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Regione Marche e Area Crisi Complessa Piceno-Val Vibrata: firmata intesa per proroga indennità mobilità 2020

di Redazione Picenotime

mercoledì 05 maggio 2021

Recuperata la proroga dell’indennità di mobilità 2020 per un massimo di 12 mesi per i lavoratori licenziati da unità produttive all’interno dell’Area di crisi industriale complessa Val Vibrata – Valle del Tronto Piceno e che alla data del 1° gennaio 2020 erano beneficiari di mobilità ordinaria (ex legge 223/91) o mobilità in deroga (ex legge n.92/2012 ), scaduta nell’anno 2020. Le risorse complessive a disposizione ammontano a 5.330.926,6 euro. L’erogazione del beneficio è subordinato alla partecipazione, da parte del lavoratore, al programma di Politiche Attive predisposto dalla Regione Marche.

E’ quanto prevede l’intesa Istituzionale Territoriale firmata questa mattina, nella sede della Regione Marche a Palazzo Raffaello dagli assessori al Lavoro Stefano Aguzzi e al Bilancio e alle Aree di Crisi complessa Guido Castelli con Inps Regionale, Confindustria Marche, Confartigianato Marche, Cna Marche, Claai Marche, Confcommercio     Marche, Abi Marche, Confesercenti Marche, Confcooperative, Agci Marche, Confprofessioni, Cgil Marche, Cisl Marche, Uil Marche, Ugl, Confapi Marche, Lega Coop Marche.

Fin dall’insediamento a ottobre 2020 abbiamo dovuto affrontare – ha commentato Castelli -  un caso spinosissimo. Nel febbraio 2020 infatti, il Ministero e la Regione si erano scordati di finanziare la mobilità in deroga per 275 lavoratori ascolani lasciandoli insieme alle loro famiglie in una condizione drammatica. Siamo riusciti a recuperare questa situazione grazie anche all’intenso lavoro di alcuni parlamentari, l’on. Enrica Segneri e il sottosegretario Rossella Accoto. L’incubo di tante famiglie è finito a dimostrazione di come, applicandosi ai problemi, è possibile anche risolvere quello che sembrava impossibile. Ai 5 milioni recuperati si affiancano inoltre le risorse già assegnate alle Marche per il 2021 e pari a 16,7 milioni di euro. Grazie a queste notizie ora, con un po’ meno apprensione, potremo dedicarci al vero grande tema che è il rilancio industriale complessivo di tutta la regione, non solo delle aree di crisi complessa, dopo la crisi sanitaria”.

Questa Intesa era un anello mancante su cui abbiamo lavorato in squadra – ha aggiunto Aguzzi – e ringrazio tutti per la collaborazione a partire dai Servizi. Siamo soddisfatti di aver trovato il modo per poter accompagnare e sostenere queste famiglie in difficoltà in un’area che ha anche subito il sisma, ma non abbassiamo la guardia. Provvedimenti come quello di oggi, dovranno essere studiati e declinati anche per altre realtà perché siamo ben consapevoli, che all’emergenza sanitaria sta seguendo una emergenza altrettanto grave che è quella del lavoro”

L’intesa sarà operativa da domani.

Le domande di mobilità in deroga dovranno essere presentate dai lavoratori interessati, telematicamente, alle sedi INPS territorialmente competenti in base alla residenza dei lavoratori entro il 4 giugno 2021.

Contestualmente il lavoratore interessato, entro il 4 giugno 2021  presenterà, esclusivamente via PEC, ulteriore domanda al Centro per l’Impiego competente nel cui territorio dove era o è ubicata l’azienda che ha proceduto al licenziamento secondo il modello previsto, allegando copia  del documento di identità in corso di validità e la copia della domanda di mobilità in deroga presentata ad INPS unitamente alla ricevuta di presentazione, che riporta il numero di protocollo attribuito automaticamente dal sistema INPS.

Gli indirizzi PEC dei Centri per l’Impiego di riferimento sono: regione.marche.centroimpiegoascolipiceno@emarche.it  (Centro per l’Impiego di Ascoli Piceno) regione.marche.centroimpiegosanbenedetto@emarche.it (Centro per l’ Impiego di San Benedetto del Tronto).

Le parti sociali firmatarie dell’Intesa, attraverso le loro strutture territoriali, assicureranno assistenza e consulenza ai lavoratori in sede di presentazione delle domande.

In base all’Intesa il Centro per l’Impiego di Ascoli Piceno e quello di San Benedetto del Tronto saranno i soggetti pubblici responsabili della realizzazione delle politiche attive per i lavoratori potenzialmente beneficiari della proroga dell’indennità di mobilità di cui alla presente Intesa Istituzionale.

I Centri per l’Impiego riceveranno dalla Regione Marche due elenchi distinti di lavoratori, suddivisi per territorio di competenza, ai quali dovranno essere erogate le Politiche Attive di cui al punto seguente.

