di preservare o rigenerare le funzioni mitocondriali, combattere l’infiammazione e lo stress ossidativo. Tutto questo per prevenire e migliorare l’invecchiamento della pelle e dell’intero organismo.
Mitofast oltre al resveratrolo (40 mg) contiene: coenzima Q10 (100 mg), N-acetilcisteina (150 mg), acido folico (400 mcg, 200% dei valori nutrizionali di riferimento, VNR), N-acetilglucosamina (150 mg) e vitamina C (20 mg, 25% del VNR).
Alcune di queste molecole negli studi sperimentali e clinici dimostrano importanti benefici anche nei disturbi neurodegenerativi:
- coenzima Q10 è un potente antiossidante fisiologicamente presente nelle cellule umane, ma soggetto ad un progressiva riduzione dei suoi livelli con l’avanzare dell’età. La sua carenza è infatti presente nei soggetti con Alzheimer, Parkinson, ed altre malattie degenerative, e può verificarsi anche con l’assunzione di alcuni farmaci (es.: statine, bifosfonati) e per cause interne o esterne all’organismo.
Il coenzima Q10 è indispensabile per conservare l’efficienza dei mitocondri e permettere di produrre l’enorme quantità di energia richiesta dal cervello, oltre a ridurre i danni dello stress ossidativo e dell’infiammazione per svolgere un’azione neuroprotettiva (5, 6).
- acido folico la sua carenza espone a un maggior rischio d’insorgenza dell’Alzheimer, malattia caratterizzata anche da bassi livelli di questa vitamina rispetto alla popolazione sana. Gli studi clinici hanno dimostrato che l’integrazione con acido folico rallenta il declino cognitivo e l’atrofia cerebrale nei pazienti che accusano lievi alterazioni cognitive (7, 8, 9).
- N-acetilcisteina (NAC) promuove la sintesi dell’antiossidante glutatione, fisiologicamente presente anche nelle cellule cerebrali (neuroni), ma destinato ad un progressivo declino delle sue concentrazioni nel corso della vita. Oltre a combattere lo stress ossidativo, la NAC produce positivi effetti sul metabolismo cerebrale. Nelle persone con lievi disturbi cognitivi sopra i 40 anni, i più recenti studi suggeriscono l’inizio precoce dell’integrazione con NAC. Questo intervento precoce risulterebbe fondamentale per prevenire l’evoluzione dei fenomeni degenerativi del cervello, soprattutto nei pazienti con fattori di rischio come il diabete, l’ipertensione arteriosa, l’obesità e le malattie cardiovascolari (10).
- vitamina C, è essenziale assumerla dai cibi e/o dall’integrazione, per mantenere adeguati livelli plasmatici necessari anche per ridurre il rischio d’insorgenza e la progressione dell’Alzheimer. Oltre alle elevate capacità antiossidanti, la vitamina C interviene positivamente anche in alcuni meccanismi che provocano l’accumulo di sostanze dannose nelle strutture cerebrali (11, 12).
Per questo Mitofast https://www.mitochon.it/prodotto/mitofast-integratore-alimentare-orosolubile-con-edulcorante/ si propone come un’associazione bilanciata di molecole ampiamente studiate e sicure, adatte per intervenire in sinergia sui meccanismi molecolari e cellulari che sono alla base dei disturbi della cognitività e di molte altre problematiche legate all’invecchiamento dell’organismo.
Ulteriore punto di forza, la nuova formulazione P.AS.S.® (Permeable AntioxidantS System) che ha permesso di ottimizzare la biodisponibilità e la stabilizzazione delle molecole utilizzate.
Mitofast si assume con pratiche bustine monodose, una al giorno, da sciogliere in bocca senza acqua.
Bibliografia
1. Azargoonjahromi, A., Abutalebian, F. Unraveling the therapeutic efficacy of resveratrol in Alzheimer’s disease: an umbrella review of systematic evidence. Nutr Metab (Lond) 21, 15 (2024). https://doi.org/10.1186/s12986-024-00792-1
2. Peggion, C.; Calì, T.; Brini, M. Mitochondria Dysfunction and Neuroinflammation in Neurodegeneration: Who Comes First? Antioxidants 2024, 13, 240. https://doi.org/10.3390/antiox13020240
3. Cicero AFG, Ruscica M, Banach M. Resveratrol and cognitive decline: a clinician perspective. Arch Med Sci. 2019 Jul;15(4):936-943. doi: 10.5114/aoms.2019.85463.
4. Mini-reviews Resveratrolo https://www.mitochon.it/resveratrolo-lintegrazione-nel-peri-e-post-menopausa-per-cute-e-molto-altro/
5. Ebrahimi A, Kamyab A, Hosseini S, Ebrahimi S, Ashkani-Esfahani S. Involvement of Coenzyme Q10 in Various Neurodegenerative and Psychiatric Diseases. Biochem Res Int. 2023 Nov 1;2023:5510874. doi: 10.1155/2023/5510874.
6. Bagheri S, Haddadi R, Saki S, Kourosh-Arami M, Rashno M, Mojaver A, Komaki A. Neuroprotective effects of coenzyme Q10 on neurological diseases: a review article. Front Neurosci. 2023 Jun 23;17:1188839. doi: 10.3389/fnins.2023.1188839.
7. Gil Martínez V, Avedillo Salas A, Santander Ballestín S. Vitamin Supplementation and Dementia: A Systematic Review. Nutrients. 2022 Feb 28;14(5):1033. doi: 10.3390/nu14051033.
8. Zhang X, Bao G, Liu D, Yang Y, Li X, Cai G, Liu Y, Wu Y. The Association Between Folate and Alzheimer's Disease: A Systematic Review and Meta-Analysis. Front Neurosci. 2021 Apr 14;15:661198. doi: 10.3389/fnins.2021.661198.
9. Chen H, Liu S, Ge B, Zhou D, Li M, Li W, Ma F, Liu Z, Ji Y, Huang G. Effects of Folic Acid and Vitamin B12 Supplementation on Cognitive Impairment and Inflammation in Patients with Alzheimer's Disease: A Randomized, Single-Blinded, Placebo-Controlled Trial. J Prev Alzheimers Dis. 2021;8(3):249-256. doi: 10.14283/jpad.2021.22.
10. Martinez-Banaclocha, M. N-Acetyl-Cysteine: Modulating the Cysteine Redox Proteome in Neurodegenerative Diseases. Antioxidants 2022, 11, 416. https://doi.org/10.3390/antiox11020416
11. Hamid M, Mansoor S, Amber S, Zahid S. A quantitative meta-analysis of vitamin C in the pathophysiology of Alzheimer's disease. Front Aging Neurosci. 2022 Sep 7;14:970263. doi: 10.3389/fnagi.2022.970263.
12. Chen L, Sun X, Wang Z, Lu Y, Chen M, He Y, Xu H, Zheng L. The impact of plasma vitamin C levels on the risk of cardiovascular diseases and Alzheimer's disease: A Mendelian randomization study. Clin Nutr. 2021 Oct;40(10):5327-5334. doi: 10.1016/j.clnu.2021.08.020.
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