Ascoli Calcio, Grassi: “9 Giugno 1974? Sono ancora emozionato”
di Redazione Picenotime
lunedì 09 giugno 2014
Il 9 Giugno 1974, pareggiando 1-1 contro il Parma allo stadio "Del Duca"', l'Ascoli Calcio conquistò la prima storica promozione in Serie A dopo uno splendido campionato cadetto chiuso in vetta a quota 51 punti a pari merito con il Varese. Una squadra mitica che tutti gli appassionati ascolani di calcio ultracinquantenni hanno imparato a snocciolare come un rosario: Grassi, Perico, Legnaro, Colautti, Castoldi, Minigutti, Colombini, Vivani, Silva, Gola, Campanini. In panchina un totem come Carlo Mazzone, alla guida del club il presidentissimo Costantino Rozzi ed a disposizione elementi validissimi come Masoni, Morelli, Vezzoso, Carnevali e Quaresima, un gruppo stupendo che mandò in estasi una città intera. Proprio nel 40esimo anniversario di quella mitica giornata abbiamo sentito in esclusiva Marcello Grassi, fortissimo portiere nato il 1° Luglio 1948 a Carrara che attualmente vive a Luni (frazione di Ortonovo, in provincia di La Spezia) e che ha ancora ben impresse nel cuore le quattro stagioni passate ad Ascoli Piceno.
Marcello, oggi è una data davvero particolare...
Lo puoi dire forte, sono ancora emozionato. Un Del Duca stracolmo di tifosi fece da cornice a quel pareggio con il Parma che ci regalò una meritatissima promozione in Serie A. Festeggiammo sia in campo che negli spogliatoi, anche se il clou lo vivemmo al termine del campionato con un'indimenticabile celebrazione in città. Tutta Ascoli era tappezzata da vessilli bianconeri, i nostri nomi erano stati dipinti in ogni dove, io abitavo sopra la sede di Corso Vittorio Emanuele ed affacciandomi dalla finestra vedevo un fiume di persone in visibilio per la nostra impresa. Ricordi che porterò sempre nel cuore per tutta la vita, solo la gente picena è capace di tanto calore.
Che campionato fu quello del 1973/1974?
Non partivamo con i favori del pronostico, ma mister Mazzone ed il presidente Rozzi riuscirono a creare un gruppo compatto, composto da uomini veri. Volevamo fortemente portare l'Ascoli nella massima serie, la prima squadra delle Marche nel calcio che conta, con sacrifici e massimo impegno riuscimmo ad ottenere un obiettivo storico. Tutti furono protagonisti, se dovessi fare un nome citerei il mio secondo Masoni, importantissimo negli equlibri dello spogliatoio. Io arrivai nell'estate del 1973 ad Ascoli con un problema al ginocchio a causa di una distorsione, non ero al top e nelle prime cinque gare partii dalla panchina. Poi dalla sesta giornata mister Mazzone decise di puntare su di me e rimasi titolare fino al termine del torneo. Masoni fu comunque sempre al mio fianco e tra noi nacque un bellissimo rapporto.
Ad Ascoli sei rimasto fino al 1977.
Sì, quattro stagioni bellissime, di cui due in Serie A contro le squadre più forti d'Italia. Ho una marea di ricordi piacevoli, la mia prima figlia nacque proprio ad Ascoli il 1° Gennaio 1974 e fu la prima bimba venuta al mondo in quell'anno sia nel capoluogo piceno che in tutte le Marche. Ho tanti amici ad Ascoli che sento spesso, se solo abitassi un pochino più vicino sarei tutti i giorni a passeggiare in Piazza del Popolo.
Che fa Marcello Grassi oggi?
Sono sempre rimasto nel mondo del calcio, la mia grande passione. Mi piace allenare i portieri delle giovanili, nell'ultima stagione ho lavorato con i ragazzi del Don Bosco Fossone, un club di Carrara. Quando giocavo io non c'erano i preparatori dei portieri, ho voluto portare un po' della mia esperienza ai giovani estremi difensori e mi diverto tantissimo a lavorare con loro. Proprio in questi giorni sto valutando cosa fare per la prossima stagione.
Con Bellini al comando l'Ascoli potrà tornare ai fasti di un tempo?
I miei amici ascolani mi dicono che il nuovo presidente ha progetti davvero ambiziosi e quindi sono molto fiducioso. Una piazza importante come quella di Ascoli non merita di militare in Lega Pro, mi auguro con tutto il cuore che nel giro di pochi anni si possa rivedere il Picchio in Serie A, a sfidare le grandi corazzate del calcio italiano come ai tempi di Grassi, Perico, Legnaro, Colautti...
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