Le misure di politica attive saranno le seguenti:

1. Convocazione dei lavoratori interessati presso il CPI competente per territorio,

2. Stipula del Patto di Servizio Personalizzato con ogni lavoratore,

3. Erogazione del Servizio specifico di Orientamento,

4. Coinvolgimento dei lavoratori in laboratori tematici, organizzati dal Centro per l’Impiego, al fine di rafforzare le competenze di ognuno   nella ricerca attiva di un lavoro. (Possibilità su richiesta di costruire il proprio curriculum vitae)

5. Comunicazione al lavoratore delle opportunità offerte dai bandi regionali in essere che prevedono percorsi formativi e misure di politica attiva del lavoro (tirocini, borse, autoimprenditorialità, ecc.) a valere sui fondi regionali ed europei.

La Regione Marche procederà alla comunicazione al Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, solo dopo che il Centro per l’Impiego competente avrà comunicato la sottoscrizione del Patto di Servizio Personalizzato da parte del lavoratore interessato.

Rafforzare l’attrattività delle Marche, valorizzando, insieme al territorio, i suoi asset produttivi e tecnologici, i servizi a supporto degli investitori. È l’obiettivo della proposta di legge, a iniziativa della Giunta regionale, che verrà presentata all’Assemblea legislativa per l’adozione. La normativa nasce dall’esigenza di rilanciare il sistema produttivo e imprenditoriale marchigiano, favorendo la crescita dell’occupazione e la competitività regionale. Definisce, in particolare, strumenti e strategie a sostegno degli investimenti delle imprese. In particolare, per quelli di elevate dimensioni e impatto sul tessuto economico locale, introduce lo strumento degli “accordi di investimento e di innovazione”, con il sostegno della Regione. Le imprese, in definitiva, possono proporre, con un’unica proposta, diverse progettualità riguardanti la ricerca e lo sviluppo, la formazione e l’occupazione, la riqualificazione energetica e ambientale, impegnandosi a incrementare l’occupazione sul territorio regionale. La crisi che ha investito l’economia marchigiana, a partire dal 2008, ha determinato nuovi scenari, rendendo evidente l’assoluta necessità di contrastare il declino aziendale e i processi di delocalizzazione. “È una legge importante perché, innanzitutto, supera una visione assistenzialistica dei territori – ha detto il presidente Francesco Acquaroli -  Non vogliamo più dare contributi per il fatto che un’impresa operi ed esista, ma li vogliamo garantire a quegli imprenditori che aiutino le Marche a recuperare la competitività. Questo è un elemento dirimente, di discontinuità per rilanciare gli ecosistemi e le filiere che possano garantire alle piccole e medie imprese di aggregarsi all’interno di dimensioni ottimali per il mercato, senza rinunciare all’artigianalità che ha contraddistinto il nostro tessuto produttivo”. Acquaroli ha parlato di un “appuntamento strategico per il mandato elettorale. Perché, in una fase pandemica come quella che abbiamo vissuto, arrivare alla presentazione di un secondo testo di legge, dopo aver approvato, appena due settimane fa, quella sulle start up, è un obiettivo che conferma quanto il governo regionale sia attento alla ricostruzione di una competitività del nostro territorio, del suo asset industriale e imprenditoriale e della ricostituzione di una visione che possa riportare, la nostra regione, a superare questa fase di transizione e a ricollegarsi alla crescita del Paese. È una di quelle leggi che non appartengono a una parte politica, ma diventano uno strumento di rafforzamento di un sistema che garantisce sostenibilità a un sistema, occupazione ai giovani, frema l’emigrazione delle migliori energie”. È una legge, ha rimarcato il presidente, “neanche semplice. Non ha tratti filosofici, ma pratici. La riteniamo uno strumento essenziale per la programmazione dei prossimi sette anni dei fondi europei, per il rilancio post pandemico, per recuperare quel tasso di competitività che, purtroppo, si è perso e che non riusciremmo a ottenere, se non valorizzando insieme quello che abbiamo. Superando le logiche campanilistiche”. Il vicepresidente Mirco Carloni, assessore alle Attività produttive, ha parlato di un testo normativo come somma di “visioni e strategie. Creiamo il presupposto per parlare di futuro. È una legge che vuole plasmare un ecosistema Marche perché, laddove ci sono leader di un settore, bisogna creare una filiera che favorisca la crescita degli altri. È una legge che sostiene la promozione degli investimenti, aggrega innovazione e trasformazione digitale del sistema imprenditoriale. È una legge che deve divenire patrimonio della politica marchigiana: va approvata all’unanimità, siamo a disposizione per miglioramenti. Stiamo riformando le basi economiche della nostra regione nell’ottica di prospettiva, rivisitando leggi vecchi di un decennio che vanno aggiornate alle esigenze attuali. Se vogliamo che nelle Marche ci sia ancora una tenuta sociale dopo il Covid, dobbiamo rafforzare le pmi, valorizzare chi già opera sul territorio, confermare le strategie alle esigenze imprenditoriali”. La Regione, ha concluso Carloni, “non garantirà più risorse in maniera assistenzialistica, ma solo se serviranno a realizzare un aumento dell’impatto occupazionale, a favorire un trasferimento tecnologico (miglioramento di prodotto e processo produttivo), a sostenere un progetto di riqualificazione delle filiere in un’ottica di riconversione produttiva. La strada giusta per intercettare i fondi europei e quelli nazionali disponibili”.


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