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Capodacqua di Arquata, FAI si attiva per restauro Oratorio Madonna del Sole

di Redazione Picenotime

giovedì 29 settembre 2016

Mentre il dolore per il terremoto in Centro Italia è ancora forte, il FAI – Fondo Ambiente Italiano, vicino prima di tutto ai parenti delle vittime e a coloro che hanno perso la casa e il lavoro, si sente coinvolto nello sforzo comune della ricostruzione, consapevole del dramma materiale e sociale ancora così vivo ma sicuro, al tempo stesso, che la dignità e la forza morale di una comunità passano anche attraverso la propria cultura e la propria storia.

In coerenza con la sua funzione civile e con le sue competenze, e come già aveva fatto in occasione del sisma dell’Aquila, con il restauro della Fontana delle 99 cannelle, e di quello di Finale Emilia, il FAI partecipa all’emergenza con l’“adozione” e il restauro dell’Oratorio della Madonna del Sole di Capodacqua, frazione di Arquata del Tronto, inagibile e gravemente danneggiato dal terremoto del 24 agosto: un monumento identitario del paese, molto amato dai cittadini, che in passato si sono impegnati per la sua conservazione e che avevano avviato una raccolta fondi locale per il restauro dei suoi affreschi cinquecenteschi, già in corso prima del sisma.

In continuità con questa volontà, il FAI lancia un appello per sostenere una raccolta fondi nazionale, con l’obiettivo di raccogliere i circa 300.000 euro necessari per il recupero dell’edificio e dare un futuro a un pezzo di storia che appartiene a tutti gli italiani.

Intanto il FAI si impegna con lo stanziamento di un fondo immediato per svolgere le attività di indispensabile e urgente messa in sicurezza e le analisi propedeutiche per acquisire le informazioni necessarie a formulare un progetto di consolidamento e restauro. 

Mettiamo al servizio della ricostruzione il nostro supporto conoscitivo e operativo, mobilitandoci per il salvataggio di un bene così importante e simbolico per la collettività – afferma Andrea Carandini, Presidente FAI –. Un gesto concreto, un piccolo passo per favorire il recupero dell’identità perduta del borgo e consentire alla popolazione di rientrare al più presto in possesso di un luogo molto amato. Con la speranza che tutti i nostri iscritti e gli italiani partecipino a questa raccolta fondi”.

L’Oratorio della Madonna del Sole, ora seriamente compromesso, è stato scelto per l’intervento del FAI non solo per l’affetto che da sempre suscita nella comunità locale, ma anche per la sua singolarità e il suo valore artistico: l’edificio è un piccolo tempio costruito nella seconda metà del XVI secolo, a pianta ottagonale, che la tradizione attribuisce a Nicola Filotesio, vero nome di Cola dell’Amatrice, architetto, pittore e scultore nato nel 1490 e originario di Amatrice. La facciata principale è crollata in parte, così come la cornice del rosone. Fortemente lesionato anche l’interno, caratterizzato da affreschi di grande pregio dedicati alla Madonna e al Figlio, come l’Assunzione della Vergine tra gli apostoli, della metà del Cinquecento, e la Madonna del Sole, il più antico dell’apparato (1523) e incorniciato nell’edicola, attribuito a un discepolo di Carlo Crivelli. L’affresco rimanda all’origine della chiesa, costruita nel luogo dove, in tempi remoti, avvenivano riti naturalistici in onore del sole, fino a quando la comunità locale sostituì il culto con quello per la Vergine. 

"L'apertura di Arquata a cura della Delegazione di Ascoli Piceno nelle Giornate FAI di Primavera 2016 ha stabilito un legame di amicizia con tutti gli arquatani che hanno dimostrato una grande capacità di aggregazione in quei giorni, percepiti dall'intera comunità come una vetrina nella quale esporre le loro bellezze, raccontare la loro storia e dimostrare che le "terre di montagna" dopo lo spopolamento subito per decenni hanno molto da dire - proseguono i rappresentanti del FAI -. Quelle giornate hanno coniugato la filosofia del FAI voluta da Andrea Carandini , presidente archeologo di chiara fama, dei fulcri e sistemi con lo spirito delle Giornate di Primavera di indurre alla cultura in modo giocoso: i beni artistici come fulcri di un sistema territoriale che si stringe e si organizza attorno ad essi per attrarre famiglie e bambini.

