Salto in alto, Tamberi sfida Barshim ai Mondiali Indoor di Portland
di Redazione Picenotime
giovedì 17 marzo 2016
Capolista stagionale grazie al 2,38 superato a Hustopece il 13 febbraio, Gianmarco Tamberi vive la vigilia del Mondiale indoor di Portland, negli Stati Uniti, con addosso gli occhi di buona parte dell’atletica mondiale. Ovunque si sposti, tra l’Hilton Tower (l’albergo che ospita molte delle squadre) e l’Oregon Convention Center (la sede di gara) è un continuo di strette di mano e occhiate più o meno furtive. I risultati di gara, e gli show che li accompagnano in pedana, non sono passati in silenzio al punto che anche un campione di sempre come lo svedese Stefan Holm (un oro olimpico e 4 titoli iridati indoor in bacheca) ha fatto arrivare via Twitter il suo personale incitamento all'altista azzurro. Il marchigiano è un protagonista a tutti gli effetti, a tal punto che la IAAF lo ha convocato (insieme a stelle come Ashton Eaton e Kim Collins) per la presentazione ufficiale della manifestazione, in programma oggi (giovedì) alle 12 (le 20 italiane) alla Pioneer Corthouse Square, la piazza centrale di Portland che ospiterà anche tutte le cerimonie di consegna delle medaglie. Sabato sera, un rapido tuffo nel basket – il primo amore non si scorda mai – al Moda Center, casa dei Trail Blazers, la franchigia NBA di stanza a Portland, impegnata in un (facile) match casalingo contro i non impossibili Magic. “Lo spettacolo non smette mai – racconta Tamberi con gli occhi che brillano – non ci sono tempi morti, succede sempre qualcosa, e gli spettatori si divertono in ogni momento”. Le due parole magiche nell’universo sportivo di “mister halfshave”: spettacolo, divertimento.
“È stato un inverno importante – prosegue l’azzurro – nel quale ho raccolto risultati e sono cresciuto come atleta. Lo considero il frutto del buon lavoro svolto nelle settimane di preparazione, tra Ancona e il Sudafrica, che mi hanno dato il giusto “flow” per arrivare a questo punto. Ma non sono certo appagato, anzi, io non ho vinto niente in atletica, devo ancora cominciare il mio percorso di vertice. Sì, è vero, sono primo al mondo nel 2016, ma per me, conta quello che poi si fa in gara”. Il Mondiale lo vede in prima fila, tra i favoriti, seppure tra gli avversari ci sarà anche chi, a cominciare da Mutaz Barshim, ha già fatto parlare di sé. “Lui è un talento straordinario, certamente più dotato di me da molti punti di vista. In gara però si ricomincia sempre da capo, e io non mi tiro certo indietro. Devo essere sincero: sarò fatto male, ma tornare a casa con un piazzamento, dopo i progressi realizzati in queste settimane, non mi farebbe contento”. Sulla lista dei favoriti, Barshim è l’unico che Tamberi sceglie di segnalare: “Sì, è davanti a tutti, per talento e per le cose che ha già fatto. Dietro, invece, può succedere di tutto”.
L’avvicinamento alla finale diretta di sabato (ore 18.22 locali, le 2.22 di mattina di domenica in Italia con diretta tv su RaiSport 1) non è stato soddisfacente per l’azzurro. L’ultimo allenamento tecnico, svolto martedì pomeriggio sulla pedana di gara, non ha dato i risultati sperati. “No, non è andato affatto bene. Perché? Non lo so, a me non piace trovare delle spiegazioni, cosa che suona sempre un po' come ricerca di un alibi. Probabilmente è un mix di cose diverse. Un po’ di calo di tensione dopo gli Assoluti di Ancona, dove a vedermi sono venute tutte le persone che mi vogliono bene, un po’ lo scotto della prima volta su questa pedana, che va capita, interpretata”. Tamberi entra nei dettagli. “È piuttosto rimbalzante, ma allo stesso tempo devi saperla aspettare, perché ti restituisca le spinte migliori. Insomma, credo sia una pedana difficile da leggere. Ma se ci riesci, ti fa volare”. Tra il qatariano Barshim, i britannici Baker e Grabarz, l’altro azzurro Marco Fassinotti, il greco Baniotis, sono molti ad attendere il via libera della torre di controllo.
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