Il fiume Tronto e lo stoccaggio del gas non sono compatibili
di Redazione Picenotime
giovedì 05 dicembre 2013
Pubblichiamo integralmente il comunicato inoltratoci dall'Associazione “Ambiente e Salute nel Piceno” in merito alla compatibilità tra il fiume Tronto e l'eventuale realizzazione di un impianto di stoccaggio del gas a Porto d'Ascoli.
Lo ha ribadito nei giorni scorsi lo stesso Tronto dando un nuovo esempio della sua pericolosità che ha evidenziato l'inadeguatezza, la non correttezza delle riperimetrazioni del P.A.I. e del declassamento delle vaste aree della pianura alluvionale, da alto rischio esondazione a medio rischio.
Il restringimento artificiale del letto del fiume ha alterato in modo pericoloso il naturale flusso delle acque, costringendo le stesse in un percorso innaturale: ma un fiume non si ingabbia dentro dei perimetri dettati da valutazioni tecniche, che oggettivamente non sono corrispondenti con la realtà dei fatti. A causa di queste errate valutazioni si sono sviluppate attività umane là dove non si sarebbero dovute svolgere, compromettendo un equilibrio tra uomo e natura là dove la natura riprende in poche ore ciò che le è stato sottratto con gravissime conseguenze alla sicurezza e alle attività.
Un errore progettuale costato tanto all’intera collettività, che da sempre viene erroneamente definita una tragica calamità naturale. L'eventuale realizzazione di un impianto di stoccaggio sotterraneo di gas, ad alto rischio di incidente catastrofico, nel quartiere Agraria, zona declassata a medio rischio esondazione ma di fatto ad alto rischio, possiamo definirlo un calcolo tecnico dei rischi “diabolico”. Non solo per la frequenza delle esondazioni nella zona, ma anche per tutte le valutazioni tecniche positive che sono state rilasciate: dall’A.R.P.A.M., al C.T.R. alla Valutazione di Impatto Ambientale.
Questa aggressione sciagurata al territorio che considera le opportunità e il profitto prevalente sulla sostenibilità, sta creando da anni un percorso che sotto gli occhi dell’intera nazione ci sta conducendo verso un baratro; per questa ragione noi di Ambiente e Salute nel Piceno crediamo che questo percorso possa essere deviato dall’impegno diretto dell’intera cittadinanza.
A San Benedetto del Tronto, la città in fatti si è unita e ha chiesto alla Regione Marche attraverso un documento ufficiale la revisione della V.I.A. che bloccherebbe definitivamente il procedimento per la realizzazione e dell’impianto di stoccaggio. Siamo in attesa che la Regione Marche risponda a questa nostra legittima richiesta

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