Filotei, S.A.N.O salumificio, Petrucci Farine etc organizzarono una mostra mercato per quei due giorni in cui i visitatori godevano della bellezza dei beni aperti e e delle prelibatezze del luogo. Fu uno sforzo corale condotto dai volontari della delegazione, dalle istituzioni locali,da volontari locali: uno per tutti il prof. Alessandro Caponi, che dopo una vita all'estero, ha deciso di vivere tra questi boschi e che tanto si è adoperato.

A seguito della decisione del FAI centrale e dopo una rapidissima selezione dei beni possibili da restaurare già nei primi giorni di settembre sono venuti in sopralluogo l'architetto Paola Candiani dell'ufficio Restauri del FAI e l'architetto Roberto Segattini, accompagnati dall'ingegnere strutturista Giuseppe Carluccio che ha progettato il restauro della cupola della Basilica di Assisi, dopo il crollo del terremoto umbro.

Sono stati visionati San Francesco ad Arquata, Sant'Agata a Spelonga, la Rocca di Arquata, la Madonna della Neve a Faete e la Madonna del Sole a Capodacqua. Ringrazio per questo il sindaco Aleandro Petrucci, i consiglieri Leonardo Gabrielli e Sabrina Sbernola, la Protezione Civile, i Vigili del Fuoco e don Francesco Armandi che ci hanno permesso tanta celerità. Certamente nella constatazione della molteplicità dei nostri beni, disseminati nel territorio montano, la Madonna del Sole, per la forma ottagonale, per l'attribuzione sia pure non scientificamente dimostrata a Cola, per la dovizia di affreschi presenti al suo interno è senza dubbio un unicum.

In pochi giorni la scelta, determinata anche dalla volontà degli abitanti di Capodacqua di restaurare la chiesa con le loro forze già prima del terremoto; ora lavoriamo già per raccogliere dati sul bene, ci aiuta in ciò la nostra Università: il direttore Giuseppe Losco e con la prof. Enrica Petrucci ci stanno fornendo preziosi studi sulla chiesa per partire con il progetto di restauro. 

Tutti coloro che volessero aiutarci con le loro offerte sappiano che il FAI gestirà in prima persona i lavori con regolari appalti onde poter restituire agli abitanti il bene nel più breve tempo possibile. I sopralluoghi fatti dimostrano comunque la grande volontà di queste persone di restare nei loro borghi; l'emozione degli sfollati nel vedere portare la Sindone in sicurezza ad Ascoli piuttosto che il crocefisso del XIII sec. era cosa tangibile tanto come l'emozione che hanno provato nell'illuminare la Rocca di Arquata, dissestata dal sisma, nella notte del 24 settembre, ad un mese dal terremoto. La nostra poi è gente che fa queste cose in silenzio, senza televisione, senza giornali e per una notte forse nelle tende si sono illusi che tutto fosse come prima di quel 24 agosto. Il FAI sta inoltre preparando una bozza di legge da sottoporre ai parlamentari che vorranno ascoltarci e organizzerà sul territorio dibattiti scientifici per la messa in sicurezza dei nostri borghi.

Preghiamo tutti i marchigiani di stringersi attorno a noi per aiutarci con i loro piccoli e grandi contributi nello sforzo di restituire a queste nostre terre un piccolo bene simbolo di questa caparbia volontà degli abitanti di non abbandonare le loro case, i loro borghi , la loro vita travolta in due minuti e quattordici secondi dalle scosse e con essa la storia di tutta una comunità".


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